“IL PARTITO UNICO DEL CENTRODESTRA NON INTERESSA A NESSUNO”

PERCHÉ CON IL TAGLIO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E IL CALO DEI CONSENSI IN MOLTI RISCHIANO DI PERDERE IL SEGGIO - E LA MELONI GODE...

16.6.2021 dagospia.com lettura5’

DOPO IL CONTRATTACCO DI BERLUSCONI, SALVINI FRENA SULLA FUSIONE FORZA ITALIA-LEGA. TE CREDO: DEPUTATI E SENATORI DEL CARROCCIO SONO IN SUBBUGLIO, PERCHÉ CON IL TAGLIO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E IL CALO DEI CONSENSI IN MOLTI RISCHIANO DI PERDERE IL SEGGIO - E LA MELONI GODE...

1 - Da www.lastampa.it PARTITO UNICO DI CENTRODESTRA, BERLUSCONI ACCELERA. MA SALVINI LO GELA: “NON INTERESSA A NESSUNO”

«Partito del centrodestra italiano». Così nella riunione del gruppo di Forza Italia a Strasburgo è stato chiamato il progetto che ha in mente Silvio Berlusconi. Il modello – spiegano fonti – è quello dei Repubblicani statunitensi, dei Tories britannici o dei Repubblicani francesi.

Si tratta di un vecchio sogno del Cavaliere, come ricordato dallo stesso Antonio Tajani nei giorni scorsi. Berlusconi ne ha parlato durante la riunione con gli eurodeputati azzurri, andando quindi anche oltre il progetto di federazione del centrodestra che, lanciato da Matteo Salvini nelle scorse settimane, aveva sollevato forti critiche nell'ala più moderata di FI, rappresentata dall'asse tra le ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Nel pomeriggio, i dirigenti dei tutti i partiti del centrodestra si incontreranno per definire le candidature alle amministrative d'autunno nei piccoli e medi Comuni. Mentre domani, anche se non è ancora arrivata la convocazione ufficiale, dovrebbe tenersi il vertice dei leader cui è affidata l'ultima parola sui candidati a Milano, Napoli e Bologna.

Dopodiché, secondo quanto si apprende, dovrebbe tenersi una riunione tra i vertici della Lega e quelli di FI in cui definire le «regole di funzionamento» della futura federazione, che è quindi data per scontata dai vertici dei due partiti.

Probabilmente si inizierà in maniera soft con una semplice collaborazione a livello parlamentare e con uno speaker unico. Sicuramente, lo sprint di Fratelli d'Italia nei sondaggi ha accelerato il processo, con Salvini che vuole evitare a tutti i costi il sorpasso di FdI sulla sua Lega.

Allo stato, il progetto è quello di una federazione dei partiti di centrodestra che sostengono il governo. Ma al momento solo Udc e NcI hanno detto di essere a favore, FI e' divisa, Cambiamo-Coraggio Italia di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro non è interessata. Progressivamente, l'idea è quella di arrivare a un partito unico, allargato anche a FdI, in vista delle Politiche del 2023.

Perché sia il Cavaliere che Salvini hanno chiarito, anche oggi, che la loro prospettiva è di arrivare a fine legislatura e non alle elezioni politiche anticipate nel 2022 dopo l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Ieri Giorgia Meloni si è mostrata molto scettica sul progetto, «non una priorità», a suo avviso.

In serata il leader della Lega gela il Cavaliere: «Nessuno sta parlando di partiti unici. Un conto è collaborare, federare, un conto è mischiare i partiti dalla sera alla mattina. Gli italiani dopo un anno di sofferenza non ci chiedono giochini politici ma fatti: salute, lavoro, riaperture – ha detto il leader della Lega intervistato a Stasera Italia su Rete 4 –,. Presentare pdl, emendamenti, iniziative pubbliche insieme è un conto. Fondare nuovi partiti non credo che serva e interessi nessuno».

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I colonnelli di Giorgia gongolano: «Noi con Meloni e loro tutti insieme appassionatamente. Basta una donna forte per superare tanti maschi in difficoltà».

