Incredibile che la sinistra tema gente come Borgonzoni, Santelli e Fitto

La candidata leghista in Emilia-Romagna non verrà votata nemmeno da suo padre, quella calabrese è assediata pure dai compagni di Forza Italia, l'ex enfant prodige pugliese sa di minestra riscaldata. Il problema è che dall'altra parte Bonaccini, Callipo ed Emiliano non sono così validi, anzi. Ditelo che volete morire.

Peppino Caldarola 27 Dicembre 2019 lettura3’

Icandidati della destra per la presidenza di Emilia-Romagna, Puglia e Calabria sono debolissimi. Lucia Borgonzoni è da anni inconsapevolmente in politica nelle fila di una Lega che, crescendo in voti, le ha dato una popolarità che di suo non sarebbe stata capace di guadagnare. Jole Santelli è stata una vivacissima parlamentare calabrese di Forza Italia, ma mai è riuscita a entrare nella top ten delle gradite del Cavaliere. Raffaele Fitto è un ex enfant prodige pugliese, democristianissimo, poi molto berlusconiano e infine meloniano, autore cioè di una serie di strappi nel suo elettorato che non possono non aver lasciate ferite sul campo. Ma, soprattutto, già presidente della Regione Puglia, mai rimpianto.

UNA SINISTRA NORMALE LI BATTEREBBE TUTTI FACILMENTE

Chi per manifesta inadeguatezza – la Borgonzoni -, chi è assediata dai compagni di partito ostili – la Santelli – chi rappresenta il “rieccolo”, i tre mostrano una destra priva di idee e di personaggi nuovi. Una sinistra normale li batterebbe facilmente. Ma c’è una sinistra normale di fronte a Borgonzoni, Santelli e Fitto?

BONACCINI E QUELLA BATTAGLIA PERSONALE

L’attuale governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini combatte una battaglia che ha voluto far diventare personale togliendo simboli di partito. Dicono che abbia fatto bene, certo non ha sfondato il muro dell’Emilia-Romagna a differenza di tutti, dicesi tutti, i suoi predecessori. È tuttavia, per comune riconoscimento, un buon amministratore anche se resta incomprensibile perché mai stia accadendo, se i sondaggi non ingannano, che viva con grandi patemi d’animo la concorrenza di una candidata che neppure suo padre voterà.

CALLIPO BRAVO IMPRENDITORE, MA DI DESTRA

Pippo Callipo, il candidato di sinistra per la Regione Calabria, non è di sinistra. La sinistra è ormai fuori moda, ce ne occupiamo in pochi appassionati, tuttavia resta tenace, come un segreto di Fatima, per quale ragione la gente di sinistra di una regione disperata debba infine votare per un imprenditore, bravo per carità, che è di destra.

CANDIDARE EMILIANO È DIRE ALLA PUGLIA CHE È CONDANNATA

Fitto è una minestra riscaldata ma, purtroppo, lo è anche Michele Emiliano se sarà lui a vincere le Primarie pugliesi. È singolare come la sinistra non si accorga mai quando è arrivato il momento di cambiare, di mostrare un altro volto. Votare due reperti come Fitto o Emiliano è dire alla Puglia, afflitta dalla Xylella, dal caso Ilva, dallo scandalo bancario della Popolare di Bari, che è condannata.

NON FACCIAMO RIAVVICINARE SALVINI A PALAZZO CHIGI

Accadrà così che un appuntamento elettorale che avrebbe potuto portare solo delusioni a Matteo Salvini (che a giudicare da certe foto ha ripreso a gonfiarsi di birra), si potrebbe risolvere in un suo successo e quindi nel suo riavvicinamento a Palazzo Chigi per fare i soliti danni. È tutto qui il dramma della sinistra: nascono e muoiono i cinque stelle, Salvini si inventa la Lega nazionalista, Giorgia Meloni va al 10%, oggi addirittura nascono le benedette sardine, ma a sinistra si mettono in campo sempre i soliti o gente che non c’entra niente con la sinistra. E allora ditelo che volete morire!

Commenti   

#1 riki 2019-12-27 13:17
Calderola l'ultimo dei comunisti che non ha capito che al Governo il PD ci può andare senza avere i voti, solo. Che, forse, la sinistra radicale può essere, diventare qualche cosa di più e solo se il sovranismo vince.

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