Sulla giustizia (ergastolo e chiavi “da buttare”) e sul Covid (bene la piccola marcia indietro sulle mascherine) al governo Meloni non riesce l’operazione make-up. Non va bene,

- Lo schiaffo di realtà per Meloni sull'ergastolo ostativo. Lettere Direttore: Al Bano ha confermato che non canterà più in Russia. Per Putin è finita

CLAUDIO CERASA e ANTONUCCI  01 NOV 2022 ilfoglio.it

Sulla giustizia (ergastolo e chiavi “da buttare”) e sul Covid (bene la piccola marcia indietro sulle mascherine) al governo Meloni non riesce l’operazione make-up. Non va bene, è ora di decidere

Le prime due settimane di vita, in Parlamento, della maggioranza a trazione meloniana offrono agli osservatori segnali contraddittori rispetto alle intenzioni future del governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia. Il primo segnale, quello registrato in apertura della legislatura, e negli stessi istanti in cui Silvio Berlusconi mandava a quel paese il futuro presidente del Senato, Ignazio La Russa, è risultato essere un segnale politico non episodico ed è un segnale che ci dice in modo inequivocabile che le tre punte del centrodestra, per ragioni diverse, continueranno a marciare divise, litigando su tutto, per provare a colpire unite, sì, ma senza avere ancora di fronte a sé un progetto politico né unitario, né chiaro, né definito, né liberale. E così il film osservato in questi primi giorni promette di essere il film di tutta la legislatura: Meloni non perde occasione per mostrare al pubblico il make-up della moderazione, Berlusconi non perde occasione per dimostrare che è lui il vero padre della coalizione e Salvini non perde occasione per provare a dimostrare di essere lui il vero custode dell’ortodossia sovranista. Come inizio, non c’è male.

- Lo schiaffo di realtà per Meloni sull'ergastolo ostativo

ERMES ANTONUCCI 01 NOV 2022

    

Dopo mesi di propaganda, la premier costretta a rinnegare se stessa sul "fine pena mai" (in contrasto con la Costituzione). Per l'imbarazzo ricicla le più antiquate fantasie dell’antimafia complottista

Sullo stesso argomento:

Carlo Nordio nel libro di Claudio Cerasa: “L'immunità parlamentare? Aveva ragione Bettino Craxi”

Ergastolo ostativo, la Consulta concede al Parlamento altri sei mesi per una legge

Dopo aver trascorso gli ultimi mesi della scorsa legislatura ad accusare il governo Draghi e il Parlamento di voler favorire la mafia abolendo l’ergastolo ostativo (dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale), dopo aver annunciato in campagna elettorale il salvataggio di quell’istituto perché “non possiamo darla vinta a Totò Riina”, dopo essere stata nominata premier e aver annunciato nel suo discorso programmatico di voler impedire che “venga meno uno degli istituti più efficaci nel contrasto alla mafia che è il carcere ostativo”, ieri Giorgia Meloni ha dato notizia dell’approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge che abolisce l’istituto dell’ergastolo ostativo.

-Lettere Direttore Non farsi trollare dalla “Meloni Salvini Associati”

01 NOV 2022 ilfoglio

    

Al direttore - Al Bano ha confermato che non canterà più in Russia. Per Putin è finita.

Michele Magno

Al direttore - “Meloni archivia la Resistenza”, ha titolato Repubblica il giorno dopo il discorso del presidente del Consiglio per la richiesta di fiducia al Parlamento, non essendo la parola “Resistenza” mai citata in quella allocuzione, forse perché, ipotizza il quotidiano di Largo Fochetti, per il neopremier non è “degna di essere nominata”. In effetti, dato che stava parlando di totalitarismi e aveva citato il Risorgimento, una parola sulla Resistenza ci sarebbe stata bene. Anche altri politici e commentatori hanno fatto notare questa inadempienza. Ma Giorgia Meloni, a onor del vero, non è l’unica ad averla commessa. “Resistenza” non appare nel discorso di richiesta di fiducia di Mario Draghi nel 2021, in quello di Giuseppe Conte, né del 2019 (quando governava con il Pd), né in quello precedente del 2018 (il partner allora era la Lega). Non ne troviamo cenno nel discorso di Paolo Gentiloni (2016), in quello di Matteo Renzi (2014) e nemmeno in quello di Enrico Letta (2013). Ho confidato in Mario Monti (2011), ma anche lì, nessuna traccia. Insomma, un peccato di omissione di cui non si è resa colpevole solo Giorgia Meloni, ma lei è stata l’unica a cui è stato fatto notare. Come dire? C’è Resistenza e Resistenza.

Ubaldo Casotto

L’unica resistenza a cui la sinistra oggi dovrebbe prestare un po’ di attenzione è quella legata alla tentazione irresistibile del centrosinistra di cadere nelle trappole dialettiche della “Meloni Salvini Associati”. E il caso del rave, per esempio, è una di quelle: davvero si può regalare alla destra la battaglia per la difesa della legalità mettendo Meloni e Salvini nelle condizioni di sostenere che la sinistra è dalla parte, per esempio, di chi vuole organizzare rave illegali? Il trollaggio è partito. Svegliarsi, please.

Commenti   

#1 walter 2022-11-01 14:17
1 NOV 2022 12:01
“IL GOVERNO MELONI COMINCIA NEL PEGGIORE DEI MODI” – L’INFETTIVOLOGO MATTEO BASSETTI, NON CERTO OSTILE AL CENTRODESTRA, NON HA GRADITO IL “LIBERI TUTTI” DECISO DALLA DUCETTA SUL COVID: “AVER DETTO CHE È STATO TUTTO IDEOLOGICO È UN ERRORE CLAMOROSO. SA MOLTO DI RESA ED È UNO SCHIAFFO AL 95% DEGLI ITALIANI E AL 99,3% DEI MEDICI ITALIANI CHE SI SONO VACCINATI. PERCHÉ È COME 'SIETE DEI CRETINI, HANNO FATTO BENE QUELLI A NON VACCINARSI'…”
Da “Radio Cusano Campus”

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