Riarmatevi e partite. In Italia è l’ora degli imboscati (in attesa di Trump e Putin). Da Meloni a Schlein, riemerge in Europa l’anomalia
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paralizzante della politica italiana. Oggi la premier prenderà la parola in Senato in vista del Consiglio Ue, nel tentativo di non ripetere il triste spettacolo offerto a Strasburgo,
Francesco Cundari 18 Marzo 2025, linkiesta.it lettura2’
scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette
In attesa della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, in cui potrebbero decidersi le sorti dell’iniziativa diplomatica americana sul conflitto in Ucraina, il governo italiano tenterà di non replicare, nel dibattito che seguirà le comunicazioni della presidente del Consiglio sul prossimo Consiglio europeo (Giorgia Meloni prenderà la parola oggi alle 14.30 in Senato), il triste spettacolo di divisione e disorientamento offerto a Strasburgo, nel voto sul piano di riarmo e anche sulla mozione di sostegno a Kyjiv.
Il Partito democratico, invece, sembra decisamente orientato a replicarlo, per quanto lo riguarda, almeno a giudicare dalle intenzioni attribuite dai giornali a Elly Schlein e ai dirigenti a lei più vicini, ansiosi di ribadire nel modo più netto il no al piano di riarmo anche per regolare i conti con i riformisti che a Strasburgo hanno osato votare a favore. In entrambi i casi, quello del governo e quello del maggiore partito di opposizione, si tratta di scelte decisamente deprimenti, data la gravità del momento e delle decisioni che si stanno prendendo in Europa, o perlomeno in quei paesi d’Europa che hanno ancora partiti e leader dotati di un minimo di consapevolezza storica e senso di sé. L’eccezione italiana, l’anomalia del suo intero sistema politico, non potrebbe risaltare in modo più lancinante.
Basta dire che in queste stesse ore il parlamento tedesco si appresta a votare la riforma che rimuoverà dalla Costituzione il «freno al debito», pilastro dell’austerità, per consentire al prossimo governo di investire adeguatamente nella difesa, riforma che passerà grazie al voto decisivo dei Verdi. Ve lo immaginate come sarebbe andata qui, in una situazione analoga, con Angelo Bonelli? Del resto già nel parlamento di Strasburgo i verdi italiani si sono distinti, con il loro no al piano presentato da Ursula von der Leyen, dai verdi europei, che lo hanno invece appoggiato, proprio come il Pd ha fatto con il Pse.
Vedremo cosa uscirà dalla riunione del gruppo dei democratici, fissata per le 11.30 di stamattina, e se davvero nel testo della sua risoluzione il Pd riaffermerà con la forza sbandierata nei retroscena la linea della segretaria, cioè una netta bocciatura del piano di difesa europeo. Se così fosse, i riformisti si troverebbero ancora una volta in una posizione molto difficile, sebbene in pochi scommettano su una rottura aperta e a un’escalation che arrivi fino al confronto congressuale. In ogni caso, mi pare l’aspetto meno interessante della vicenda. L’aspetto più significativo a me sembra piuttosto la ricollocazione politica, identitaria e ideale del Pd, che questa linea, se confermata, sancirebbe.
Una deriva che del resto era già tutta in quell’orrenda affermazione, scandita da Schlein in una recente direzione, in cui aveva detto di non stare né con Trump e il suo «finto pacifismo» né «con l’Europa per continuare la guerra». Una posizione perfettamente sovrapponibile a quella del Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, al di là dei distinguo ipocriti e benaltristi su un’astratta difesa comune cui ci si dichiara favorevoli solo per camuffare la propria opposizione alla difesa europea che c’è, o che quanto meno si sta faticosamente cercando di costruire.
Commenti
PERCHE’ IL CENTRODESTRA NON SI DIVIDE IN PARLAMENTO SULLA POLITICA EUROPEA – FOLLI: “SE UN PARTITO (LA LEGA) STA TRATTANDO PER UNA DIREZIONE RAI O COMUNQUE PER QUALCHE POSTO DI POTERE NELL’ENTE DI STATO, DI SICURO NON SI PREPARA A RITIRARE LA SUA DELEGAZIONE AL GOVERNO. IL PARTITO DI SALVINI FA QUELLO CHE HA SEMPRE FATTO: UNA GUERRIGLIA PIÙ VERBALE CHE SOSTANZIALE ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA, GRANDI PROCLAMI E RAPIDE RITIRATE IN ATTESA DI NUOVI COLPI A EFFETTO - LA MELONI NELLA MEDIAZIONE CON LA LEGA, FA SPARIRE LA PAROLA “RIARMO”. LA MOSSA DI CALENDA PER SMASCHERARE LA PARACULAGGINE DELLA DUCETTA”..estratto da dagospia.com
Stefano Folli per la Repubblica - Estratti
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