"ENRICO MATTEI NON FU UCCISO SU MANDATO DELLE 'SETTE SORELLE' DEL PETROLIO" -

ESCE POSTUMO IL PRIMO ROMANZO DI LEONARDO MAUGERI, UNO DEI PIÙ GRANDI ESPERTI ITALIANI DI PETROLIO

Aldo Forbice per “la Verità” da dagospia 14.5.2020, lettura5’

FINO A QUANDO, NEL 2010, SCARONI LO CACCIO' DALL'ENI - DICEVA: ''NON POSSO RACCONTARE I SEGRETI DEI SIGNORI DELL'ORO NERO, VOGLIO VIVERE. SI PUO' RACCONTARE SOLO IN UN ROMANZO". E MILENA GABANELLI AGGIUNGE IN COPERTINA: "E LO HA FATTO IN MODO STRAORDINARIAMENTE COINVOLGENTE"

Aveva scoperto che Enrico Mattei non era stato ucciso su mandato delle «sette sorelle» del petrolio. Infatti quattro giorni prima dell' incidente mortale il presidente dell' Eni aveva firmato un accordo con la americana Esso che poneva fine al conflitto fra la sua società e le multinazionali del petrolio.

Ma fu anche un profeta che guardava lontano. Era riuscito a prevedere che la grande crescita della produzione mondiale di petrolio era largamente sottostimata. E questo dato, insieme al contenuto consumo del petrolio, avrebbe portato a un crollo delle quotazioni del greggio nel corso di un decennio (cosa che è poi avvenuta).

Un' altra sua intuizione smentiva che «il mondo correva il rischio di rimanere senza petrolio», come sostenevano numerosi catastrofisti.

Affermava ancora che gli Stati Uniti non avrebbero più avuto bisogno di importazioni di greggio perché sarebbero aumentati gli investimenti nel loro Paese e quindi si sarebbe estratto più petrolio a costi più bassi grazie anche all' utilizzazione di nuove tecnologie.

Il «mago» di queste profezie e previsioni ragionate era un manager di altissimo profilo intellettuale, Leonardo Maugeri, per molti anni dirigente dell' Eni, ma anche accademico e scrittore, scomparso nel 2017 a Roma dopo una lunga malattia, a soli 53 anni.

Maugeri ha anche profetizzato che entro il 2020 «l' innovazione tecnologica avrebbe scosso l' industria delle rinnovabili e alterato in modo permanente il settore dell' energia». Il 29 febbraio scorso il gruppo Eni ha annunciato un nuovo piano energetico, firmato dall' amministratore delegato Claudio Descalzi, che prevede la chiusura nel 2035 del settore idrocarburi dell' azienda italiana.

In altre parole, le cose che aveva profetizzato anni fa Leonardo Maugeri stanno per avverarsi. Infatti, secondo gli attuali programmi dell' Eni, la quota della componente gas dovrà raggiungere almeno il 60% al 2030 per arrivare all' 85% nel 2050. Per raggiungere questi obiettivi green si dovranno realizzare, secondo Descalzi, 4 miliardi di investimenti, cioè il 30% in più, sulla decarbonizzazione fino al 2023, di cui 2,9 riservati alle rinnovabili. Questo significa stanziare il 20% degli investimenti previsti dal gruppo (pari a 32 miliardi) nei prossimi quattro anni.

Quelle che sembravano profezie di un intellettuale, anche se esperto di energia, accusato di non tenere nel debito conto il catastrofismo e la geopolitica, si sono rivelate in gran parte realistiche. La scomparsa di Maugeri è stata commemorata per qualche giorno.

Poi il silenzio, quasi totale, dei media, dei manager e degli studiosi di energia e di politica internazionale. Le ragioni? Le ipotesi che gli amici fanno sono quelle dell' invidia e del carattere difficile del manager, ma soprattutto Maugeri veniva considerato «un cane sciolto», uno studioso libero, non legato organicamente ad alcun partito politico.

Ebbe anche incarichi importanti all' Eni, ma nessuno di prima fila. Veniva candidato anche per ruoli di grande responsabilità (direttore generale, ad, eccetera), ma nei momenti decisivi veniva scavalcato da altri, politicamente più «affidabili».

Quando l' ho intervistato anni fa mi disse, con un' aria misteriosa, una cosa che poi ha ripetuto ad altri colleghi: «Non posso raccontarle i tanti segreti del mondo dei petrolieri, vorrei vivere ancora.

Forse un giorno scriverò un romanzo, perché nel racconto è più facile far capire o denunciare imbrogli e delitti senza avere l' onere di portare prove, come avviene con tutte le opere di fantasia, e ovviamente con rischi personali minimi».

Il romanzo, Leonardo Maugeri, lo ha veramente scritto ed è stato pubblicato postumo, di recente, da Marsilio, col titolo Black Twilight («Crepuscolo nero»). Sono quasi 500 pagine di misteri, delitti, trame nascoste, cospirazioni internazionali, con continui colpi di scena sullo scenario planetario (Stati Uniti, Paesi del Golfo, Svezia, Russia, eccetera), con protagonisti le multinazionali del petrolio, spie, esponenti politici di primo piano, uomini delle istituzioni, magnati dell' industria e della finanza e bande criminali di diverse nazionalità. Insomma un vero e proprio thriller politico sulla crisi energetica.

Come è stato raccontato? Una spia del Kgb, uno svedese passato nelle file della Cia, rivela di avere le prove di un complotto internazionale, ma viene misteriosamente assassinato.

Poco tempo dopo (siamo nel 2013) un libraio antiquario americano viene trovato morto nella sua bottega: il giorno prima aveva consegnato a suo nipote dei documenti che avrebbero provato un piano segreto dei «poteri forti», che da decenni operano nell' ombra per provocare crisi energetiche mondiali. A indagare sono un giornalista esperto di politica energetica e un coraggioso poliziotto che, alla fine, svela l' intrigo economico-energetico-politico-criminale.

Fra i tanti risvolti economici dello stimolante romanzo di Maugeri, ne ricordiamo uno, anche perché è stato sempre oggetto di discussioni e polemiche fra gli esperti di energia: la questione delle riserve petrolifere che sarebbero estremamente limitate.

Da almeno un decennio, infatti, si ripete che avremo ancora petrolio per 30-40 anni al massimo. «È un errore! Oggi il mondo inghiotte circa 30 miliardi di barili all' anno, mentre le riserve provate di petrolio della Terra sono stimate in 1.300 miliardi di barili.

Così gli ignoranti dividono 30 per 1.300 e ottengono 38 anni di vita residua del petrolio». In realtà, osserva l' autore, «il concetto di riserve provate è un inganno economico» perché - con l' utilizzo delle nuove tecnologie - le riserve stimate sono 7-8.000 miliardi di barili nel sottosuolo. E forse anche di più, perché con gli anni si può prevedere che le tecnologie evolveranno; diventeranno cioè sempre più sofisticate e potranno raggiungere siti più profondi e impervi in ogni parte del pianeta.

Ma, come detto, questo esempio rappresenta una piccola curiosità sulle risorse energetiche. Il maggiore interesse di questo thriller rimane quello dell' intrigo e dei retroscena sullo scenario dell' energia mondiale, di cui Leonardo Maugeri era un profondo conoscitore, con estimatori in diversi Paesi.

Anche sul «caso Mattei» Maugeri aveva visto giusto, come hanno confermato diversi pentiti di mafia. Solo che il delitto non si è potuto impedire perché quattro giorni non sono stati sufficienti a ordinare lo «stop» agli assassini.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata