Def e Nadef sono una colossale presa in giro

Il fatto mi è tornato in mente mettendo in fila i dati dei Documenti di economia e finanza (Def) e i loro aggiornamenti (Nadef)..

di Marcello Gualtieri, 5.10.2019 italiaoggi.it

Qualche anno fa, alcuni gestori patrimoniali (quando esisteva questo lavoro oggi soppiantato da algoritmi che replicano l'andamento del benchmark) fecero un esperimento. Investirono per lo stesso arco temporale la medesima quantità di denaro, scegliendo alcuni titoli secondo le raccomandazioni di noti uffici studi, altri lanciando a caso delle freccette su un tabellone che riportava i principali titoli quotati. Il risultato fu che la scelta casuale aveva prodotto lo stesso rendimento di quella basata su centinaia di pagine, a questo punto, evidentemente inutili.

Il fatto mi è tornato in mente mettendo in fila i dati dei Documenti di economia e finanza (Def) e i loro aggiornamenti (Nadef) degli ultimi anni; documenti monstre, praticamente inconsultabili, privi come sono di indici e collegamenti ipertestuali, oramai di uso comune. Ho limitato l'esame ai tre firmati dall'attuale primo ministro, Giuseppe Conte, l'unico che pretende di essere credibile come alternativo a se stesso. Tra le migliaia di numeri in cui si perderebbe anche un abile storico come il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, ho estrapolato tre confronti sui dati più rilevanti.

A ottobre del 2018, nel Nadef, Conte, oltre a un anno bellissimo (per lui) prevedeva:

1) una crescita del pil dell'1,5% nel 2019 e dell'1,6% nel 2020. Dopo 12 mesi, il medesimo Conte scrive che la crescita 2019 sarà 0,1% e nel 2020 dello 0,6%; 2) il debito pubblico era previsto al 130% del pil e invece è il 135,7%, ma pare che sia colpa della Banca d'Italia che ha modificato i criteri di calcolo, adeguandoli a quelli richiesti dalla Ue (ma si poteva seriamente pensare di contabilizzare gli interessi sui libretti postali solo al momento del pagamento e non in base alla loro maturazione?); 3) i proventi da privatizzazioni dovevano essere lo 0,3% del pil per il 2019 e invece sono «rivisti a 0,0%» (letterale, pag. 78). Non si tratta di zero virgola, ma di decine di miliardi, errori clamorosi e inaccettabili anche perché commessi con piena consapevolezza, contando sulla usuale impunità.

Gli italiani dovrebbero chiedersi: che differenza c'è tra questi documenti e scegliere le cifre lanciando le freccette su un tabellone?

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