Il guaio dell’opposizione modello Pappalardo

Vogliono uscire dall’Europa, tornare alla lira, abolire il Mes e avere “un governo eletto”. L’opposizione scopre di avere un’agenda economica così fuori dal mondo da essere fatta propria dal generale Pappalardo. La sfida del 2 giugno e la svolta urgente per il futuro

di Claudio Cerasa. 2.6.2020 ilfoglio.it  lettura 6’

Commenti 10

Il nostro amico Giuliano da Empoli ha perfettamente ragione quando dice che, sì, al momento i gilet arancioni rappresentano poche decine di sciamannati a cui non vale la pena dare troppa importanza ma che allo stesso tempo sono un soggetto pericoloso e da non sottovalutare perché tra future ospitate televisive e autorevoli editoriali che prossimamente inviteranno i lettori a “non demonizzare i gilet arancioni e la loro battaglia in difesa della sovranità del popolo” non è difficile immaginare il modo in cui come per magia il sistema mediatico italiano potrebbe riuscire nel miracolo di trasformare in un movimento di massa la più imponente riunione di idioti mai vista in Italia da molti decenni a questa parte, come giustamente suggerito sabato scorso da Famiglia Cristiana. Eppure, nel giorno in cui i gilet arancioni guidati dall’ex capo di stato maggiore dei carabinieri di Abruzzo e Molise, ex vice comandante dell’Umbria, ex comandante del secondo reggimento dei carabinieri di Roma, ex generale di brigata, ex capo di stato maggiore della divisione unità specializzata carabinieri di stanza a Roma, minacciano, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno, di fare concorrenza a Roma alle piazze organizzate dalla Lega di Matteo Salvini e dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni risulta evidente che l’esistenza mediatica di questa banda di sciamannati potrebbe avere nel dibattito politico un ruolo molto diverso rispetto a quello avuto in Francia dai gilet gialli. I gilet jaune, mettendo a ferro e fuoco la Francia, hanno colpito duramente il governo francese e sono stati coccolati dalle molte forze antisistema presenti in Francia all’opposizione del modello Macron (da Mélenchon a Le Pen). I gilet arancioni, al contrario, pur non essendo paragonabili al fenomeno francese, nascono in contrapposizione al governo, naturalmente, ma nascono facendosi portatori di una caratteristica destinata a diventare lo specchio delle contraddizioni più delle opposizioni che del governo. E d’altronde non può che essere così per una banda di sciamannati che si presenta come se fosse fuori dal mondo ma che in realtà non fa altro che tentare di dare una forma di rappresentanza politica a tutte le follie politiche coccolate negli ultimi anni dai populismi italiani.

I pappalardi vogliono uscire dall’euro e tornare a stampare la lira, come sogna l’attuale responsabile economico del primo partito d’Italia, Alberto Bagnai, e come sognava anche il suo predecessore, Claudio Borghi. I pappalardi vogliono uscire dall’Europa, seguendo il modello già adottato dalla Gran Bretagna con la Brexit, come ha molte volte suggerito anche il leader del primo partito d’Italia, il senatore Matteo Salvini. I pappalardi, come testimoniato da alcuni striscioni esposti sabato scorso a Roma e a Milano, vogliono poi abolire il Mes, come suggerito un tempo dal Movimento 5 stelle (che oggi il Mes lo vorrebbe usare ma solo a condizione che non lo sappia nessuno) e come sognato oggi dalla Lega (partito che per abolire il Mes ha anche organizzato banchetti per raccogliere firme) e da Fratelli d’Italia (partito che si è limitato a chiedere di non usare il Mes non vedendone alcun vantaggio). I pappalardi vogliono avere un governo che sia “direttamente eletto dal popolo”, ignorando che la Costituzione non prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio ma facendo proprio un vecchio mantra della grammatica dell’opposizione anticasta. I pappalardi vogliono poi strizzare l’occhio alla stessa estrema destra extraparlamentare, da Casapound a Forza Nuova, a cui da tempo cercano di strizzare l’occhio diversi esponenti della destra nazionalista, e sarà interessante capire se la destra nazionalista cercherà di far concorrenza ai pappalardi su questo fronte o se accetterà di essere per quel fronte un po’ meno appetitosa rispetto ai tempi d’oro.

Vogliono questo ma vogliono anche altro e in definitiva vogliono dare sfogo a quell’elettorato complottista educato dai populisti di ogni specie a vedere complotti ovunque: dalle scie chimiche al terrapiattismo passando per i vaccini la Tav e la nuova frontiera del 5G. Si sbaglierebbe a pensare che la destra sovranista e il movimento dei pappalardi possano essere considerati fenomeni sovrapponibili (non fosse altro perché la destra italiana, per quanto più o meno presentabile, di Cav. solo uno ce n’è, non nega che una pandemia sia una pandemia). Ma si sbaglierebbe anche a non notare che di fronte alle cosiddette istanze dei gilet arancioni non emerga un qualche problema per l’opposizione italiana, che sarà costretta a ragionare sull’opportunità di avere sogni per molti versi sovrapponibili a quelli dei gilet arancioni. Oggi, a Roma, le due opposizioni, quella sovranista e quella cialtronista, si raduneranno in orari diversi e con modalità diverse e con precauzioni diverse per manifestare contro il governo. Le forme di protesta non sono sovrapponibili (e sarà interessante capire se Meloni e Salvini troveranno un modo per omaggiare il Milite ignoto senza andarci direttamente) ma da oggi in poi per la leadership sovranista la presenza mediatica della brigata Pappalardo sarà come un pungolo capace di suscitare anche un qualche imbarazzo se l’opposizione non troverà un modo per evitare quello che oggi sembra essere inevitabile: avere un’agenda economica a tratti così fuori dal mondo da essere fatta propria dal generale Pappalardo

