Vino fa bene al cuore/ Gli esperti: “Il segreto sta nel numero giusto di bicchieri da bere”

Al Vinitaly 2025 il dialogo del Corriere con gli esperti sugli effetti del vino sulla salute: con un'assunzione moderata calano i rischi cardiovascolari

Lorenzo Drigo Pubblicato 9 Aprile 2025 ilsussidiario.net lettura2’

In occasione del Vinitaly 2025 in corso in questi giorni a Verona il tema degli effetti del vino – specialmente quello rosso – sulla salute dei consumatori è stato (quasi ovviamente) centrale in un evento che vuole essere innanzitutto una celebrazione di una delle più importanti filiere produttive italiane, da tempo al centro di attacchi di ogni tipo da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità che lo ritiene un cancerogeno di tipo 1: un’indicazione che effettivamente non può essere contestata dato che il vino contiene alcool e – in quanto tale – è in grado di interagire con il DNA umano danneggiandolo; ma che al contempo è anche largamente smentita da altre evidenze scientifiche.

Sugli effetti di vino sulla saluta umana si è concentrato un dialogo del Corriere dalla Sera con alcuni esperti presenti al salone veronese – in particolare la nutrizionista Mariateresa Nardi, il cardiologo Flavio Ribichini e il geriatra Mauro Zamboni – che hanno messo in fila quelle che sono le attuali certezze scientifiche sulla pregiata ed invidiata bevanda: la prima – e forse ovvia – indicazione è che gli effetti dipendono soprattutto dalla quantità e dalla frequenza dell’assunzione, con la dottoressa Nardi che sottolinea che in caso diventi “un’abitudine” quotidiana, allora gli effetti positivi sarebbero interamente annullati.

Il vino fa bene o fa male: tra dosi e frequenza, i consigli degli esperti al Vinitaly 2025

La cosa migliore – sempre secondo Nardiè scegliere “un vino migliore da gustare con consapevolezza” invece che uno di scarsa qualità, economico e da mettere in tavola tutti i giorni sia a pranzo che a cena;

mentre il professor Zamboni ci tiene a ricordare che in ogni caso la dose in grado di garantire i risultati migliori per la salute è – naturalmente – quella “zero”, fermo restando che in ogni caso “un’assunzione moderata è innocua” e può avere anche effetti positivi: in tal senso con moderata il dottore suggerisce di “evitare il binge drinking“, dilazionando i calici “nell’arco di più giorni”.

Ma quanti sono i calici di vino ritenuti ‘accettabili’?

La risposta la dà il dottor Ribichini che cita uno studio nel 2003 in cui a fronte di “due bicchieri al giorno, tra i tre e i cinque giorni a settimana” ha dimostrato un’importante riduzione dei “casi di infarto” in una popolazione di circa 38mila individui di sesso maschile osservati nell’arco di una dozzina di anni: “Servono buon senso ed educazione”, sottolinea ancora il dottor Ribichini, ma con la giusta consapevolezza il vino è un fondamentale alleato contro gli “eventi cardiovascolari”.

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