Il centrodestra è forte, ma non esiste

Lega, FI e FdI hanno lo stesso guaio del governo: il programma è stare contro

di Redazione 23 Ottobre 2019 www.ilfoglio.it

Il centrodestra ha mostrato in piazza San Giovanni la sua unità, che però è solo di facciata. L’intesa è, come sempre in Italia, basata sulla demonizzazione dell’avversario, il che peraltro vale, all’inverso, anche per l’attuale maggioranza di governo. Per ora è fin troppo facile giocare alla caccia all’errore degli avversari, che peraltro offrono essi stessi argomenti con le loro divergenze esibite platealmente. Finché si tratta di condurre battaglie elettorali locali va tutto bene per il centrodestra, che però segna un deficit evidente nelle grandi città, dove è quasi ovunque in minoranza, e questo rimanda a un problema con il ceto medio urbano. Se ci si candida a governare, invece, è necessario definire un profilo programmatico credibile e una narrazione non solo emotiva. Il punto critico decisivo sta nelle relazioni internazionali: su questo versante Matteo Salvini ha sbagliato tutto, anche perché ha voluto distanziarsi da Silvio Berlusconi, che in questo delicato campo ha mostrato e continua a mostrare una consapevolezza matura e una capacità di relazioni di buon livello. Basta pensare ai rapporti con i leader europei, compreso quello russo. Salvini deve aver cominciato a capire che su questo terreno deve operare delle correzioni.

Capire la grande scomposizione

Zingaretti con Conte. Grillo contro Di Maio. Renzi con Di Maio (e Salvini) contro Conte. Il Cav. contro il governo ma non contro Conte. Salvini contro gli estremisti ma anche con gli estremisti. Perché stavolta l’instabilità renderà il governo più stabile

Smetterla con la polemica contro l’euro è un punto di partenza, ma solo questo. La Francia e la Germania, anche se i loro attuali governanti dovessero essere sostituiti, saranno comunque partner economici e politici decisivi, pensare di non cercare un dialogo costruttivo con loro è l’esatto contrario della difesa dell’interesse nazionale, che non coincide certo con un orgoglio nazionalista incapace di far valere il ruolo dell’Italia in un sistema sempre più interconnesso. L’idea che la crescita italiana debba essere perseguita contro il sistema europeo è solo propaganda. Ci sono vincoli da superare e lo si può fare solo negoziando nuove regole, mentre scegliere di non rispettarle unilateralmente non solo non aiuta la crescita, ma crea problemi finanziari. A questi bisogna dare una risposta ma non possono essere elusi. Altrimenti anche una vittoria elettorale del centrodestra porterà alla solita instabilità delle coalizioni unite solo dal comune avversario.

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