L’eterno girotondo degli intellettuali che vincono sempre e non cambiano mai

Diciotto anni dopo il grido di Moretti, i suoi bersagli non sono più in Parlamento (D’Alema), o hanno cambiato mestiere (Rutelli). Ma a parlare di rinnovamento sono sempre gli stessi, grillini fino a ieri e oggi già sardine

Francesco Cundari 27.1.2020 linkiesta.it -lettura 2’

Era il 18 febbraio 2002 e da un palco di piazza Navona, davanti a poche decine di persone, Nanni Moretti lanciava un grido che dal giorno dopo sarebbe stato ripetuto come un mantra da un folto gruppo di giornalisti, scrittori, giuristi e costituzionalisti autorevolissimi: «Con questi dirigenti non vinceremo mai». Ce l’avevano, ovviamente, con i dirigenti del centrosinistra, giudicati come una casta – il termine non andava ancora di moda, ma era solo questione di tempo – inamovibile e autoreferenziale.

Diciotto anni dopo, buona parte dei bersagli di quel discorso non sono più in Parlamento, come Massimo D’Alema, o hanno addirittura cambiato mestiere, come Francesco Rutelli. Sono cambiati i movimenti (in quel momento stavano muovendo i primi passi i girotondi, ora ci sono le sardine), i governi (a Palazzo Chigi c’era ancora Silvio Berlusconi, oggi c’è Giuseppe Conte), i partiti (il centrosinistra era rappresentato da Ds e Margherita, adesso c’è il Pd). Ma in piazza, in tv o sui giornali, a intonare il coro sul mancato rinnovamento e la chiusura autoreferenziale dei partiti del centrosinistra, ci sono sempre loro. Con le stesse parole. Come quei cantanti autori di un solo grande successo, condannati a eseguire lo stesso pezzo per l’intera carriera, mentre sotto il palco le generazioni si susseguono, e chissà poi che cosa ne capiranno, gli ultimi arrivati, della loro storia e del loro percorso.

Di Gustavo Zagrebelsky, ad esempio, star indiscussa di tutte le adunate convocate negli ultimi venticinque anni dalla rivista Micromega e dal suo direttore Paolo Flores d’Arcais, con Marco Travaglio e tutta l’eletta schiera di pubblici ministeri al seguito. Candidato persino alle Quirinarie sul blog di Grillo, ovviamente senza che l’insigne costituzionalista si sognasse di obiettare alcunché sulla procedura – come vogliamo dire? – extra-costituzionale. Sceso dal blog e salito appena in tempo sul palco di una manifestazione di sardine piemontesi, eccolo lì che spiega: «Questo invito mi ha fatto scoprire la Sardina che è in me». E aggiunge, profetico: «Forse il nostro compito è quello di risvegliare tutte le sardine che come me non sapevano di esserlo».

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata