1-Napoli batte cassa. Draghi non ci sta. Il piano del governo per le città in dissesto

2-Il super green pass è realtà. Ma adesso chi farà i controlli? 3-Le modifiche al ribasso al Reddito di cittdinanza sono responsabilità dell'esecutivo

Ponte in Nepal

25.11.2021 autori vari dal foglio.it lettura4’

1-Non si arriverà al commissario straordinario come fu per Roma. Lo stato si accollerà una parte del debito dei comuni sull'orlo della bancarotta, ma imporrà un piano di rientro

    

Manfredi minaccia le dimissioni con Palazzo Chigi. Ma per salvare Napoli servirà un disegno più ampio: coinvolte anche Torino e Palermo, e forse Reggio Calabria. Da Palazzo San Giacomo chiedono di fare presto, o il Pnrr è a rischio. Per il Mef servono almeno 500 milioni, e ora non ci sono. Se ne riparla nel 2022

C’è Napoli con le dimissioni sul tavolo del sindaco Gaetano Manfredi. Ma ci sono anche altre città che ballano sull’orlo della bancarotta: Torino e Palermo, per esempio. E Reggio Calabria. Non riescono a chiudere i bilanci. Ma nemmeno a comprare una risma di carta o a procedere con un’assunzione di staff. Questi sindaci, tutti di centrosinistra, stanno mettendo le mani avanti con Palazzo Chigi. Il senso dei ragionamenti caduti sul tavolo del sottosegretario Roberto Garofoli, e indirizzati al premier Mario Draghi, è il seguente: “O il governo ci dà il via libera a una gestione commissariale del debito storico o vi ridiamo le chiavi del municipio”. E arrivederci e grazie. Manfredi continua a ripeterlo. Lo ha spiegato giorni fa anche alla ministra per il Sud Mara Carfagna, incontrata a Palazzo San Giacomo: e più che spiegargliela, l’incombenza del dissesto gliel’ha mostrata. I locali scalcagnati, i consiglieri comunali costretti a portarsi da casa la carta igienica, i bagni al limite della praticabilità. Ma quello che è parso chiaro all’esponente di Forza Italia è evidente a tutti: se ci si incaponisce su un provvedimento fatto su misura per la sola Napoli, la materia diventa politicamente ingestibile. E allora il governo batterà una via più lunga, per arrivare alla meta: un bel provvedimento pensato teoricamente per tutte le 14 città metropolitane, ma a patto che accusino specifiche sofferenze contabili. Ed ecco allora che, oltre al capoluogo partenopeo, nell’elenco dei disastrati finiscono anche Torino e Palermo, con Reggio Calabria ancora in bilico. SIMONE CANETTIERI E VALERIO VALENTINI 25 NOV 2021 ilfoglio.it

2-Il super green pass è realtà. Ma adesso chi farà i controlli?

Dal 6 dicembre si userà il certificato verde anche sui mezzi pubblici. La preoccupazione dei sindacati dei trasporti e del Viminale

Per non tornare indietro, si è fatto un passo in più. Ma chi si assicurerà che tutto vada per il meglio? Quando ieri il governo ha annunciato la svolta super green pass, premiare i vaccinati sin dalla zona bianca inibendo alcune attività ai soli non immunizzati, subito è iniziata a circolare quella strana percezione che non si siano fatti abbastanza i conti con l'oste. Ché l'applicazione del nuovo modello prevede pur sempre delle novità non così facilmente calabili nella realtà sperimentata durante questi ultimi mesi. Un caso su tutti, il nodo dei nodi: i trasporti. Guardate alle immagini di bus e metro stracarichi come spesso si è visto sulle pagine dei giornali. Il solito (scemo) dilemma: ha senso un controllo rigoroso nei posti al chiuso se ci si infetta nel tragitto per raggiungerli?

