Vocazione scissionista. Il mistero inglorioso delle primarie, con cui il Pd si divide e si delegittima da solo

Assurde accuse di brogli, polemiche politicamente scorrette, ripicche e risentimenti a catena. I gazebo sono l’incubatore di tutte le scissioni e le lotte intestine degli ultimi anni. Perché insistere?

Francesco Cundari, 22.6.2021 linkiesta.it lettura2’

All’indomani delle primarie con cui il Partito democratico ha scelto i propri candidati in alcuni dei comuni che andranno al voto in autunno, ottenendo a seconda dei casi titoli che vanno dal flop dell’affluenza alle polemiche sulla regolarità delle operazioni, la domanda che s’impone anche al lettore più distratto e svogliato è una sola: perché? Quale vantaggio pensano di trarre da un rito che nel migliore dei casi finisce in una manifestazione di debolezza, e nel peggiore in una guerra civile?

Per quanto riguarda le primarie romane, le critiche di Giovanni Caudo e del suo sponsor Ignazio Marino sui dati dell’affluenza prima e sul voto della comunità bengalese poi non hanno nemmeno il pregio dell’originalità. «Non mi interessa la polemica sulla partecipazione, 45mila presenze sono numeri importanti», ha detto ieri Caudo, presidente del terzo municipio e secondo classificato (con distacco), il giorno dopo aver sostenuto che a suo giudizio i votanti non avevano superato i 37 mila. Dopodiché ha aggiunto: «Non si vince mettendo in fila gli stranieri per farli votare con il santino in mano senza sapere nemmeno chi devono votare». Di qui quello che è stato prontamente battezzato il «Bengala-gate» (sul controverso rapporto della sinistra col politicamente corretto, per non dire proprio con il pregiudizio, vengo tra un attimo).

La polemica sul voto dei «bengalesi» ricorda da vicino quella sulle «file di cinesi» sollevata nel 2011 per delegittimare la vittoria di Andrea Cozzolino su Umberto Ranieri a Napoli. Ma allora la vittoria fu risicata, e soprattutto Cozzolino non era il candidato predestinato alla vittoria, ragion per cui da tutte le televisioni e i giornali del paese i massimi dirigenti del Pd alimentarono lo scontro fratricida che si concluse con l’autodistruzione del Pd napoletano e la conseguente vittoria, alle elezioni vere, di Luigi De Magistris.

In questo caso, avendo Roberto Gualtieri vinto le primarie con il 60 per cento, e avendo dalla sua il novanta per cento dei dirigenti del Pd, la polemica non avrà certo gli stessi effetti. Ma conferma una tendenza autodistruttiva ormai antica. Ed è comunque degno di nota che alle primarie del 2007, quelle con cui il Pd fu “fondato” (in verità la storia sarebbe un po’ più complicata, la teoria del partito fondato sulle primarie è una fesseria propagandistica e un pezzo del problema che meriterebbe un piccolo sforzo di decostruzione, ma per stavolta ve lo risparmio) il fatto che anche chi non aveva ancora la cittadinanza potesse votare era motivo di vanto. Le file di pakistani, rumeni o cinesi ai gazebo erano esibite con orgoglio, in coerenza con la posizione di un partito che a quelle persone voleva dare il diritto di voto anche alle politiche. Salvo poi, come detto, additarli quali truppe cammellate con linguaggi e toni degni di Matteo Salvini, la prima volta in cui il risultato non era quello atteso (e speriamo che di tutto questo Salvini non si accorga, perché ne avrebbe di che alimentare le sue campagne contro lo ius culturae e l’ipocrisia della sinistra di qui al 2046).

Commenti   

#2 walter 2021-06-22 15:05
QUEL RITO OSCURO DELLE PRIMARIE – CACCIARI SMONTA IL FETICCIO DEM: "CIÒ CHE FA MALE È LA LORO ACRITICA ESALTAZIONE. NON È RAGIONEVOLE PENSARE DI SOSTITUIRE CONGRESSI CON PRIMARIE, DEFINIRE STRATEGIE POLITICHE CHIEDENDO AL PROPRIO "POPOLO" CHI SIA IL DIRETTORE PIÙ ADATTO. ADATTO PERCHÉ PIÙ COMPETENTE? PIÙ FOTOGENICO? PIÙ NOTO? PIÙ FEDELE AI "DIRIGENTI"? O ESISTE UNA LINEA SU CUI SI IMPOSTA IL CONFRONTO, O LE PRIMARIE SONO…"
Massimo Cacciari per "la Stampa"
#1 walter 2021-06-22 09:43
Roma, ancora polemiche sulle primarie: "Stranieri in fila con il santino in mano"
La denuncia di Caudo, sconfitto da Gualtieri, che mette nuovamente in dubbio il risultato di domenica
REDAZIONE ilfoglio.it

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