CASTA CANTA . L’ultima illusione di Silvio Berlusconi

Il Cav è convinto di poter ancora opporsi alle sinistre ed evitare la deriva estremista del centrodestra. Ma i sondaggi dicono altro. I moderati fuggono da Forza Italia. E Renzi lo ha capito.

Gianfranco Rotondi lettera43.it 30.9.2019  lettera 43.it

Il professor Rocco Buttiglione, primo e ultimo segretario del Partito Popolare fondato da Mino Martinazzoli, così spiegava nel 1995 l’alleanza col cavalier Berlusconi, sceso in campo un anno prima, asceso al governo, e disarcionato dallo stesso dopo pochi mesi: «Forza Italia fa il mestiere che è stato della Dc, dare rappresentanza al ceto medio e al mondo cattolico che vota sempre qualcosa di opposto ai comunisti». Aggiungeva Buttiglione che «l’elettore moderato fa due domande: primo, sei alternativo alla sinistra?secondo, non sarai mica troppo a destra?».

L’ALLEANZA CON «LEGA E FASCISTI»

Nel tempo del tweet questi pensieri appaiono complessi, ma ai democristiani reduci dai ragionamenti di Moro e De Mita sembrarono fin troppo semplici e chiari, tant’è che la Dc si imbarcò nell’avventura berlusconiana con la eccezione – prestigiosa ma minoritaria – della sinistra interna. Buttiglione sognava il ritorno della Dc dopo una parentesi che Berlusconi stesso annunciava provvisoria, e cioè il prestito di Silvio alla politica (prestito mai più rientrato, come accade spesso). Mi concedo questo Amarcord perché Berlusconi ha detto che «Lega e fascisti non vincono senza Forza Italia». Voleva sottolineare l’indispensabilità di Forza Italia per la vittoria del centrodestra a trazione sovranista. Probabile.

GLI ELETTORI SPAVENTATI DAI SOVRANISTI NON VOTERANNO FI

Ma la proposizione berlusconiana apre la via a una serie di domande: perché mai, essendo indispensabile, Forza Italia deve far vincere Lega e fascisti? Perché al governo ci sono quattro sinistre, dice Berlusconi. E tornano le due domande buttiglioniane: sei alternativo alla sinistra?Sissignori, risponde Silvio, ne vedo addirittura quattro. Scatta allora la seconda domanda: non sarai mica troppo a destra? Silvio no che non è a destra, nella sua prima vita votava Dc e Psi, ha governato con più aperture sociali di Mitterand e più rispetto dei sindacati di Matteo Renzi. Ma oggi Fi vale tra il 5 e l’8%. Determinante – spiega Silvio – per la vittoria di Lega e fascisti. Non finiremo troppo a destra? Domanda l’elettore moderato interpellato da Buttiglione 25 anni fa. E la risposta non può che essere quella che segnalano i sondaggi: gli elettori spaventati dai sovranisti non votano più per Forza Italia. Il fenomeno è così chiaro che un giocatore d’azzardo come Renzi ci ha scommesso sopra addirittura la fondazione di un partito.

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