AL POSTO DEI PIANI/ Leggi, incentivi, sussidi: perché l’Italia non copia la Germania?

La miglior cosa che l’Italia dovrebbe fare è copiare la Germania, che ha capito qual è il motore che può garantire chance di ripresa

17.06.2020 Carlo Pelanda ilsussidiario.net lettura 2’

La miglior cosa che l’Italia dovrebbe fare è copiare la Germania, che ha capito qual è il motore che può garantire chance di ripresa

Il Governo italiano è talmente indeciso in materia di stimoli alla ripresa da costringere sia il Quirinale che la Banca d’Italia a chiedergli concretezza. Quello tedesco, invece, sta agendo con rapidità decisionale, precisione applicativa e innovazioni. Pertanto, indipendentemente da simpatie o antipatie, la miglior cosa che l’Italia dovrebbe fare è copiare la Germania.

Berlino, infatti, valutando che la ripresa dell’export globale sarà lenta, ha deciso una massima spinta alla domanda e agli investimenti interni. Ha aggiunto per tale scopo 130 miliardi alle centinaia già stanziati in fase d’emergenza. Sta sperimentando una misura innovativa: la riduzione per 6 mesi dell’Iva. Questa permette sconti che incentivano gli acquisti, per attirare consumatori ancora incerti per i timori sul loro futuro economico, o permettono ai venditori in alcuni settori dove la domanda è robusta di fare più profitto a compensazione delle perdite del primo semestre. Sta attivando molteplici investimenti pubblici e incentivi per quelli privati.

In sintesi, ha messo al centro l’impresa interpretando realisticamente quale sia il vero motore del capitalismo di massa: industria e commercio e non certo l’assistenzialismo dissipativo sul quale si sta incartando il Governo italiano. Più si sostiene il ciclo di capitale centrato sulla dinamicità del mercato e meno servono assistenze e debito per bilanciare la disoccupazione.

Poi bisognerebbe copiare la rapidità delle decisioni e delle applicazioni nonché la loro semplicità: il piano tedesco occupa circa 10 pagine molto chiare, i provvedimenti italiani migliaia e complicate. Inoltre, se gli Stati dell’Ue si concentrassero su un megastimolo della domanda interna, poi tutti esporterebbero di più nel mercato europeo con beneficio moltiplicato reciproco.

L’Italia produttiva ha un enorme potenziale contributivo a tale ciclo virtuoso, ma questo Governo confuso lo sta soffocando.

www.carlopelanda.com

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata