Cinquestellopoli, la verità della Grillo: “Mi opposi alle lobby del tabacco”, e fu cacciata…

Guardiamo a quel che è accaduto nella storia delle sigarette elettroniche in Parlamento. Due direzioni, da seguire, due piste: e una guerra per bande dentro al M5S.

Aldo Torchiaro — 28.11. 2020 ilriformista.it lettura2’

Guardiamo a quel che è accaduto nella storia delle sigarette elettroniche in Parlamento. Due direzioni, da seguire, due piste: e una guerra per bande dentro al M5S. La prima ci porta sul Lungotevere Ripa, a Roma. È lì che Giulia Grillo è stata ministra della Salute dal 1º giugno 2018 al 5 settembre 2019. Un anno e tre mesi in cui la ministra, classe 1975, si dimostrò superiore alle aspettative: linearmente fedele alla scienza contro i cospirazionisti, strenuamente a favore dei vaccini davanti al movimento No-vax, rafforzò il ruolo dei dirigenti sanitari con reale esperienza clinica. Ma commise un errore fatale: non obbedì alle pressioni della lobby del tabacco.

Anzi, sollecitata, diede parere nettamente negativo quando le chiesero di sapere dall’Iss se c’era riduzione del danno con il tabacco riscaldato. Sola contro tutti, decise di non aderire alle pressanti richieste. Chiediamo conto all’ex ministra, ma è complicato. Non si riesce a parlare al telefono. Mi scrive di avere detto la sua a Report, e conferma la sua posizione: «Fui sempre ferma nella contrarietà all’emendamento che riduceva lo sconto sull’accise. Sempre ferma nell’ostacolare le lobby e gli interessi del Tabacco».

In effetti, chissà perché, dalla sera alla mattina, senza alcuna contestazione pubblica né altro che lo lasciasse presagire, venne defenestrata dal Ministero. Andò a dormire da ministra e la mattina dopo, alle 9, venne a sapere che il nuovo Governo giallorosso aveva deciso di fare a meno di lei, senza darle troppe spiegazioni. Aveva tradito un patto di ferro? Parrebbe di sì. Troviamo traccia della “Detassazione dello svapo” nel contratto di Governo gialloverde. Cinque Stelle e Lega (altro partito che da due giorni non osa commentare sulla vicenda) lo avevano intortato al punto 10: «Come premessa si dichiara l’intenzione di voler sterilizzare le clausole di salvaguardia che comportano l’aumento delle aliquote Iva e accise in quanto sarebbe un colpo intollerabile per famiglie e imprese, nonché provvedere alla correzione dell’extra tassazione sulle sigarette elettroniche».

Commenti   

#1 walter 2020-11-30 08:43
Il senatore M5s? Ha la casa popolare. L'opposizione contro Dessì: "La lasci a chi ne ha davvero bisogno"
Guadagnare quattordicimila euro al mese e vivere in una casa popolare? Sembra incredibile, ma in Italia si può.
Paolo Bracalini - Lun, 30/11/2020 - 07:46 ilgiornale.it

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