Se il Pd riparte da Elly Schlein... Un cinepanettone da opposizione “siamo uteri di sinistra”

Il centrocomunista non ha da opporre alla controparte un bel nulla, se non un vacuo identitarismo da cinepanettone democratico, appunto, eccola qui: la via lesbo-arcobaleno al progressismo autunno-inverno 2022

Iuri Maria Prado 25.9. 2022 liberoquotidiano lettura2'

Dunque il Pd ricomincia da Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia Romagna e candidata di spicco della lista-scioglilingua "Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista" (potevano scriverlo tre volte, quattro volte, "democratico": vedi mai che tirava su i sondaggi). E se c'era bisogno di una riprova del fatto che il centrocomunista non ha da opporre alla controparte un bel nulla, se non un vacuo identitarismo da cinepanettone democratico, appunto, eccola qui: la via lesbo-arcobaleno al progressismo autunno-inverno 2022.

A impostarla in questo modo sono loro, è lei, che contro le rivendicazioni materno-cristiane dell'avversaria adopera lo slogan da telenovela open minded «Sono una donna, amo una donna», che è insieme superfluo e insufficiente per preferirla all'altra e conduce soltanto alla domanda essenziale: e chi se ne frega? Salvo forse che in qualche poco determinante centro anziani in cui si sospira sul mondo andato a rotoli per colpa dei capelloni e della minigonna, infatti, un elettore che non vota per una candidata perché è omosessuale verosimilmente non esiste, e che non esista è ovviamente una buona cosa.

E allora non si capisce per quale motivo mai il curriculum sessualmente orientato dovrebbe dire qualcosa di apprezzabile sulla presentabilità politica di una persona e non ridursi, piuttosto, a quel che è: vale a dire soltanto un'altra specie di populismo in versione Erasmus, un'etichetta (ma auto-imposta) sul solito pacco di fesserie della solita sinistra che a Dio-Patria-Famiglia oppone Fedez-Greta-Zan, e all'avvento delle destre pericolose la guarentigia democratica del Sabato Progressista.

Il tutto, ma guarda un po', nel preannuncio della seconda stagione dell'affascinante avventura con i 5Stelle del Professor Graduidamende, quello con cui a sinistra son certi di andare d'accordo dalla A alla Z sugli interscambiabilissimi programmi di grassazione e redistributivi che sono il nerbo trasversale dei garanti dell'Italia statalista e parassitaria.

Quando dice, a proposito delle donne, «non siamo uteri viventi, siamo persone», Elly Schlein avrebbe perfettamente ragione: avrebbe, perché il guaio è che in controluce la sua alternativa non è una raccomandabile compostezza civile asessuata, ma la preminenza morale degli “uteri di sinistra”, una roba di cui,francamente, uno (e si spera anche una) farebbe volentieri a meno.

Il problema di questi qui resta sempre lo stesso anche con l’innesto di queste qui, e cioè che al possibile difetto liberale altrui oppongono il sicuro, ma moltiplicato, difetto liberale loro, con il reddito da 25 Aprile e il diritto acquisito all’endorsement della stampa coi fiocchi, con il comizio legittimato in coming out e con le aule sorde e maschiliste finalmente aperte al bivacco dei manipoli Lgbtq.

 

È una sinistra parecchio convenzionale quella che pretende di riformularsi in una specie di laburismo sindacal-ecologista che mette in Costituzione l’obbligo gay friendly e tanta galera democratica per chi fa il saluto sbagliato.

Parecchio convenzionale e soprattutto parecchio vecchia, se al posto dei lucertoloni che andavano in pellegrinaggio a Mosca presenta i virgulti che in piega sessualmente corretta ne continuano in purezza la tradizione.

Commenti   

#1 walter 2022-09-25 15:44
ELEZIONIVenerdì 23 settembre 2022 - 19:32Elly Schlein: sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre "Non per questo sono meno donna"
Roma, 23 set. (askanews) – “Sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi” ( ma allora ci sono anche uteri viventi e quali? Ndr.). Lo ha detto Elly Schlein parlando alla manifestazione del Pd a piazza del Popolo a Roma. “E no, non basta essere donne per aiutare le altre donne. C’è una bella differenza tra leadership femminili e femminista”.
Adm

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