Commenti

dongivu

02 Giugno 2020 - 11:40

Una po' di responsabilità perchè l'Italia sia così conciata se la devono assumere tutti quelli che non hanno combattuto contro l'ideologia di chi ha campato e campa immaginando un mondo ideale a vantaggio e a difesa degli interessi di chi in questo mondo campa egregiamente, mentre i più deboli sopravvivono arrangiandosi. Ma il mondo è sempre andato e sempre andrà così, con tensioni e violenze che inevitabilmente scoppiano per non essere state disinnescate. La sinistra prepara la bomba, la destra la fa scoppiare. Di chi la colpa maggiore? Aspettiamo lo scoppio e le susseguenti spiegazioni di Cerasa che non potranno consolarci. La ricostruzione come sempre ripartirà grazie alla misteriosa forza di reazione che si innesca solo dopo la rovina.

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Rispondif_cisternino

02 Giugno 2020 - 10:12

Al direttore - non pensa che i pappalardi si pongano nella tradizione pseudo-manichea degli italiani? Di questo passo, secondo me, passeremo a ben altri roghi economici, e giudiziari con Davigo crematoris maximus, per poi pentircene. Anche Savonarola (che mi scusera' dall'oltretomba se lo accosto a quel babbeo arancione) col suo pauperismo attiro' grandi folle. Ma poi i fiorentini se ne stancarono, e il vescovo Benozzo Federighi lo fece ammazzare (innocente) perche' 'altrimenti il popolo avrebbe bruciato noi'! Chi brucera' politicamente i Pappalardi, i Borghi, i Bagnai, i Salvini e le Meloni, Forza Nuova, Casapound e tutti costoro? Cordialita', Francesco Cisternino, Oxford

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RispondiGiovanni

02 Giugno 2020 - 09:11

Certo, Cerasa, questi sono degli sciamannati ma purtroppo ormai rappresentano la volontà, magari confusa, magari delusa della maggioranza degli italiani. Diversi sondaggi evidenziano come il popolo italiano un tempo entusiasta dell'Unione europea, oggi vorrebbe uscirne a gambe levate. Sarebbe un vero peccato ma purtroppo questa è la realtà. E pensi, siamo arrivati al paradosso che proprio i partiti di centrodestra frenano rispetto alla italexit. Di chi la colpa di questa inversione? Sicuramente della stessa UE su cui domina la Germania che ha associato la Francia come "guappo", poi le nazioncelle che sparano bordate contro gli stati del sud e infine la burocrazia europea forse ancor più deleteria di quella nostrana. Insomma un vero e proprio macello europeo che ha finito col far disamorare parecchia gente nel vecchio continente. Poi, certo l'uscita della Gran Bretagna ha convinto molti europei e sopratutto molti italiani che uscirne si può. Peccato!

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RispondiMedicaid

02 Giugno 2020 - 08:52

Buongiorno. Io non dimentico Il presidente del consiglio NON eletto dal popolo è un argomento introdotto da Forza Italia, Pdl eccetera, DOPO solo DOPO ripreso da sovranisti, populisti e Gilletti vari. Ritengo che il grande sviluppo delle distruttive posizioni sovraniste, populiste, demagogiche sia RESPONSABILITÀ dei vari programmi di MEDIASET che, in questi anni, hanno gonfiato, sostenuto e fatto crescere sentimenti di quell'orientamento nella GGENTE o se preferisce nel POPOLO. Questo continua ancora con i Giordano, e altri campioni dell'orrore. NON credo che questi programmi televisivi vengano continuati solo perché ci sono ascolti e, quindi, GUADAGNI di danari. Penso e NON credo di poter essere smentito che ci sia un preciso disegno politico. Saluti.

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Rispondinike13

02 Giugno 2020 - 08:43

Caro direttore diciamola tutta. I gilet arancioni, i movimenti di piazza di Salvini e della Meloni i guaiti di Bonomi potranno avere spazio solo se l'attuale governo non riuscirà a dare senso agli aiuti economici ed ai finanziamenti resi disponibili dall'Europa. Conte è un professore universitario e quella categoria è abituata a confrontarsi nel mondo accademico universitario che non fa ostaggi.

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Rispondieleonid

02 Giugno 2020 - 08:39

Speriamo che gli italiani non continueranno a mangiare bruscolini mentre di accingono a guardare un film ( recitato dai pappalardi) uguale a quello già visto dei grillini,leghisti, e destrorsi di ogni ordine e grado

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