Di Maio: "Nessuno tocchi Draghi. Andare a votare? Nemmeno Conte lo vuole"

L'intervista al ministro degli Esteri: "Insistere sul green pass? Per me si può fare anche un mega green pass pur di non chiudere. In Francia voterei Macron"

Insignito ordine Isabellala Cattolica

REDAZIONE 28 NOV 2021 ilfoglio.it lett4’

"Sono convinto che l'Italia possa essere uno dei paesi più ottimisti rispetto all'impatto di questa nuova variante. Se

guardiamo all'estero questa mattina Israele ha chiuso i confini, l'Olanda ha dichiarato il lockdown parziale. C'è grande attenzione. Dobbiamo utilizzare tutte le misure che ci servono per evitare di chiudere l'Italia. Meglio chiudere all'estero che chiudere il paese". L'intervento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla festa dell'Ottimismo comincia da qui: dall'emergenza sanitaria, e dalla gestione della pandemia da qui alle settimane a venire. Per questo l'ex capo de Cinque stelle non trova scandaloso che si proroghi, nel caso, il super green pass quando scadrà a gennaio. "Ritengo pericoloso che si possa avere un'opinione politica su questo tema. Rischiamo di perdere il treno della crescita che abbiamo consolidato al 6 per cento nei primi 6 mesi del 2021. Se a gennaio siamo in una condizione in cui togliendo il green pass rischiamo di richiudere ben venga non solo il super green pass ma anche il mega green pass".

Proprio sull'ostinazione no vax, il ministro usa parole inequivocabili. Per lungo tempo il M5s ha alimentato sentimenti antiscientifici. "Ci sono stati persino degli eletti del M5s sostenitori di queste teorie. Bisogna essere chiari e dire che chi mette in discussione i vaccini mette in discussione la nostra libertà. A Trieste si è impennata la curva dei contagi dopo le manifestazioni". Al Movimento 5 stelle non interessano i voti dei no vax? "Non ci interessa nemmeno ammiccare a quelli che causano tutte queste difficoltà. Guardate l'intervista a Schallenberg. Propone multe ai non vaccinati, Noi abbiamo fatto scelte difficile a tempi debito per evitare nuove chiusure. Da quando ho coscienza politica sono cresciuto nella stagnazione. Sto vedendo un paese che cresce al 6 per cento, fa il record di export e fa meglio di Germania e Francia. L'unica strade che abbiamo è garantire il rigore di queste misure".

Virata sulla politica. Draghi deve restare a Palazzo Chigi? "L'Italia non può permettersi di perdere Mario Draghi. E' interesse del paese che continui a guidare una situazione così difficile. Nel 2022 dovremo affrontare la riforma del patto di stabilità", dice Di Maio. Che sul gioco stucchevole del Toto Qurinale sostiene che "arriveremo a gennaio senza più nomi. Chi ha esperienza politica sa che oggi ogni nome è un illusione. Ci possiamo far affascinare dai nomi ma chi ha esperienza sa che fino a 15 giorni prima sono solo nomi da bruciare".

In ogni caso, guardando alle strategie interne ai Cinque stelle, "la strategia sul Quirinale la si fa con la leadership che ascolta i gruppi parlamentari. Il partito dei franchi tiratori è vivo e lotta insieme a noi. Nessuna coalizione può farcela da sola".

A proposito di dialettica interna al movimento cinque stelle. Giuseppe Conte sembra essere in grande fatica. Avrebbe annunciato anche lei una decisione come quella sulla Rai? "La nostra forza politica ha bisogno di tempo per rimettersi in moto, viene da un anno e mezzo di transizione". Più penultimatum o ultimatum? A nessuno frega niente del dibattito interno alle forze politiche".

In ogni caso sulle prospettive future del movimento Di Maio non ha una lettura negativa, anzi. "L'epoca del 33 per cento vedeva un sistema tripartito. Mentre adesso se il M5s avrà la forza di quello scatto di reni potrà mirare al 20 per cento, che è la soglia di una prima forza politica. Può essere la prima formazione della coalizione progressista. Il M5s ha l'opportunità di diventare la forza ecologista principale in Italia. Deve intercettare le richieste non solo dell'ambientalismo ma anche delle aziende, perché sostenibilità vuol dire transizione".

In questi anni, altro grande tema, i grillini sembrano essere diventati tutt'altra cosa. Anche sulle Francia. Dalle foto coi gilet gialli alla firma del Trattato del Quirinale a Villa Madama. "Abbiamo avviato una profonda riflessione anche sul tema del garantismo. Ma il Trattato del Quirinale è una grande opportunità. Lavoreremo insieme. Se in Francia voterei Macron? Sì, non voglio interferire. Ma quello che hanno fatto le leadership di Italia e Francia ci ha portato a raggiungere un grande risultato come il Next generation Eu. All'epoca furono le confindustrie dei paesi a fare pressione per sbloccare la situazione. Ora dobbiamo vincere quella grande sfida".

Qualora non ci fosse più Draghi può andare a avanti una maggioranza così eterogenea? "Con i se non andiamo da nessuna parte", dice il ministro in conclusione. "Quello che fanno alcune forze politiche, ragionare sul Quirinale pensando alle elezioni, è una scelta sbagliata. Il Di Maio di tre anni fa avrebbe pensato che mi volevo tenere la poltrona . C'è un correlazione tra l'instabilità politica e l'andamento del Covid. Chi sta pensando di andare a votare per tornaconto personale fa un danno al paese di cui renderà conto la storia. Conte è tra questi? Ma anche lui ha detto di non voler andare alle urne".

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