Meloni usa Il girono dopo ore 9. Siamo su fronte del Si Prevedibilità e normalità. Meloni non paga dazio da Trump, Casini da Trump con decoro
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-Stanza di Feltri Adesso Giorgia Meloni è la “premier europea” l'intervistaFumarola (Cisl): "Bene Meloni da Trump. Schlein e i contratti bloccati? Lo dica a Cgil e Uil. Il Pd voti la nostra legge
19.4.2025 opact da il foglio e giornale,it lettura4’
l'editoriale del direttore
Cosa può fare l’Italia per se stessa? Gli autodazi di cui Meloni non parla
L’America può fare molto per l’Italia, l’Europa anche, ma per la premier è arrivato il momento di occuparsi di quello che l’Italia può fare per se stessa. Concorrenza e attrattività. I tabù da affrontare per una nuova fase …Claudio Cerasa foglio.it
L'editoriale del direttore
Prevedibilità e normalità. Meloni non paga dazio da Trump
Molto europeismo e poco trumpismo. Perché la prevedibilità della premier alla Casa Bianca è una buonissima notizia…Claudio Cerasa foglio-it
Meloni pigliatutto: dopo Trump abbraccia Musk, riceve Vance e telefona a Ursula. Per Salvini nessuno spazio
La premier accentra il dossier americano anche dal punto di vista politico-identitario.
18.4.2025 foglio-it
La visita del presidente americano resta sospesa, così come i dubbi americani sull'Ucraina. Tuttavia la leader si gode il successo all'interno del centrodestra…Simone Canettieri ilfoglio
-“Con Trump Meloni non poteva fare di più. Il Pd? Non vuole tornare al governo”. Intervista a Calenda
Il leader di Azione applaude alla premier ma avverte: "Meloni ha limitato i danni, ma ora dipende da Trump". E sulla politica italiana: "Nel 2027 punteremo alle larghe intese contro il populismo facendo 'non vincere' entrambe le coalizioni"…Gianluca De Rosafoglio.it
L'intervista Parla Casini: "Meloni da Trump con decoro. Brava, anche a fuggire subito. Schlein fa finta di non capire"
"Raggiunto lo scopo e dunque ha fatto bene all'Italia, sull'Ucraina ha detto il minimo ma con Trump era il massimo. Le critiche? Segno di una politica prevedibile, noiosa". Intervista all'ex presidente della Camera
l'intervistaFumarola (Cisl): "Bene Meloni da Trump. Schlein e i contratti bloccati? Lo dica a Cgil e Uil. Il Pd voti la nostra legge”
La segretaria della Cisl promuove il viaggio della premier negli Usa ("bilancio positivo"). E ribadisce la contrarietà sui referendum promossi dalle opposizioni: "Pensare che abolendo il Jobs act si risolvano le criticità del nostro sistema-lavoro è illusorio"…Luca Roberto ilfoglio.it
-Stanza di Feltri Adesso Giorgia Meloni è la “premier europea”
Meloni ha ricucito lo strappo tra l’Europa e il nostro alleato fondamentale: gli Stati Uniti…Vittorio Feltri 19 Aprile 2025 - 10:00
Gentile Direttore Feltri, qual è il suo giudizio sulla visita di Meloni a Trump? Ilgiornale…Cosimo Valente
Caro Cosimo, Giorgia Meloni non soltanto ha smentito pronostici e previsioni catastrofistici riguardanti la sua impresa a Washington, che costituivano più che altro l’augurio da parte della sinistra di un fallimento della premier, ma ella ha addirittura superato le aspettative più rosee circa la riuscita di questo incontro determinante, avvenuto in un momento molto delicato sia dal punto di vista economico e commerciale che prettamente politico, militare e strategico.
Ho udito dire che sono state soltanto chiacchiere, che sul piatto non c’è nulla di concreto e tangibile, che Meloni avrebbe incassato quindi un niente di fatto, che sarebbe tornata a casa nello stesso modo in cui era partita. I progressisti, divorati dall’invidia, non si rassegnano, mai ammetterebbero un successo di Meloni, nemmeno quando così eclatante. La grandezza di Giorgia risiede anche nella sua capacità di comprendere chi ha davanti e di adottare il comportamento più opportuno e utile per ottenere il meglio, e quello a cui ella mira, dal suo interlocutore. La premier è una abile comunicatrice e questo la rende formidabile dal punto di vista diplomatico. È una fuoriclasse che ha reso Roma perno non solo dell’Occidente ma del mondo intero, tanto è vero che, in questo clima di splendore, la capitale italiana è stata scelta anche come sede dei colloqui tra Usa e Iran, che si tengono oggi. Giorgia ha fatto davvero l’Italia grande ancora.
