Idea per un assembramento da sogno

Rimettere in piedi le ragioni di un’opposizione costituzionale, con logiche competitive e zero sopracciò

di Giuliano Ferrara 4.6.2020 ilfoglio.it lettura7’

Commenti 8

Serve un’opposizione consapevole di sé, che non si confonda con il folklore pappalardesco. Nella foto: la manifestazione a Roma dei gilet arancioni (foto LaPresse)

Assembramento è nome sinistro. Divieto di assembramento è formula da codice Rocco, sa di vecchio e di naturalmente autoritario. Assemblea è parola allegra, democratica, aristofanesca, volatile, ma tiene, funziona. E’ la sorella buona e cara dell’assembramento, parente dell’altrettanto spaesante, urticante, adunata. Tuttavia bisogna dire che assembramento, adunata, corteo, assemblea o che altro, la manifestazione delle opposizioni, politicamente squinternata secondo un ovvio giudizio politico e convocata in data implausibile, era un pieno diritto delle opposizioni, che sono tante e diverse, si riuniscono per vetrina, hanno il diritto di farlo. E’ anzi ributtante il facilismo degli impiegati di talk-show, quegli stessi che hanno fatto del senatore Salvini il Truce, e per tanto tempo, che ora considerano la caciara di via del Corso come una bestemmia.

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Non si sa come andranno le cose in politica. Mancano un tre anni, e belli corposi, alle elezioni (e tra un po’ ci sarà da eleggere il successore di Mattarella al Quirinale). Si sa solo che in ventiquattro mesi, dalle scorse elezioni generali, abbiamo avuto due governi, uno del caos e della demagogia, l’altro un esecutivo, presieduto trasformisticamente ma degnamente e modestamente dalla stessa persona, che ha affrontato con decenza e piglio efficace la più grave crisi repubblicana almeno dal tempo del rapimento, della detenzione e dell’uccisione di Aldo Moro (primavera 1978). Sappiamo che la maggioranza è tecnicamente e politicamente di risulta. E’ di origine parlamentare, e come la precedente non nasce nelle urne, conseguenza di una scelta degli elettori italiani. Come prima era avvenuto, si accorpano al vertice del governo partiti diversissimi tra loro, segnati dalla presenza per così dire occasionale di un movimento antisistema dal percorso scombiccherato e vano, oggi fortemente in crisi come lo è stato ieri a contatto con i toni duceschi del titolare del Viminale, ma si deve riconoscere che la capacità di trasformazione e integrazione delle nostre istituzioni ha qualcosa nemmeno di notevole, direi di prodigioso, e fa delle zucche a 5 stelle passabili calessi capaci di tracciare insieme con altri e portare a termine un percorso talvolta perfino razionale e utile. Il Partito democratico, poi, è quello che è, una formazione stanca, alla quale sarebbe tuttora azzardato attribuire una visione forte e chiara del futuro, ma capace della leadership oggi necessaria, e con un grado di permeabilità alla logica istituzionale del buon senso piuttosto solido, oltre a gente di prim’ordine.

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Un’opposizione consapevole di sé, che non si confonda con il folklore pappalardesco, che riassuma almeno alcuni dei termini di un ceto di governo regionale e locale non disprezzabile (Luca Zaia, per esempio), e che si esprima nella differenza delle sensibilità, esemplificata dalla parabola di Giorgia Meloni, è una necessità pari a quella di una maggioranza che affronti le conseguenze della pandemia e il sottosopra dell’economia, mentre arriva il primo vero segnale di un’Europa che è unione e convergenza solidale possibile tra soggetti economici e finanziari e sociali tanto difformi gli uni dagli altri. Le due questioni si tengono insieme. Abbiamo avuto con i venti anni dominati dalla figura di Berlusconi una coppia scoppiata di governi e opposizioni snaturati nel loro senso politico a vantaggio della guerra ideologica all’intruso, all’usurpatore, all’outsider. Da una lunga epoca storica questo paese ha visto supplenze e invasioni di campo di ogni genere, prima fra tutte quella della magistratura politicizzata. E’ ora che la faccenda si regoli nell’unico modo possibile in una democrazia liberale non demagogica, dunque con una competizione politica e parlamentare che abbia del modesto e dell’ordinario, non del demagogico e dell’iperbolico. Il sopracciò verso la caciara romana non è quindi concesso, nonostante l’immagine poco brillante che hanno dato di sé i triumviri della mascherina accollata, si devono rimettere in piedi le ragioni di una maggioranza e di un’opposizione costituzionale, con una logica competitiva ma comune, se non un patto un accordo sui disaccordi, insomma una specie di assembramento.

COMMENTI
ullisecundus

04 Giugno 2020 - 18:50

La caciara di via del Corso intanto serve ad alcuni degli scienziati come termometro per controllare l'andamento del virus. Se fra quindici giorni i numeri dei contagi saranno come quelli attuali o addirittura inferiori vuol dire che il professore Zangrillo ha ragione. Il virus, che piaccia o no, è morto. In caso contrario, beh.....non voglio pensarci. Il Governo? Come disse Renzi non è il Dream Team, ma questo è, per i numeri che si ritrova in Parlamento. Non lo è manco l'opposizione però. Vorrei sbagliarmi, ma se fosse il suo leader a guidare il Paese in questa tragica crisi globale, magari potremmo essere già sulla strada dell'Italexit. Mi dispiace, per quanto riguarda l'Europa, non riesco a fidarmi del tutto di Matteo Salvini e dei suoi più stretti collaboratori, Borghi e Bagnai. Perciò, preferirei in Parlamento "una specie di assembramento" immaginato dall'Elefantino per i prossimi tre anni. kriszt49

