Quella sinistra che nasconde il putinismo sotto al velo del pacifismo

- Salvini rivuole Trump e pure i voti delle Europee.

05 MAG 2022 lettere direttore ilfoglio.it

Al direttore - Salvini rivuole Trump e pure i voti delle Europee.

Giuseppe De Filippi

Al direttore - Salvini pronto a partire per Mosca. Forse con le sanzioni alla Russia stiamo un po’ esagerando (Marco Noel, Twitter).

Michele Magno

Al direttore - Nel discorso del 22 febbraio, con cui Vladimir Putin dichiarò guerra all’Ucraina, non compaiono mai né l’acronimo Nato né la parola “accerchiamento”. Trovo singolare che un Pontefice – il quale paragona un’alleanza militare difensiva a un cane che abbaia ai confini della Russia – si riveli più zarista dello zar.

Giuliano Cazzola

Ha stato Putin, non l’occidente.

Al direttore - Ryan ha 26 anni. E’ di Perth, Australia. Ha una laurea e un master in International Law. E’ venuto in Europa con un permesso di novanta giorni. Lo ha fatto solo per la causa dell’Ucraina. Non ha radici ucraine, non ha parenti ucraini, non ha amici ucraini. “Al di là di ogni empatia possibile, sono rimasto colpito dalla mobilitazione che in tutto il mondo civile si è prodotta intorno alla coscienza netta che oggi più che mai il male è chiaramente riconoscibile: it’s the Big Evil”. Me lo racconta mentre impacchettiamo grandi scatole piene di centinaia di barattoli di zuppa che partono per il confine e arriveranno domani in Ucraina, confezionati da persone di Cracovia, polacchi e non solo. “L’empatia è un sentimento positivo, ma non è il solo. Non puoi sempre e solo solidarizzare con i tuoi simili, con quelli del tuo gruppo umano, coi quali è semplice e immediato identificarsi, che hanno la tua stessa identità di genere, la tua stessa condizione economica, le tue stesse radici. A volte devi riconoscere razionalmente che c’è qualcuno di molto lontano, di molto diverso, che però sta difendendo i valori per i quali tu puoi essere quello che sei. E non ho dubbi che questa sia parte di una battaglia globale tra democrazia e autoritarismo”. Ryan è qui da diversi giorni, ha parlato con decine di ucraini. “Quello che ho cominciato a realizzare”, e abbassa la voce per non turbare la lunga coda di rifugiati che sono qui per un pasto, “è che più questa cosa andrà avanti e più rischia di assomigliare all’Holodomor”. Cioè al grande genocidio per fame dei primi anni Trenta, anch’esso causato intenzionalmente dalla Russia, allora di Stalin. “Quello che chiedono tutti, tutti quelli con cui ho parlato è una cosa sola: che si chiuda lo spazio aereo”. Riflette su quanto sia difficile per i leader occidentali decidere su questo. “Non vorrei essere nei loro panni. Ma è vero che chiudere i cieli è l’unico modo oggi per fermare la strage di civili”.

Francesco Chiamulera

Su questo tema, e sul tema dell’aggressione all’Ucraina, dove in città come Mariupol i soldati russi in due mesi hanno ammazzato il doppio delle persone uccise dai nazisti, vale la pena riportare un formidabile articolo di Paul Krugman, dedicato a chi a sinistra tenta di nascondere il suo putinismo sotto al velo del pacifismo: “Se l’Ucraina vincerà sul serio, sarà un trionfo per le forze della libertà ovunque. Gli aspiranti aggressori e i criminali di guerra si troveranno obbligati a prendersi una pausa. I nemici occidentali della democrazia, molti dei quali fino all’altroieri erano fanboy di Putin, riceveranno una lezione pratica sulla differenza tra gli atteggiamenti da macho e la vera forza. E il credito di tale vittoria, se si materializzerà, andrà ovviamente e perlopiù agli stessi ucraini. Niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza la leadership coraggiosa ed efficace di alcune nazioni occidentali (ahimè, non tutte)”.

Al direttore - La decisione di realizzare finalmente un termovalorizzatore anche a Roma è certamente giusta, come quella dei rigassificatori. Ma possibile che ormai in questo paese non si riesca a fare più nulla senza un commissariamento che altro non è che una deroga alle leggi ordinarie? Addirittura con decreto ma senza nominare l’impianto, e nascondendolo dietro al Giubileo. Sfruttando l’emergenza per bypassare Zingaretti e il codice degli appalti e scudo penale al commissario? E con pieni poteri ai presidenti di regione per fargli fare i rigassificatori che proprio loro fino a oggi hanno ostacolato? Non sarebbe meglio cambiare direttamente la legge, ma renderla uguale per tutti? Mi rivolgo al vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, che propone un proporzionale per ritornare all’egemonia dei partiti, e a lei direttore che qualche giorno fa ha scritto di “partiti abituati a campare di rendita anti populisti”. Senza cinghia di trasmissione c’è il rischio, come fu per Renzi, di compiere un riformismo dirigista senza che sia stato spiegato alla società, e quindi passare dal no a tutto alla strage del diritto. Non basta una legge elettorale per fare un partito, se poi hai bisogno di un commissario al Giubileo per fare un termovalorizzatore (si chiama così!): iniziassero a scegliere candidati anti populisti per la campagna elettorale a tutti i livelli.

Annarita Digiorgio

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata