Expo, Renzi e Papa Francesco. Il pagellone fogliante alla settimana politica

Per una volta i tanti leader della minoranza del Pd (Bersani, Cuperlo, Speranza, Civati, Bindi, Epifani, Fassina...) sono rimasti uniti nella scelta di non votare la fiducia e si sono mossi come un sol uomo

di Francesco Cundari | 02 Maggio 2015 ore 10:00 Foglio

Con una forzatura che ha pochi precedenti e spaccando il suo stesso partito, Matteo Renzi ha posto la fiducia sull'Italicum e ottenuto così il risultato, salvo sorprese nel voto finale, di impedire il ritorno al sistema proporzionale. Cioè alla Prima Repubblica. Cioè ai tempi di leader politici grigi come De Gasperi, Togliatti, Fanfani, Moro, Berlinguer. Tempi in cui la palude proporzionalista produceva al massimo riforme come quella del servizio sanitario nazionale, della scuola media unica o la nazionalizzazione dell'energia elettrica. In vent'anni di Seconda Repubblica, con un sistema politico finalmente sbloccato dal maggioritario, abbiamo avuto invece una quantità infinita di riforme della legge elettorale e il nuovo titolo V della Costituzione. E leader politici del calibro di Angelino Alfano e Beppe Grillo. Voto: 2

Per una volta i tanti leader della minoranza del Pd (Bersani, Cuperlo, Speranza, Civati, Bindi, Epifani, Fassina...) sono rimasti uniti nella scelta di non votare la fiducia e si sono mossi come un sol uomo. Col senno di poi, viene da domandarsi se sia anche per questo che il grosso delle loro truppe è andato dalla parte opposta, votandola (50 contro 38). Voto: 2 -

 Dal centrodestra, nel prendere la parola sull'Italicum col tono di una nuova Dolores Ibarruri che esorta alla resistenza contro Franco, Renato Brunetta ha detto testualmente: "Non consentiremo il prevalere del fascismo renziano". Sul serio. Voto: 2 - -

 Nel giorno dei funerali per l'ennesimo ragazzo nero morto nelle mani della polizia, a Baltimora è scoppiata la rivolta degli afroamericani. Ma a fare il giro delle tv sono state le immagini della signora Toya Graham che avendo riconosciuto il figlio di sedici anni tra i rivoltosi è uscita di casa, lo ha afferrato per la collottola, lo ha riempito di schiaffi e lo ha riportato a casa. Voto: 7 (a lei, per la prontezza) e 8 (a lui, per solidarietà)

 

 Di fronte ai cosiddetti antagonisti che dal corteo anti-Expo hanno tirato le uova contro il tricolore esposto da un ex alpino, notaio, cavaliere di gran croce ed elettore del centrodestra, ci è tornata in mente la signora, per anni idolo della sinistra, che esponeva regolarmente il tricolore dal balcone di fronte ai raduni leghisti, e alla quale Umberto Bossi suggerì di farne usi irripetibili. Viva l'Italia. Voto: 10 (a tutti coloro che continuano a esporsi per difenderla da fascisti e sfascisti di ogni genere)

 Diego Della Valle ha annunciato la nascita di un vero e proprio movimento politico. "Non chiamatelo partito", ha chiesto lui, giustamente, come si fa sempre in questi casi (cioè quando si fonda un partito). Si chiamerà: "Noi italiani". Se il nome non vi entusiasma, sappiate la prima idea era "Competitività e solidarietà". La notizia ha suscitato in noi due domande. La prima: non bastava Corrado Passera, cosa aveva che non andava la sua Italia Unica? La seconda: che ne è stato della sempre imminente discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo e della sua Italia Futura? Suggeriremmo un maggiore coordinamento, per non disperdere le forze. Voto: 3 (uno per uno, ma non ci si abituino: gli elettori saranno meno generosi)

 Citando Paolo VI, papa Francesco ha detto che la politica è "la forma più alta ed esigente della carità". In Italia l'impressione è che non sia poi così esigente, ma in tempi di antipolitica imperante sono parole sempre preziose. Voto: di carità

 Dinanzi al terribile terremoto nepalese, la scrittrice indiana Anita Nair ha scritto su Repubblica la consueta invettiva contro lo sfruttamento della natura, l'avidità dell'occidente, il silenzio di quelle montagne che "riecheggia di un vocio incessante e del suono dei registratori di cassa". Ma ecco la novità: "La nostra ricerca del Nirvana, da conseguire attraverso la scalata di pareti di roccia, la marijuana o l'illusione, ci ha spinti a cercare destinazioni che non sono pronte a far fronte a un aumento della popolazione". Insomma, alla fine è tutta colpa dei fricchettoni. Come contrappasso non è male, e il cerchio si chiude. Che sia questo l'eterno ritorno? Voto: 3

In un'intervista al Corriere della sera, il presidente della Repubblica si è detto convinto che l'Expo segnerà la fine di un ciclo e il momento in cui l'Italia riparte. Il premier ha parlato di "ripartenza". Da vecchi romanisti, per un attimo ci è sembrato di vedere Zeman e il suo tragico 4-3-3. La luna consiglia: prudenza. Voto: 6 - (di incoraggiamento, a tutti noi)

 Dopo averci dato, invano, la migliore legge elettorale degli ultimi venti anni, la Corte costituzionale ha cancellato la peggiore norma degli ultimi settanta: quella con cui il governo Monti bloccava per due anni l'adeguamento all'inflazione delle pensioni sopra i 1443 euro lordi. Avete letto bene: lordi. Quando Giuliano Amato si trovò nella stessa situazione di Mario Monti, dovendo raccogliere migliaia di miliardi in poche ore, ricorse al prelievo forzoso del sei per mille dai conti correnti. La differenza non è questione di matematica, ma di etica, e non potrebbe essere maggiore. Eppure per quella misura con cui fece pagare le risorse per spegnere l'incendio a chi almeno poteva permetterselo, Amato è stato demonizzato per decenni, e ancora la paga. A Monti, per aver fatto l'esatto contrario, non ha detto praticamente niente nessuno. A dimostrazione di quanto i problemi dell'Italia vadano molto al di là della qualità dei suoi politici, o dei suoi tecnici. Voto: 9 (alla Consulta, e pure a Giuliano Amato)

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