E' per questo che fino ad ora il proposito di introdurre la certificazione verde anche sui mezzi del trasporto pubblico sempre era decaduto, alla prova dei fatti. Nessuno era riuscito a sbrogliare l'enigma controlli nella quotidianità, con un numero di passeggeri così ampio. E ci si era limitati a una serie di progressivi correttivi di taglio minimale. Come lo si affronterà adesso? Tempo addietro, quando venne fuori l'ipotesi che i controllori dei bus avrebbero potuto richiedere il green pass congiuntamente al titolo di viaggio, i lavoratori dell'Atac non sembrarono granché entusiasti ("questi ce menano", dissero riferendosi ai pendolari con cui hanno a che fare ogni giorno). E pure i sindacati dei trasporti erano sembrati poco entusiasti, sempre battendo sul tasto della sicurezza. LUCA ROBERTO 25 NOV 2021

    

3-Le modifiche al ribasso al Rdc sono responsabilità dell'esecutivo

    

Un ripasso utile per il Mef, ostaggio del diktat del M5s che ha impedito di toccare qualsiasi cosa, anche per spendere meglio le stesse risorse all’interno della misura

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha parlato dell’eliminazione, segnalata un paio di settimane fa dal Foglio, della norma che avrebbe ridotto l’aliquota marginale sui percettori di reddito di cittadinanza dal 100 all’80 per cento, rendendo così meno sconveniente lavorare. “Avevamo esaminato questa ipotesi – ha detto Franco in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato –, l’idea è di consentire di cumulare un reddito da lavoro occasionale con una parte del reddito di cittadinanza, non riducendolo in un rapporto uno a uno”. Questa misura “avrebbe degli effetti positivi”, afferma il ministro, perché “accrescerebbe l’incentivo a tornare nel mercato del lavoro”, ma è poi è stata stralciata perché “aveva un costo e doveva essere coperta con il décalage ma i cambiamenti poi intervenuti nella struttura del Rdc hanno fatto cadere quest’ipotesi”.

Più o meno lo stesso monito fatto risuonare oggi sulla Stampa dalla segretaria nazionale della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis. Secondo cui la verifica dovrebbe essere fatta "all'acquisto del titolo di viaggio, proprio per non esporre il personale ad alterchi e aggressioni a bordo del mezzo". E' soprattutto sui bus che grava la grande incognita delle settimane a venire, perché come ha spiegato lo stesso ministro Brunetta al Foglio, per quanto riguarda le metropolitane "i lettori ottici ai tornelli potrebbero essere facilmente integrati per leggere il Qr Code dei certificati verdi". Altra cosa è prevedere un meccanismo di controlli a campione sui mezzi pubblici che inevitabilmente potrebbero rallentare alcune tratte in particolari frangenti orari. Anche perché ieri il ministro Speranza è sembrato fugare ogni dubbio a riguardo. Ma nelle bozze del decreto licenziato dal governo, in effetti, come hanno sottolineato gli stessi operatori del trasporto, sul punto le indicazioni sono ancora poco chiare e il riferimento rimane ai treni regionali, per cui i controlli ricalcherebbero quanto già accade per l'alta velocità. E però anche qui resta definire: cosa succede se viene trovato un passeggero sprovvisto di green pass? Si riceve una multa o si viene allontanati?

Una generale apprensione che si accoppia ai dubbi e le preoccupazioni che interessano in queste ore il Viminale, che dovrà poi materialmente coordinare la stretta sugli accertamenti del super green pass. Per esempio implementando la cornice del decreto con la serie di circolari per una sua pratica applicazione sui territori da parte dei prefetti. Il rischio, sospirano al ministero dell'Interno, è lasciare la gran parte del lavoro nelle mani delle forze dell'ordine. E forse solo dal 6 dicembre in poi, quando tutto questo diverrà realtà, si potrà capire cosa ha funzionato e cosa no. Sperando nel frattempo di non dover correre ai ripari. LUCIANO CAPONE 25 NOV 2021

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