La fantapolitica è l'ultima arma rimasta in mano alla sinistra Pd

A prima vista la battaglia della minoranza democratica sembra una sorta di resistenza estrema degli sconfitti, come quella mitica dei presidi giapponesi che continuarono a combattere su sperduti isolotti dopo la resa dell'Imperatore di cui non avevano avuto notizia.

 di Sergio Soave , Italia oggi 29.4.2015

A prima vista la battaglia della minoranza democratica sembra una sorta di resistenza estrema degli sconfitti, come quella mitica dei presidi giapponesi che continuarono a combattere su sperduti isolotti dopo la resa dell'Imperatore di cui non avevano avuto notizia. Tuttavia, a guardare meglio, sembra di intravvedere, dietro alla protesta esibita anche in forme patetiche, un piano di battaglia piuttosto articolato e machiavellico. A Matteo Renzi che ripete a ogni occasione che se si mette in minoranza il suo governo si va a votare, con l'esclusione dalle liste di chi gli ha fatto mancare la fiducia, i dirigenti della sinistra continuano a replicare che non è detto affatto che vada così, e proprio su questo dilemma si incentra la manovra in discussione. I capi bastone della sinistra cercano di persuadere i molti incerti che le minacce di Renzi sono una pistola scarica e che quindi non hanno niente da temere a votargli contro. A quel che si dice i più ardimentosi arrivano a descrivere uno scenario che oggi appare inverosimile ma che domani potrebbe assumere contorni meno fantapolitici. Dopo le dimissioni di Renzi causate da una mancata fiducia, dicono, il presidente Mattarella dovrebbe fare un tentativo istituzionale, che secondo una antica prassi prevede un incarico esplorativo al presidente del senato. Pietro Grasso, com'è noto, è stato eletto da una maggioranza di bersaniani e sinistra di Sel, come d'altronde lo stesso Mattarella, e, con l'aiuto dell'inevitabile emergenza nazionale, magari la vigenza dell'Expo o una crisi dello spread determinata da quella del governo oppure l'intensificarsi degli sbarchi dalla Libia, potrebbe trasformare l'incarico esplorativo in un mandato per realizzare un governo a termine sotto l'egida del Quirinale. Renzi a quel punto faticherebbe a rifiutare l'appoggio del Pd e i suoi gruppi parlamentari avrebbero l'interesse a mantenere i seggi, per giunta con l'argomento patriottico della resistenza all'emergenza incombente. Sono solo fantasie, che non hanno sedotto la maggior parte degli incerti, il che ha indotto i bersaniani a rinviare la battaglia sull'Italicum facendo per ora naufragare le pregiudiziali di incostituzionalità. Mattarella probabilmente non sa neppure nulla di queste vociferazioni interessate.

Tuttavia, come la calunnia, la propalazione di ipotesi tendenziose è come un venticello che continua a crescere fino a diventare un temporale, e non è detto che i dirigenti della sinistra democratica, che hanno fallito come governanti ma sono abilissimi come manovratori di opposizioni, non riescano a soffiare nel fuocherello fino a farlo divampare.

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