LA DIPLOMAZIA DELLE MASCHERINE –

COME MAI CI FACCIAMO AIUTARE DA PAESI COME RUSSIA, CUBA E CINA?

Marco Galluzzo “Corriere della Sera” dagospia.com 27-3-2020

E SOPRATTUTTO, COSA VORRANNO IN CAMBIO A EMERGENZA FINITA? I CORTOCIRCUITI INFORMATIVI E IL SOSPETTO CHE LE POTENZE DEL BLOCCO ANTI-NATO STIANO SFRUTTANDO L’OCCASIONE PER SMINUIRE IL RUOLO STATI UNITI...

I medici russi si sono sistemati a Bergamo. Medici militari con tanto di generale che comanda un presidio sanitario di più di cento persone. Altro personale e altro materiale sanitario arriverà da Mosca nei prossimi giorni. La stessa cosa vale per la Cina, che è già al terzo ponte aereo con l' Italia e altri ne farà, consegnando milioni di mascherine, esperti sanitari, altre centinaia di ventilatori.

La chiamano «diplomazia delle mascherine». Josep Borrell, rappresentante per la politica estera della Ue, l' ha definita «diplomazia aggressiva della generosità». Fra Palazzo Chigi e la Farnesina, anche se nessuno lo confessa apertamente, la cosa ha alimentato squarci di incomprensione: Conte ha gestito la cosa direttamente con Putin, Luigi Di Maio con il suo omologo cinese, ma anche in questo caso non tutto è filato liscio. In entrambi i casi c' è stato un cortocircuito di informazioni, con strascico di accuse reciproche.

Lo spazio lasciato incontrollato da Washington, occupato da Paesi bramosi di alimentare divisioni, di insinuarsi nella crisi delle relazioni transatlantiche, ha finito per provocare un caso silenzioso nella politica interna: abbiamo lasciato troppo spazio all' operazione di Putin, che l' ha definita «from Russia with love», facendo atterrare a Pratica di Mare decine di aerei cargo militari con più di cento medici militari e tonnellate di materiale sanitario, operazione da alimentare sui social russi per rimarcare l' assenza di aiuti americani al Vecchio Continente?

E che dire della stessa operazione della croce rossa cinese, che non fa politica, ma che i due ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi hanno rivendicato come massiccia operazione che rinsalda le relazioni fra i due Paesi, e che permette alla Cina prima di regalare, poi di ricominciare a vendere materiale sanitario essenziale per la sua economia ai Paesi in crisi da coronavirus della Ue? Conte dice che nulla metterà «in crisi la nostra collocazione geopolitica», che però appare già in crisi almeno verso Bruxelles, a giudicare dalle parole dello stesso premier: «Do dieci giorni alla Ue per reagire in modo coordinato, se no faremo da soli».

Intanto da soli non stiamo facendo, dalla Toscana alla Lombardia centinaia di ventilatori e di medici di provenienza russa, cinese e cubana stanno già dando un aiuto non indifferente. Indubbiamente la Cina sta provando a far dimenticare il fatto di essere stato il Paese dove l' emergenza ha avuto origine. Una strategia di immagine ma soprattutto di affermazione di «soft power».

«Cina ed in un modo minore la Russia, sono scese in campo per aiutare le nazioni colpite - scrive il Washington Post -. Un ruolo svolto dagli Usa sin dai tempi della Seconda guerra mondiale», cui ora la Casa Bianca ha abdicato. Il Post cita «gli aerei cinesi carichi di equipaggiamento medico che stanno atterrando in Spagna, Olanda, Polonia, Belgio».

Insomma una massiccia azione diplomatica e sanitaria al contempo che ha spiazzato un po' tutti, mentre un centinaio di medici militari russi vengono in queste ore impiegati negli ospedali di Bergamo e mentre migliaia di tute biologiche in Toscana e in Lombardia vengono distribuite su regalo made in China.

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