“L’Fbi conosceva sapeva dei contatti di Mifsud con l’intelligence”

l’indagine Crossfire Hurricane “una delle indagini più incompetenti e corrotte del storia dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia

Roberto Vivaldelli 16..1 2021 ilgiornale.it lettura4’

Come vi avevamo anticipato in esclusiva su InsideOver pochi giorni fa, l’amministrazione Trump ha deciso di declassificare documenti top secret inerenti il Russiagate. Come riportato da Fox news, nella giornata di ieri, il presidente della commissione giudiziaria del Senato, il repubblicano Lindsey Graham, ha divulgato una serie di documenti declassificati definendo l’indagine Crossfire Hurricane “una delle indagini più incompetenti e corrotte del storia dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia”. In qualità di presidente della commissione giudiziaria del Senato, sottolinea Graham, “ho deciso di rilasciare tutte le trascrizioni delle deposizioni che coinvolgono la supervisione del comitato del Senato sull’indagine Crossfire Hurricane. Abbiamo pubblicato quanto più materiale possibile” sottolinea.

“L’indagine Crossfire Hurricane è una farsa”

Il tribunale Fisa, spiega Lindsey Graham, “è stato ingannato. Gli investigatori, con alcune notevoli eccezioni, erano incredibilmente prevenuti e hanno utilizzato i propri poteri per scopi politici. Le vittime dell’indagine hanno avuto le loro vite sconvolte. La mia speranza è che le indagini di controspionaggio vengano frenate e questo non accada mai più in America. La leadership dell’Fbi sotto James Comey ed Andrew McCabe era o grossolanamente incompetente o consentivano consapevolmente tremendi misfatti. Le richieste di mandato Fisa contro Carter Page – ex collaboratore di Trump, ndr – erano una farsa, e coloro che le hanno firmate hanno ammesso che se avessero saputo quello che sanno ora, non l’avrebbero firmato. È difficile credere che gli alti funzionari dell’Fbi non sapessero che il dossier Steele era stato rinnegato. È altrettanto difficile credere che gli avvertimenti della Cia e di altre agenzie sull’affidabilità di Christopher Steele e del suo dossier non fossero noti ai dirigenti”.

“L’Fbi sapeva dei contatti di Mifsud con l’intelligence”

Nel file Handling Agent 1 Redacted, verbale dell’interrogatorio del comitato giustizia del Senato Usa 3 marzo 2020 agli agenti dell’Fbi che conducevano l’inchiesta sul Russiagate, emerge anche il nome di Joseph Mifsud, il misterioso professore maltese che collaborava con la Link Campus di Roma. Secondo la ricostruzione ufficiale, il docente maltese Mifsud, ad oggi scomparso, disse a Papadopoulos di aver appreso che il governo russo possedeva “materiale compromettente” (dirt) su Hillary Clinton “in forma di e-mail”. A quel punto l’ex consulente del presidente avrebbe ripetuto tali informazioni all’alto Commissario australiano a Londra, Alexander Downer, che a sua volta riferì tutto alle autorità americane. Da qui, il 31 luglio 2016, partirono le indagini dell’Fbi sui presunti collegamenti tra Trump e la Russia, accuse che in seguito si sono dimostrate inconsistenti.

Come nota l’esperto di intelligence Chris Blackburn su Twitter, sfogliando il verbale, “l’Fbi sapeva che Joseph Mifsud stesse lavorando con figure-formatori dell’intelligence italiana presso la Link Campus di Roma. Perché anche l’Fbi lavorava lì. Ovviamente Mueller non voleva includerlo nel suo rapporto”. Altro che “agente russo”, dunque. Come sottolinea RealClearInvestigations, dopo che Mifsud fu identificato come l’uomo che avrebbe parlato con Papadopoulos, infatti, la squadra di Mueller lo ha descritto come una persona con importanti contatti russi. Questa descrizione del docente maltese ignorava però i legami che lo stesso Mifsud aveva con governi, politici e istituzioni occidentali, inclusi Cia, Fbi e servizi di intelligence britannici. È davvero curioso che, nonostante il ruolo centrale di Mifsud nelle indagini, l’Fbi abbia condotto con lui solo una breve intervista in un atrio di un hotel di Washington, DC, nel febbraio 2017. Il team di Mueller ha successivamente affermato che Mifsud ha fornito false dichiarazioni agli agenti dell’Fbi ma non l’ha messo sotto accusa come accaduto con Papadopoulos. Come poteva essere un agente russo? E se lo sera, perché non è stato interrogato?

Il dossier Steele

Scavando fra i documenti declassificati e pubblicati da Graham, emergono nuove incredibili contraddizioni circa il dossier Steele che accusava Donald Trump di essere colluso con il Cremlino. Come nota John Solomon su Just the News, poco prima che l’Fbi usasse il suo dossier per ottenere un mandato di sorveglianza contro la campagna di Trump, Christopher Steele ha incontrato i funzionari del Dipartimento di Stato e ha trasmesso informazioni che suggerivano che Mosca stesse conducendo un’operazione presso il consolato russo a Miami. C’era solo un problema con quest’informazione dell’ex spia britannica: i russi non avevano un consolato nella più grande città della Florida. Questo la dice lunga sulla sua affidabilità.

Lo scorso giungo, erano stati divulgati documenti declassificati dal direttore dell’intelligence nazionale John Ratcliffe e consegnati ai senatori Gop Chuck Grassley e Ron Johnson dimostrano che all’inizio del 2017 la comunità d’intelligence e i principali funzionai dell’amministrazione Obama sapevano che il screditato dossier sulla presunta collusione fra la Campagna di Trump e la Russia, realizzato dall’ex spia britannica Christopher Steele e finanziato da Fusion Gps, Washington Free Beacon, dalla Campagna di Hillary Clinton e dal Comitato nazionale democratico, non era attendibile. Ratcliffe ha diffuso l’allegato di due pagine, aggiunto alle conclusioni di gennaio 2017 di Fbi, Cia e della National Security Agency sulla presunta collusione russa dove è scritto nero su bianco che le informazioni fornite da Steele al bureau erano confermate “in maniera limitata”.

In attesa di Durham

All’inizio di dicembre, l’Attorney general William Barr ha nominato John Durham come Procuratore Speciale. Questo al fine di garantire a Durham, che sta indagando sulle origini del Russiagate, maggiore protezione ed evitare che possa essere licenziato dall’amministrazione Biden. Come riporta il documento citato dall’Associated Press, Barr scrive che Durham è “autorizzato ad indagare su qualsiasi funzionario federale, impiegato o qualsiasi persona o entità che abbia violato la legge riguardo alle attività di intelligence, o contro-intelligence” condotte nel 2016 nei confronti di persone collegate alla campagna di Trump.

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