Contro le alluvioni più opere e meno ideologia”. Parla il sindaco di Ravenna

"La politica deve chiedersi qual è la sua priorità: salvare vite umane o gli alberi e le nutrie nei fiumi?". Parla Michele De Pascale, primo cittadino della città sotto emergenza:

LUCA ROBERTO 19 MAG 2023 ilfoglio.it

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“Questa tragedia ci insegna che la politica deve darsi delle priorità: è più importante salvare vite umane o preoccuparsi di questioni come la nidificazione nei fiumi o la difesa di alberi e nutrie?”. Michele De Pascale è il sindaco di Ravenna. Da diverse ore vive quelle che ha definito “le giornate più brutte della nostra provincia”. Eppure è tutt’altro che fatalista, guardando ai danni che ha inflitto l’alluvione alla sua comunità, nel secondo comune d’Italia per estensione territoriale. “In queste ore sento nelle trasmissioni televisive che la soluzione sarebbe rinaturalizzare i fiumi, tornare a un glorioso e incontaminato passato. Ma per noi tornare al passato significherebbe tornare alle paludi, alla malaria”, racconta al Foglio. “Dicono che era un evento inevitabile. Ma da noi quella che sarebbe stata una vera e propria catastrofe la si è evitata. E non grazie a un lavoro di ieri, bensì alla deviazione dei fiumi Ronco e Montone, al grande progetto ingegneristico dei Fiumi Uniti, che risale al 1600. Ecco cosa rispondo a chi ci chiede di tornare indietro: basterebbe essere all’altezza del proprio passato”. E’ lo stesso De Pascale a riconoscere che “nel giro di due settimane abbiamo avuto precipitazioni da record, come mai si erano registrate prima”. Quindi, vade retro negazionisti. “I cambiamenti climatici sono un dato di fatto. Solo che mentre prima i comunisti come mio nonno abbracciavano l’innovazione per bonificare, spaccandosi la schiena, adesso gli ambientalisti vorrebbero bloccare tutto”.

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