Ovvero, il primo punto dopo la nuova spinta da predellino di Silvio è questo: la Meloni continuerà a non voler aderire al partito unitario, nonostante Berlusconi glielo abbia chiesto un' altra volta, perché «la solitudine fa la forza». Proprio quello che non vuole sentirsi dire Salvini, insofferente al massimo grado e ogni giorno di più alla corsa solitaria di Giorgia irrefrenabile nei sondaggi. Ma è in Forza Italia che la bomba del Cavaliere sta deflagrando.

Nel corpaccione dei parlamentari c' è chi prova a minimizzare: «Berlusconi dice partito unico ma con Giorgia ben sapendo che Giorgia non ci sarà. Quindi le sue parole vanno interpretate al contrario: niente partito unico». Ma i minimizzatori non hanno ragione.

La natura di Berlusconi è quella del «federatore sono io» e adesso pur di non dare l' impressione che il predellino del partito unico sia quello di Salvini e non il suo cerca di prendersi la bandiera e il merito dell' iniziativa. Andando più in là del capo leghista che sembra per ora accontentarsi del coordinamento dei gruppi parlamentari.

«Dobbiamo avviare un processo che cambi la politica profondamente», è quello che ha confidato nei collegamenti extra Zoom il Cavaliere agli eurodeputati con cui ieri è entrato in contatto prima e dopo la riunione del gruppo a Strasburgo di cui egli stesso fa parte.

«Non sarà un' annessione di Forza Italia al Carroccio», dice a tutti Berlusconi che ha strappato alla Lega due eurodeputati eletti al Sud (la Vuolo e Carroppo) ma anche una cinquestelle, la Adinolfi.

SCETTICISMI

Ma in Forza Italia gli scetticismi fioccano. Il «ci sta svendendo a Salvini» è un coro tra deputati e senatori. Uno dei big di Palazzo Madama spiega: «Forza Italia è in liquidazione. Il presidente non vedeva l' ora di appioppare la carcassa a Salvini, che crede di usarla per rivaleggiare con la Meloni, e in cambio accadrà questo: dieci senatori e venti deputati, i fedelissimi del Cavaliere, dalla Bernini alla Ronzulli, da Tajani a Giacomoni, da Malan al forzista-leghista e via così, nella lista unitaria con posti assicurati e il resto torna a casa».

«E noi, caro Matteo, che cosa facciamo? Regaliamo seggi sicuri al Nord ai protetti di Berlusconi quando non ne abbiamo neanche più per noi vista la riduzione del numero dei parlamentari?».

Alle orecchie di Salvini, o di chi gli sta intorno, arrivano timori così. Non campati in aria, considerando anche che i consensi per la Lega secondo i sondaggi sono in calo e trovare posto per tutti sarà un bel problema. Guarda caso lo stesso Salvini, di fronte all' accelerazione berlusconiana, frena. Proprio perché «i posti sono pochi - incalzano i suoi - e noi come donatori di sangue non siamo i più adatti».

Nessuno vuole regalare niente a nessuno, ecco, nel centrodestra voglioso di unità ma attento alle convenienze particolari. I forzisti da partito unico guardano al Sud, ovvero la Lega non ha nessuno nel Mezzogiorno e noi abbiamo voti e clientele pronte a passare al Carroccio o meglio al partito unitario. E questo spaventa tanti che proprio sul carro sudista del Carroccio sono saliti in questi anni e non vogliono essere sfrattati da berlusconiani in arrivo dopo la fine del sogno azzurro. Gianfranco Rotondi, uno che se ne intende, dice: «Alla fine, se il partito unitario è un disegno serio, può essere una mossa vincente».

NUOVO CANTIERE

Chi gongola per la svolta, se svolta sarà, sono gli ex berluscones di Coraggio Italia. Spiega Osvaldo Napoli: «Berlusconi ci fa un favore, ora il cantiere moderato e europeista potrà volare. Bussano in tanti alla nostra porta, quelli che non vogliono morire leghisti». C' è tutta l' area Brunetta-Carfagna-Gelmini che nel cantiere liberale e di centro, con pezzi di Forza Italia più Calenda più Renzi più tutto ciò che si muove fuori dal salvinismo, è pronto a ricominciare. Direzione, Draghi.

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