Rispondigiuseppezavaroni

04 Giugno 2020 - 15:32

Un altro sarebbe da compiangere. Da due anni, per paura del Truce, non può dire quello che veramente pensa della vergogna di una sinistra disfattista, servile, antinazionale, che, dopo l'anima, ha perso anche abilità politica e competenza tecnica; del disastro di questo governo di incompetenti eterodiretti; della pena di un arbitro, che per compiacere la stampa e l'establishment, interviene solo se può criticare i partiti che rappresentano la maggioranza del popolo; di una costruzione europea che è solo uno scenario di cartapesta, costosissimo ma inutile. Ma l'Elefantino, no. Anche in queste condizioni, dovrebbe dire che il Recovery fund è solo un bastone da mettere tra le ruote del futuro governo, che qualunque alternativa, elezioni comprese, è meglio dello scempio del figlio di Giucas Casella e del fratello di Montalbano, che l'azione eversiva delle procure e dei giornaloni è uno scandalo inaccettabile, anche se la vittima è il Truce. Lasci le mascalzonate a Travaglio!

RispondiCarletto48

04 Giugno 2020 - 19:23

Standing ovation per giuseppezavaroni. Eppure il nostro emerito direttore persevera.

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04 Giugno 2020 - 14:33

Un chiarimento onesto sull'Europa richiederebbe un assembramento di cervelli raziocinanti, non di tifosi. L'Europa ci sarà, una botta d'ottimismo è doverosa, dai primi mesi del 2021. Sarà una Europa a piccole rate. Rate che arriveranno in seguito alla presentazione di precisi impegni e progetti credibili di investimenti e spesa. Non solo, potranno, le rate, essere sospese nel caso che l'elargitore, l'Europa che c'è, riscontrasse a suo giudizio irregolarità operative. Carlo Cottarelli ha calcolato che dei mirabolanti 37 mld per spese sanitarie, solo cinque saranno realmente disponibili. Cottarelli chi? Insorgono i figli della mamma adorata. Il prodigioso è la costante trasformistica, che permette la sopravvivenza di un sistema nato, la cito, "dalla regoletta di Yalta". Conte? un insieme di gerundio e futuro. Toni garbati, apprezzabili, ma le zucche non sono carrozze. Governo di resulta, opposizione idem. L'informazione? Ora strepita su Pappalardo. Tacere è bello.

RispondiAndrewAndrew

04 Giugno 2020 - 15:58

Non volevo essere così "Truce" con l'Elefantino. Approvo

RispondiAndrewAndrew

04 Giugno 2020 - 13:58

Piantiamola con questa fobia degli “assembramenti”. il virus circola ancora? Secondo molti medici e scienziati no, o molto meno. In ogni caso, i dati sono quelli (e sulla loro veridicità molto si discute, anche fuori Italia). Nella testa della sinistra invece è il contrario. Si augurano che il virus rinasca, che ci sia una seconda ondata, o magari che i loro amici cinesi ce ne regalino un altro. Solo con la strategia della tensione sanitaria, un misto di uso politico della paura e di delazione questurina, i progressisti e penta* possono ormai illudersi di convincere gli italiani a stare zitti. La sinistra riparta dal covid: l’ultimo leader rimastole.

RispondiAndrewAndrew

04 Giugno 2020 - 12:54

Solo la solita ipocrisia dei cattocomunisti è scesa in campo per attaccare una manifestazione organizzata dal centrodestra per una protesta nota, scontata e legata all’incapacità di un Governo di sinistra inadeguato, abborracciato, tenuto in vita dalla voglia di potere per impedire l’alternanza. Parliamoci chiaro, è la maggioranza a disattendere i richiami del Colle all’unità, perché anche ieri i leader del centrodestra hanno confermato la disponibilità seppure alla ovvia condizione di vedere approvati i mille suggerimenti fino ad ora trascurati. Del resto è troppo facile chiedere solidarietà al centrodestra per tenere a bada l’esasperazione di milioni di persone che tirano la carretta del Paese per mantenere, con le tasse e il sacrificio, le spese di un apparato statale che della crisi economica non sta pagando un tubo. Tanto è vero che i costi sono piombati sopra l’apparato produttivo senza che agli statali fosse chiesto un minimo di partecipazione al dramma collettivo.

Rispondijoepelikan

04 Giugno 2020 - 12:31

Caro Ferrara, va bene tutto, ma la cantilena dell'opposizione ad immagine e somiglianza della Sinistra non attacca. A mio avviso l'unica cosa seria sarebbe un Rassemblement ispirato ad un serio Conservatorismo Nazionale che abbia, come capisaldi, i seguenti: riconoscere i valori storici, caratteristici e concreti dell'Italia come via per la crescita del Paese rispetto ad all'aderenza ad astratti e inapplicabili modelli nordeuropei; attuare la preminenza della famiglia di cui all'art. 29 Cost., respingendo l'equiparazione con altre "formazioni sociali"; ricondurre l'Unione Europea alle idee di amichevole "coopetizione" tra Stati sovrani, sul modello CEE, contrastando l'imperialismo germanico e rafforzando il rapporto con gli USA come contrappeso fondamentale; riconoscere che l'eccessiva "diversity" distrugge il capitale sociale e aumenta la sfiducia e la violenza (vedi USA), attuando un piano di contenimento di immigrati e nuovi cittadini di prima generazione al 10% della popolazione.

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