“SONO ANZIANO, LA TESTA PERÒ FUNZIONA” – LUCIANO CANFORA E' STATO RINVIATO AGIUDIZIO dalla Giorgia Meloni

CON L’ACCUSA DI DIFFAMAZIONE AGGRAVATA NEI CONFRONTI DI GIORGIA MELONI DEFINITA “NEONAZISTA NELL’ANIMO” – “NELL’ANIMO VIENE DA LUCREZIO ..

17.4.2024 dagospia.com lettura2’

E C’È UN GRANDE PENSATORE LIBERALE, TOCQUEVILLE, IL QUALE RACCONTA IL SUO SENTIMENTO PROFONDO DI AVVERSIONE VERSO LA DEMOCRAZIA, LUI LO DEFINISCE IL FONDO DELL’ANIMA”- LA SORA GIORGIA HA CHIESTO 20MILA EURO A TITOLO DI RISARCIMENTO

Estratti dell’articolo di Rosarianna Romano per bari.corriere.it

«Siamo in itinere. Sto benissimo. Marx veniva chiamato il gigante seduto: abbiamo un aspetto non sempre entusiasmante, sono anziano ma la testa funziona». Così Luciano Canfora, 81 anni, storico, filologo, professore emerito dell’Università di Bari, ha commentato il rinvio a giudizio disposto dal tribunale di Bari dopo la querela per diffamazione aggravata presentata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Oggetto della denuncia l’espressione «neonazista nell’animo», pronunciata dal professore davanti agli studenti del liceo Fermi e riferita proprio alla premier.

La decisione è giunta al termine dell’udienza predibattimentale iniziata alle 9.30, cinque minuti dopo che Canfora aveva varcato l’ingresso del tribunale stretto al suo bastone e accompagnato davanti alla giudice Antonietta Guerra dal suo avvocato, Michele Laforgia.

A supporto di Canfora in tribunale c’era anche un presidio organizzato dall’Anpi: «In bocca al lupo professore», hanno detto i portavoce delle delegazioni presenti in piazza Dioguardi, applaudendo insieme a rappresentanti della Cgil e di associazioni studentesche.

Alle 14.30 è arrivato il rinvio a giudizio, come chiesto dalla Procura rappresentata dal pm Giuseppe Dentamaro e dal procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa. Per la difesa, invece, andava disposto «il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o comunque perché non punibile», tenuto conto dell’esercizio del «diritto di critica politica di cui all’articolo 51 del codice penale in relazione all’articolo 21 della Costituzione». Il processo inizierà il 7 ottobre, davanti al giudice monocratico Pasquale Santoro.

L’episodio risale all’11 aprile 2022, quando la premier era parlamentare dell’opposizione e alla guida del governo c’era Mario Draghi. Canfora era stato invitato a parlare al liceo scientifico Enrico Fermi di Bari in occasione di un incontro dal titolo “Tutta un’altra storia – Un approccio multidisciplinare al conflitto russo-ucraino”. È qui che il filologo ha definito Meloni «neonazista nell’animo».

Ma nel mirino ci sono altre parole pronunciate in riferimento alla premier: «poveretta» e «trattata di solito come una mentecatta». «Nell’animo viene da Lucrezio — ha poi spiegato ieri sera Canfora ospite di Otto e mezzo, su La7 — e c’è un grande pensatore liberale che si chiama Tocqueville il quale racconta il suo sentimento profondo di avversione verso la democrazia, lui lo definisce il fondo dell’anima. È una metafora per indicare sentimenti remoti, che Freud chiamerebbe Es», ha concluso il professore.

La presidente del Consiglio ha chiesto un risarcimento danni di 20 mila euro.

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Commenti   

#1 walter 2024-04-18 08:21
Al direttore - Trovo scandaloso che tanti “sepolcri imbiancati” insorgano in difesa di Luciano Canfora, perché querelato da Giorgia Meloni, la quale ha avuto il torto di risentirsi per essere stata definita in pubblico “neonazista nell’anima”. Ma trovo ancor più vergognoso che questo epiteto a Meloni sia stato rivolto da Canfora in ragione del fatto che da leader di FdI aveva solidarizzato con i “nazisti” ucraini. Questo signore – che “contestualizza” i massacri di Stalin – continua imperterrito a sostenere le tesi di Putin e offende non solo una esponente politica italiana ma un intero popolo valoroso che lotta, in Ucraina, anche per la nostra libertà.
Giuliano Cazzola ilfoglio,it

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