Per quanto riguarda l’incontro con Trump, cui è seguito quello con il suo vice, ieri, direttamente in Italia, Meloni ha agito da premier italiana quale è ma pure da “premier europea”. Si è configurata come tale senza neppure volerlo. Ella ha compiuto il lavoro che avrebbe dovuto compiere Ursula von der Leyen ma che questa ultima è incapace di realizzare, anche perché assume un atteggiamento che la rende particolarmente indisponente e antipatica, penso ad esempio a quando, di recente, ha parlato di «vendetta» a proposito dei dazi introdotti da Trump. Vendetta? Nel sistema internazionale prima si esperiscono gli strumenti della diplomazia, poi, eventualmente, si parla di «ritorsioni », «rappresaglie», mai di «vendette». Meloni ha ricucito lo strappo tra l’Europa e il nostro alleato fondamentale: gli Stati Uniti. Ha rinsaldato i rapporti tra continente vecchio e continente nuovo ed è stata in grado di strappare a Trump, il quale non ha nemmeno questa volta nascosto la sua stima verso il nostro presidente del Consiglio, piuttosto l’ha esibita, un sì rispetto alla possibilità di confrontarsi con l’Europa nonché di venire in Italia, cosa che il tycoon farà a breve.
Insomma, Meloni era la fascista che avrebbe sfasciato l’Europa unita, distrutto le relazioni con gli Usa e con altri attori del sistema internazionale, invece è tutto il contrario. Eppure noto che la sinistra continua a dipingerla quale pericolo globale, estremista di destra che isola l’Italia, danno per l’Ue, amica dei fascisti. Mi domando come si possa mistificare l’evidenza fino a questo punto.
Commenti
gino riceviamo e pubblichiamo
La risposta alla conduttrice di Otto e mezzo: «Sia nel bene che nel male ho una visione un filino meno Melocentrica della sua»
Lilli Gruber sembra rimanere stupita dai complimenti di Mario Monti, che celebra a Otto e Mezzo «il successo politico di Giorgia Meloni con Trump». «Credo sia stato un successo politico sia per il presidente del consiglio per l’Italia. Ha schivato la patata bollente dei dazi, non trattandone concretamente. Non si è invischiata in una materia sulla quale non ha potere. E ha dimostrato in Europa che non era lì per togliere potere alla Commissione europea», spiega Monti. Gruber prova a stimolare un parere diverso della notizia coinvolgendo la giornalista del Sole 24ore Lina Palmerini. Ma non le riesce: anche per lei la visita di Meloni «è un successo politico» e non ci si dovevano attendere risultati pratici. Le domande sulla premier ritornano e anche lì Monti stronca ogni desiderio della conduttrice: «Sia nel bene che nel male ho una visione un filino meno Melocentrica della sua».Otto e mezzo
La dote di Giorgia Meloni: quel sottile equilibrio tra solido europeismo e garbato trumpismo
Paolo Macr19 Aprile 2025 alle 07:00 ilriformista.it
estratto
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Nessuno, temendo la volatilità trumpiana, azzarda previsioni sulle conseguenze pratiche dell’incontro fra Meloni e il presidente americano (semmai, in Italia, com’era prevedibile, ci si divide fra ultras e gufi). E invece il duetto dello Studio Ovale ha portato alla luce con chiarezza il significato e le possibili vie d’uscita della crisi geopolitica esplosa con la nuova amministrazione Usa. Merito, in verità, della premier italiana. The Donald ha detto poco o niente, ha ripetuto le sue cose sebbene con modi garbati, si è limitato a concedere una visita in Italia. Mentre è stata Meloni a scoprire le carte, offrendo alla Casa Bianca una posizione, al tempo stesso, europeista e trumpiana. E cioè una difesa esplicita dello storico asse atlantico…..
Una difesa dell’Occidente e del ruolo dell’Europa nell’Occidente. Non era così ovvio. Il ciclone Trump ha provocato reazioni molto forti. Ursula von der Leyen ha potuto dichiarare (e proprio alla vigilia del viaggio di Meloni) che “l’Occidente come lo conoscevamo non esiste più”. Perfino il compassato Mario Monti si è avventurato in giudizi estremi. “L’America non è più una democrazia liberale”, ha detto. E giorni fa, mettendo a confronto le due sponde dell’Atlantico, l’Economist concludeva enfaticamente come ormai soltanto il Vecchio Continente fosse terra di diritti, pensiero libero, regole di mercato, equità sociale. Una sorta di requiem per l’Occidente atlantico,…
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