Il ricatto di Conte sui migranti per prorogare lo stato di emergenza

Il discorso alla Camera del premier e la scusa delle navi-quarantena. Ma è solo un uso politico del caos sbarchi

Giuseppe De Lorenzo - 31/07/2020 – ilgiornale.it

È la politica, per carità. Però forse è passato un po’ sottotraccia il modo in cui il premier Giuseppe Conte ha usato il caos immigrazione per sostenere, e giustificare, l’allungamento dello stato di emergenza fino a metà ottobre.

 

Un mezzo “ricatto” che vale la pena sviscerare.

 

Quando due giorni fa è andato alla Camera per l’informativa, Giuseppi ha elencato i motivi per cui - a suo dire - occorre prorogare l’emergenza. Dall’esigenza di garantire l’operatività al commissario Domenico Arcuri fino alle task force regionali, passando per il pagamento dilazionato delle pensioni e l’efficacia dei famosi dpcm. Di carne al fuoco ce n’era parecchia. Per pizzicare l’opposizione, però, a Montecitorio il premier ha pure rivolto lo sguardo verso i banchi della destra lanciando un dardo infuocato pescato dal taschino con pochette: “Tra le misure che perderebbero efficacia - ha detto - vi è anche quella che consente di noleggiare navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti”. Il tono di Conte su questo passaggio aveva lo stesso pathos di una pubblicità recitata da Stefano Accorsi: “Non sfugge a nessuno quanto sia attuale il ricorso all’ordinato svolgimento della quarantena a tutela della sanità pubblica”.

Ora chiudete gli occhi e immaginatevi cosa sarebbe successo se un altro politico, magari di schieramento opposto, avesse sfruttato i profughi per ragioni politiche. Sarebbe scoppiato il pandemonio. Adesso riapriteli: bentornati alla realtà.

"Senza stato di emergenza niente navi per sorvegliare i migranti"

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È evidente che il ministero dell’Interno sia in affanno. A Lampedusa l’hotspot esplode, arrivano stranieri ogni giorno e vanno controllati, identificati, tenuti sotto controllo. Altrimenti il rischio è di diffondere il contagio. Secondo il decreto della Protezione Civile di aprile (numero 1287), quelli che approdano con le Ong (o similari) dovrebbero finire sulle navi-quarantena per assicurare il periodo di sorveglianza sanitaria. Per qualche tempo c’è stata la Moby Zaza, che però ha ripreso il largo e ora il Viminale è alla ricerca di valide sostitute. Pare saranno disponibili a breve due barche. Basteranno? No. Perché il problema principale sono i migranti che approdano in modo autonomo, con barchini, motoscafi e barboncino al seguito. Per loro teoricamente il piano del governo era quello di spargerli per tutta Italia in aree da adibire ad alloggi (come poi ha fatto). Purtroppo succede sovente che gli stranieri scappino dalle strutture creando allarme sociale. Un problema enorme, soprattutto sanitario. Ma che con la proroga dello stato di emergenza e la necessità di trovare navi per la quarantena non c’entra un fico secco.

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