La cultura della giurisdizione...Separazione delle carriere, il vademecum per il “no” di Guida al Diritto

è fantascienza: il tifo per il Pm-giudice e le favole sulla frustrazione dei penalisti

Gian Domenico Caiazza 20.10.2025 alle 11:37 ilriformista.it lettura3’

Separazione delle carriere, il vademecum per il “no” di Guida al Diritto è fantascienza: il tifo per il Pm-giudice e le favole sulla frustrazione dei penalisti

Il fatto che una rivista giuridica assai diffusa e – diciamo così – di prima consultazione come Guida al Diritto (edita da Il Sole 24 Ore) abbia deciso di schierarsi in modo così eclatante e scomposto contro la riforma dell’ordinamento giudiziario di imminente, definitiva approvazione, è una scelta editoriale certamente sorprendente.

Lo è perché da una rivista che, sin dal titolo, si propone di “guidare” il lettore nei meandri delle leggi e della loro interpretazione, ti aspetti innanzitutto una accurata e ragionata presentazione dei contenuti di quella riforma costituzionale, poi seguita da commenti e valutazioni di favorevoli e contrari. Ed invece, nessuna illustrazione dell’articolato, ma spazio illimitato a due professori – Verde e Finocchiaro – che non si risparmiano nel rappresentarci la loro fermissima, severa avversione alla riforma. Senza spazio, almeno per il momento, a voci dissonanti.

Il vademecum fake

Scelta editoriale legittima, intendiamoci, purché non si pretenda di spacciarla – come invece qui accade – per un “vademecum” dal quale il lettore possa lasciarsi guidare con pieno affidamento. Perché – diciamocelo con franchezza – i lettori avvocati penalisti, adusi a conoscere nella esperienza quotidiana i morsi della stretta colleganza tra PM e Giudici (segnatamente i GIP/GUP, cui pure il sistema processuale affida vanamente il severo ed occhiuto controllo della legittimità delle indagini del PM), dopo poche righe passano ad altro; mentre i tanti colleghi civilisti o amministrativisti, cui quella esperienza difetta, potrebbero più facilmente prestare un qualche credito a quelle così autorevoli filippiche.

Perciò PQM ha deciso di analizzarle (la loro sintesi la trovate in quarta pagina) e di criticarle come esse meritano. A cominciare dalla stravagante (ben prima che offensiva) idea del prof. Verde, secondo il quale i penalisti italiani sarebbero ossessionati da questa lunga e risalente loro battaglia per il senso di frustrazione che li attanaglia. Essi sarebbero – dice il professore – immalinconiti dalla loro marginalità nel processo, per dirla in sintesi; come se la debolezza difensiva fosse un tema da lettino dello psicanalista per gli avvocati, e non un deficit costituzionale, di diritti e di libertà, di tutti i cittadini (compreso il Prof. Verde), a mente di quanto invece preteso dalla nostra Costituzione, il cui articolo 111 – ci permettiamo di ricordare – è stato riformato agli albori del secondo millennio, pretendendo (al momento senza successo) un difensore ad armi pari con il PM, di fronte ad un giudice terzo ed imparziale.

Il no alla riforma ignorando il testo…

E tuttavia, questo profluvio di argomenti a sostegno del NO alla riforma una qualche utilità la mantiene. Esso è infatti la migliore conferma che la contrarietà alla riforma, per essere spendibile mediaticamente, esige di rigorosamente ignorarne il testo, soprattutto laddove esso blinda in Costituzione, esplicitamente e senza possibili equivoci, l’indipendenza di Giudici e Pubblici Ministeri “da ogni altro potere”; e soprattutto di rigorosamente occultare al lettore la essenziale premessa che quel vituperato sistema della separazione delle carriere, pur nelle sue varie, possibili declinazioni, vige in tutti i Paesi civili contemporanei, relegando la virtuosa Italia nella mesta compagnia di Turchia, Bulgaria e Romania.

Il tifo per il Pm-Giudice

Insomma, tutte quelle fantasticherie, così pomposamente snocciolate come con i grani di un rosario, quali la fantomatica “cultura della giurisdizione” (non basta la cultura della legalità? chiedo per un amico), e la meraviglia del PM “parte-imparziale”, insomma il “PM-Giudice” (una delle più sonore idiozie dell’armamentario pro-NO), che orgogliosamente rivendichiamo solo in Italia, mentre tutti gli altri Paesi civili, che sanamente le ignorano, bruciano nelle fiamme dell’inferno, ecco, questa roba qui è tutto ciò che si riesce a dire a sostegno del NO. Mancava la frustrazione dei penalisti, e ci ha pensato Guida al Diritto. Complimenti!

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