Politiche per reagire allo smart working

Il lavoro agile resterà, ma cambierà le città. I sindaci usciranno dalle grotte?

di Redazione, 21.7.2020 ilfoglio.it

Ispirata da sindacati come la Cgil, e da ministri come la 5 stelle Fabiana Dadone, che per la Pubblica amministrazione chiede, passata la pandemia, “il 30-40 per cento dei dipendenti in smart working”, si profila per l’autunno un’altra crisi, in aggiunta alle incertezze sulla seconda ondata di contagi e a quella economica. Parliamo di chi non intende tornare al lavoro “in presenza”, in ufficio o a scuola (e a proposito: che ne è di quei docenti che quando venne offerta dal governo Renzi l’assunzione in ruolo distante da casa, denunciavano di non poter interrompere il “rapporto cognitivo” con gli alunni?): per mesi in Italia lo smart working è stata una scelta obbligata e saggia per aziende private e pubbliche, poi la maggioranza delle prime ha richiamato i dipendenti, con orari più o meno alternati; le seconde li hanno lasciati al pc di casa.

  

I sindacati cercano di recuperare potere assecondando la pigrizia a uscire da casa: un’indagine del Forum per la pubblica amministrazione rivela che all’88 per cento degli statali va bene così e il 61 vorrebbe restarci. Sfidando le polemiche il sindaco di Milano Beppe Sala, ha detto “è ora di tornare al lavoro, alla normalità e alla socialità, basta con l’effetto-grotta”. Al contrario Virginia Raggi nella grotta domestica vuole lasciare circa la metà dei suoi 48 mila dipendenti capitolini: forse, oltre a un improbabile recupero nei sondaggi, pensa di avere meno rogne con i trasporti pubblici; presto potrà anche dire che non servono. Non c’è bisogno di ripetere l’ovvio, cioè che il digitale e l’e-commerce fanno bene all’economia, ma non si può ignorare l’altra faccia dello smart working. Il centro di Roma, normalmente popolato di ministeriali e turisti, è deserto con gli incassi di negozi e ristoranti in calo dell’80 per cento. Deserti quartieri come l’Eur, nati per gli uffici. A Milano rischiano la stessa sorte Porta Nuova e Citylife. Il mercato immobiliare vede ora il sorpasso in retromarcia di Roma su Milano proprio per il crollo degli uffici. Non è così che batte il cuore del mondo, le metropoli non prosperano portando a spasso il cane in strade deserte e compiacendosi di visitare monumenti e musei in splendida ma innaturale solitudine.

Commenti   

#1 riki 2020-07-22 12:02
1-“L'Inapp: lo smart working favorisce i redditi alti e gli uomini
Secondo l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche si sono accentuate ancora di più le disuguaglianze tra generi e lavoratori
In Italia il lavoro agile tende ad avvantaggiare i lavoratori con un reddito alto, in prevalenza uomini, accentuando così le disuguaglianze sociali. E' quanto
emerge da uno studio curato dall'Inapp, l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, secondo cui lo smart working, per come è praticato, diventa un Robin Hood al contrario, favorirebbe i ricchi e danneggerebbe i più deboli, almeno dal punto di vista del reddito…” Italiaoggi

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