Lo Stato non incute più timore in coloro che vogliono delinquere

Un furto con scasso come tanti? Anche no. Le 12 martellate sferrate qualche giorno fa da un ladro nella vetrina di un gioielliere in pieno centro a Milano hanno un valore simbolico speciale

di Sergio Luciano, 26.10.2019 www. italiaoggi.it

Un furto con scasso come tanti? Anche no. Le 12 martellate sferrate qualche giorno fa da un ladro nella vetrina di un gioielliere in pieno centro a Milano hanno un valore simbolico speciale, perché il delinquente le ha vibrate sapendo perfettamente di essere inquadrato in pieno viso da una telecamera di sicurezza, e fregandosene, perché sa anche (lui, come tantissimi altri) che lo Stato è debole e inetto e che più che non riuscire a prenderli, neanche ci proverà.

Cosa lega la tragica morte dei due carabinieri a Trastevere, dei due poliziotti a Trieste e questo classico furto con scasso?

Appunto la sensazione di impudenza e strafottenza che accomuna i tre fatti, pur nella clamorosamente diversa gravità. L'impegno e addirittura l'eroismo degli agenti nulla può in un sistema lassista e slabbrato. Uscire senz'arma è certamente frutto del mantra ossessivo che ha perseguitato le forze dell'ordine sull'uso difensivo della pistola, il caso Giuliani lo attesta, non basta star per ricevere un estintore scagliato addosso per aver il diritto di sparare. Non ammanettare un rapinatore dentro il posto di polizia è certo scelta imprudente, eppure coerente con quell'incredibile sottovalutazione («reato non grave») data da un pm triestino sul crimine che aveva causato il fermo dei due fratelli poi divenuti omicidi: uno scippo violento di un motorino, perpetrato da un delinquente del tutto indifferente al rischio che la signora scaraventata per terra per sottrarre il mezzo potesse battendo la testa morire. Logico che abbia poi sparato senza esitare.

Lo Stato non c'è: o meglio c'è, per presidio e deterrente visivo, ma ha del tutto sguarnito la trincea del contrasto alla delinquenza cosiddetta comune, come dimostra lo spaccio permanente a viso scoperto nelle principali piazze italiane, l'impunità dei furti e il conseguente calo delle denunce che qualche propalatore istituzionale di fake-news si ostina a contrabbandare come calo dei reati.

La cura per questo sfascio esisterebbe e si chiama «zero tolerance», ovvero una ripresa dell'iniziativa di polizia e giudiziaria volta a prevenire e reprimere anche la delinquenza ordinaria e non solo quella organizzata o terroristica.

Ma una simile impresa, in sé tecnicamente complessa, è soprattutto inibita da un malinteso buonismo di cui la sinistra al caviale che ha ammorbato dal '68 in poi la nostra classe dirigente porta tutta la responsabilità. Glielo spieghi Saviano, se non fosse anche lui schierato con quella sinistra: chi scippa un motorino con violenza, è pronto a uccidere e a militare per le cosche più efferate. E non ci sono telecamere di sicurezza che tengano quando lo Stato non incute più timore a nessuno.

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