Vaccino senza siringhe: “Ordini da tutta Europa, ma non dall'Italia”

Nel mondo è partita la corsa all'approvvigionamento: "Gli Usa ne hanno ordinate 289 milioni, l'Olanda 10, la Spagna 30, la Francia 35, il Regno Unito 60. L'Italia zero", dice l'ad della multinazionale BD Italia

LUCIANO CAPONE 18.11 2020 ilfoglio.it lettura3’

Dal ministero della Salute avevano avvisato Arcuri di rifornirsi di siringhe per il vaccino contro il Covid, ma il commissario non ha bandito gare. Nel mondo è partita la corsa all'approvvigionamento: "Gli Usa ne hanno ordinate 289 milioni, l'Olanda 10, la Spagna 30, la Francia 35, il Regno Unito 60. L'Italia zero", dice l'ad della multinazionale BD Italia

“Sulle siringhe rischiamo di ritrovarci come con le mascherine o i banchi scolastici” ha detto al Foglio Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria Dispositivi medici. A quanto risulta al Foglio da fonti attendibili, nei mesi scorsi il ministero della Salute ha più volte fatto presente al Commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri la necessità di approvvigionarsi delle siringhe necessarie per il vaccino contro il coronavirus. Ma nulla è stato fatto. Aghi e siringhe sono elementi essenziali per la distribuzione del (o dei) vaccino. Non si tratta di quelle di uso comune, ma di siringhe di precisione. Dato che i vaccini verranno distribuiti in fiale multidose (da 5 a 10 dosi), sono necessari dispositivi capaci di prelevare la dose esatta del farmaco (meno di 1 ml): ogni minimo spreco, moltiplicato per milioni di dosi, produrrebbe un costo sanitario ed economico insostenibile.

“Avere il vaccino ma non le siringhe per poterlo somministrare sarebbe come non avere il vaccino”, dice Daniela Delledonne, ad di Becton Dickinson (BD) Italia, uno dei maggiori produttori mondiali di dispositivi medici. E dato che la domanda glonbale sarà di miliardi di siringhe, la corsa all’approvvigionamento è partita da molto tempo. Tanti paesi hanno cominciato a fare scorte. “Già da prima dell’estate”, dice Delledonne. “Gli Stati Uniti, attraverso fondi speciali, hanno supportato la produzione e ordinato 289 milioni di siringhe per la campagna di vaccinazione, il Canada 75 milioni. L’Europa non è stata da meno. I Paesi bassi 10 milioni, il Belgio 12 milioni, la Spagna 30 milioni, la Francia ne aveva 35 milioni opzionate, ma potrebbe aggiungerne 45 milioni. Il Regno Unito ne ha ordinate 60 milioni da subito, prima dell’estate. Ma questi potrebbero non essere i dati più aggiornati, perché i governi si sono mossi a più riprese e quindi possono esserci state altre commesse”.

Naturalmente l’ad di BD Italia non parla degli ordinativi complessivi dei governi, che potrebbero essere quindi superiori, ma solo di quelli ricevuti dalla sua azienda. “BD ha ricevuto nel mondo commesse per 800 milioni di siringhe per supportare le vaccinazioni”. E tra questi paesi non c’è l’Italia. “Non abbiamo nessuna commessa con il governo italiano. Mi pare di capire che Invitalia e il commissario Arcuri si stiano interessando al tema, ma al momento non è stata ancora bandita una gara pubblica. Manca la fase di execution”. Le stesse aziende produttrici, attraverso Confindustria, avevano fatto presente al governo italiano la necessità dell’approvvigionamento di un prodotto indispensabile e che rischia di diventare scarso. “C’è stata – dice Delledonne – una campagna di sensibilizzazione degli stakeholder istituzionali, anche a livello europeo, per sollecitare i governi a considerare gli approvvigionamenti”. Quando? “Diciamo a maggio-giugno, dopo le prime notizie tecniche sui vaccini. Da quel momento sono partiti gli ordinativi di siringhe da molti paesi”. Ma non dall’Italia.

Si rischia davvero che le siringhe diventino scarse come le mascherine durante la prima ondata, ma stavolta la causa non sarebbe un imprevisto ma l’inerzia del governo e del commissario. “Credo che la pressione e l’attenzione a livello centrale ora siano molto più elevate – dice l’ad di BD Italia –. All’inizio probabilmente nell’opinione comune si era diffusa l’idea fuorviante che i vaccini arrivassero in siringhe preriempite, come accade normalmente. Ma la certificazione avrebbe richiesto dal punto di vista regolatorio molto tempo ed è per questo, per consegnare presto il vaccino alla popolazione, che le case farmaceutiche hanno optato per le fiale multidose. Così però prelevare e somministrare il vaccino è un po’ più complesso”. Il problema delle siringhe non si porrà per le prime consegne del vaccino che sono limitate nel numero, ma per il picco della fase successiva quando arriveranno milioni di dosi. “Ci sono delle date e possiamo organizzarci in modo consono per gli approvvigionamenti di dicembre-gennaio. Poi inizierà una seconda fase, ma siamo ancora nella posizione di poter pianificare bene per avere il materiale necessario”. Ma non si può perdere altro tempo.

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