LA RIVOLUZIONE VERDE CI FA NERI - AVRESTE MAI DETTO CHE PIÙ IL PREZZO DELL'ELETTRICITÀ SALE

PIÙ I PRODUTTORI DI RINNOVABILI, FORAGGIATI PER ANNI DAGLI INCENTIVI PUBBLICI, INCASSANO PI§' GUADAGNANO ? Non paga imposte sulla CO2

18.9.2021 dagospia.com lettura2’

- CHI USA SOLE, ACQUA E VENTO NON PAGA IMPOSTE SULLA CO2 NE E' LEGATO ALLE FLUTTUAZIONI DEL GAS, MA VENDE L'ENERGIA ALLO STESSO PREZZO DEGLI ALTRI, OTTENENDO PROFITTI ALTISSIMI...

Sandro Iacometti per "Libero quotidiano" Per avere un'idea di quello che sta accadendo sull'energia è necessario dare un'occhiata agli andamenti della borsa elettrica, il mercato dove i produttori vendono e i consumatori comprano. Un megawattora veniva venduto a gennaio in media a 60 euro. A settembre il prezzo è schizzato, sempre in media, a 144 euro. Praticamente il doppio. Ma ieri stava a 183 euro e mercoledì a 174.

Ora, facciamo finta per un attimo che questa impennata non abbia nulla a che fare con l'ossessione ambientalista della Ue e la corsa verso l'energia pulita. Accettiamo, così per gioco, la tesi sostenuta da Bruxelles che solo un quinto dei rincari dell'energia sia dovuto al meccanismo dei permessi di Co2 e che il resto sia colpa della carestia di gas che ne ha fatto schizzare il prezzo.

Il ragionamento successivo è che se fossimo stati più ecologisti prima, e avessimo già compiuto la transizione ecologica, ora saremmo molto meno dipendenti dai combustibili fossibili e pagheremmo l'energia pochi euro.

Eh sì, perché chi opera con il sole, con l'acqua o con il vento se ne frega del prezzo del gas e può produrre energia a costi molto più bassi, non dovendo subire gli effetti delle oscillazioni del metano. Ma l'elettricità si vende e si compra in base al prezzo che viene definito in Borsa, non in base a quanto ti è costato produrla.

Se la quotazione è fissata a 100, a quel prezzo la vende sia la centrale a carbone, che ha pagato un occhio della testa per produrla, comprando valanghe di permessi di emissione di Co2, sia quella a gas, che deve fare i conti con i rincari della materia prima, sia l'impianto di pale eoliche, il cui unico problema sono le condizioni atmosferiche.

Il risultato è: primo, che avere più o meno rinnovabili non cambia niente (come dimostra l'allineamento dei prezzi dell'elettricità in tutta Europa) perché anche i produttori non fossibili, come ha spiegato bene Jacopo Giliberto sul Sole 24 Ore, «cercano di estrarre il margine più alto possibile collocando le offerte appena sotto i termoelettrici»; secondo, che gli operatori delle rinnovabili in questi giorni stanno facendo affari d'oro alle nostre spalle.

Certo, loro sono dalla parte giusta della storia, come dice la Commissione europea. Ma adesso speculano sul prezzo dell'elettricità dopo essersi messi in tasca fior di quattrini dei contribuenti.

Quegli oneri di sistema in bolletta di cui tanto si parla in questi giorni, infatti, finiscono in gran parte in tasca loro. Per la precisione, circa 11 miliardi sui 15 totali che ogni anno lo Stato spilla ai consumatori per voci di spesa che non riguardano la componente energia.

Insomma, oltre al danno la beffa. Più l'elettricità sale per colpa della rivoluzione verde, più i produttori di rinnovabili, vissuti per anni di incentivi pubblici, incassano.

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