Ecco come regalare la pensione ai figli e scaricare

il 30% allo Stato. Nonni, zii, genitorii attenzione: se volete bene al vostro nipotino invece del tradizionale salvadanaio, cominciate a pensarci voi alla pensione (integrativa).

 

Tanto più che - grazie alla generosa deducibilità fiscale: 5.164,57 euro l’anno - una parte del “regalo” la paga lo Stato. Alberto Brambilla, padre del varo in Italia del secondo pilastro previdenziale e promotore della Giornata nazionale della Previdenza (quest’anno la V edizione si terrà a Napoli dal 12 al 14 maggio a Piazza Plebiscito), sono anni che cerca di convincere giovani, e meno giovani, della necessità di "pensarci per tempo", di essere previdenti. E non solo chi già lavora. Paradossalmente il neonato dovrebbe ringraziare i nonni che attivano un fondo integrativo.

Professore, va bene che le future pensioni saranno più modeste, ma cominciare a pensarci ancora in fasce…

"Può apparire come un ossimoro, ma i maggiori vantaggi fiscali, e di accumulo, si ottengono proprio se si comincia con piccoli versamenti appena nati. Ovviamente, devono pensarci i familiari, che devono essere oggi più previdenti che in passato per i propri pargoli. Tanto più che prima si apre un percorso previdenziale di accumulo maggiori saranno i vantaggi per l’erede. E subito per il nonno, o il papà e la mamma".

Spieghiamo i vantaggi…

"Quanto si versa è deducibile fiscalmente fino a oltre 5 mila euro l’anno. Insomma, “abbatte il reddito”, di nonno o genitore. Il versamento ad una forma di previdenza complementare “porta in dote” uno sconto fiscale importante. Facciamo un esempio: i nonni o i genitori, fanno un regalino mensile di 40/45 euro al neonato. Mettiamo che versino complessivamente ogni anno 500 €. Consideriamo che abbiamo un reddito di 25mila euro lordi l’anno (aliquota marginale Irpef con le addizionali comunali e regionali del 30% circa). Il regalo di 500 euro all’anno a loro costerà effettivamente solo 350 euro, perché gli altri 150 euro li “paga” in realtà lo Stato sotto forma di sgravio fiscale".

E poi il bebè - cresciuto - potrebbe utilizzare il salvadanaio previdenziale come se fosse un bancomat…

"Appunto. La norma prevede che si possa ritirare il 30% di quanto accumulato per “motivi diversi”. Mettiamo che il nonno o il papà abbiano iniziato ad accantonare i famosi 500 € l’anno da quando il pargolo aveva un anno. Quando il bimbo ne avrà 15 e volesse passare un mese all’estero per imparare una lingua, il nonno o il papà potranno ritirare 1.500 euro. E visto che sono passati, così come prevede la legge, 8 anni dal momento dell’iscrizione si può chiede un riscatto per “motivi diversi” di 2.000 euro. Nei 15 anni di versamenti, compresi i rendimenti, sul conto del nostro ragazzo, ci saranno circa 9.000 euro. Certo su questa somma si paga un’imposta del 23%. Tasse che però si potranno recuperare nei successivi anni continuando a versare i soldi sul conto previdenziale".

A dire il vero la Covip, l’autorità di vigilanza, ha sempre fatto resistenza a consentire l’accesso ai fondi di categoria ai familiari. Unica alternativa piani di accumulo o fondi aperti…

"È vero che la Commissione è stata finora un po’ rigida, però il ddl Competitività prevede appunto che i fondi di categoria debbano consentire l’iscrizione anche ai familiari a carico (genitori, moglie, figli)".

Quest’anno, dati Covip, le iscrizioni alla previdenza integrativa sono un po’ aumentate. Oltre 6 milioni di lavoratori hanno aderito ad un fondo previdenziale. Però riuscire a mettere da parte 5mila euro di questi tempi…

"È vero, però il sacrificio è ben ripagato. L’iscrizione da giovani consente, di abbattere notevolmente la tassazione finale del capitale e dei rendimenti accumulati (prevista per legge tra il 9% e il 15%). Dopo 15 anni di iscrizione al fondo integrativo, la tassazione si riduce dello 0,3% per ogni anno successivo, fino a raggiungere, al 25° anno, il 9%".

Resta il problema di riuscire a risparmiare…

"Però 40/50 euro al mese sono meno di una cena al mese per due persone, magari in pizzeria. Effettivamente le famiglie “normali” avrebbero bisogno di un sostegno concreto senza ipotizzare soluzioni fantascientifiche (salario minimo per tutti, flat tax, quoziente familiare). Tutte ricette, teoricamente, belle. Ma insostenibili".

Come se ne esce?

"Per esempio si potrebbero concentrare tutte le deduzioni e detrazioni, che già oggi valgono circa 9.000 euro l’anno, per dare un po’ di respiro alle famiglie. È inutile centellinarle: “tot per la previdenza, tot per le spese mediche, tot per le altre spese”. Pensiamo ad un plafond predefinito per le famiglie che poi lo spenderanno come gli serve: asili nido, baby sitter, previdenza. Di certo qualcosa bisognerà fare…".

di Antonio Castro, Libero 24.3.2015

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