Di tutto, di più. La destra impresentabile riporta in Rai i lanzichenecchi

L’ex presidente Marcello Foa, tristemente noto per aver diffuso bufale trumpiane, ha invitato alla radio un medico sospeso per non essersi vaccinato.

Mario Lavia 20-9-2023 linkiesta.it lettura2’

Con questi al potere, i negazionisti sembrano pronti a inquinare di nuovo il discorso pubblico

Per favore risparmiateci una nuova stagione di scienziati contro esaltati, per favore non riaprite la porta ai vari giocolieri delle chiacchiere antiscientifiche, per favore evitate i saltimbanchi del negazionismo e dunque per favore, cara mamma Rai, cerca di non confondere pluralismo con disinformazione. Mentre il Covid si riaffaccia seriamente ma per fortuna sbattendo il muso contro i vaccini non c’è davvero bisogno di una nuova crociata dei no vax, né della revanche degli sconfitti come Marcello Foa, già indimenticabile, in negativo, presidente della Rai poi defenestrato e ora risarcito dal nuovo corso verdenero con una trasmissione su RadioUno, “Giù la maschera” (appunto) finita nel mirino per via di alcune dichiarazioni sui vaccini di Massimo Citro della Riva, medico e specialista in psicoterapia, autore di testi no-vax (“Eresia”) e sospeso dall’Ordine dei medici di Torino durante la pandemia.

Siamo alle solite giustificazioni da finto pluralismo, devono parlare tutti, chi è a favore e chi è contrario. Che sciocchezza. Populismo allo stato puro: uno vale uno, per cui dati documentati dalla comunità scientifica mondiale dopo la somministrazione di miliardi di dosi di vaccini può essere tranquillamente messi in forse da chiunque in nome di una malintesa libertà.

E anzi qui va pure peggio, questo qui è stato sospeso per non essersi vaccinato e ha ripetuto ai microfoni del servizio pubblico, in sostanza che i vaccini sono nocivi e chi li produce ha la volontà di fare del male. Affermazioni chiaramente indifendibili, tranne che da Foa che ha sibilato: «Certo», e infatti la Rai ha preso le distanze dopo che i comitati di redazione dei giornalisti avevano duramente criticato la trasmissione.

Ma così è troppo facile. È come affidare una trasmissione a Hermann Göering e poi dissociarsi dalle frasi antisemite. Comodo, prendere le distanze dopo. Intanto il danno è fatto. Ed è sintomatico che questo clima vannaccista si stia piano piano estendendo a molti temi infettando in questo caso il dibattito su un tema come quello sul Covid sul quale non c’è da fare i fenomeni ma la nuova destra è così, si vendica di quello che c’era prima, segue l’istinto della rivincita sgattaiolando dietro il paravento del politicamente scorretto, giocando a demistificare i fatti con tanti saluti alla qualità dell’informazione.

Marcello Foa è un perfetto vannaccista, infatti due giorni fa ha ospitato proprio il generale, è cioè un fascioleghista, un sostenitore di idee reazionarie nel senso tecnico del termine fino appunto al negazionismo, ed è un serio problema che la Rai gli abbia affidato un programma in ottima fascia oraria su RadioUno (non è l’unico segnale che si stia cercando di affossare la radiofonia) e la presa di distanza, per quanto doverosa, da il senso di un’azienda allo sbando, la famosa Rai meloniana che o fa guai o non decolla proprio.

Ora è evidente che non sarà Marcello Foa a fermare la storia né la scienza, e nemmeno la Rai, e però si sente in lontananza tutto un borbottio populista, uno sferragliare di piccole armate no-vax pronte a riprendere lo spazio che conquistarono nei momenti più tremendi della battaglia poi stravinta con i vaccini e non vorremmo ripiombare in un clima parossistico di rimessa in discussione di quanto la scienza ha sin qui prodotto. La Rai ha fatto un bel passo indietro, ma sui vaccini no, non si può arretrare.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata