Lettere al Direttore Il Foglio 9.5.2015

Cameron ci fa godere, chiedo di poter finire il lavoro iniziato e poi giudicatemi.   Chi usa i giornali come buca delle lettere delle procure

1-Al direttore - Caro direttore, il Foglio ha scritto in maniera molto efficace (con Sergio Soave) sulla sentenza con la quale la Cassazione, dopo due assoluzioni della Corte di appello, ha definitivamente prosciolto Antonio Fazio dall’accusa di concorso morale in aggiotaggio nella scalata Unipol-Bnl. Il presunto reato, per giunta, era prescritto dal 2012, ma si è giustamente deciso nel merito, confermando il proscioglimento dell’Appello con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Dopo ben nove anni Fazio vede riconosciuta la totale infondatezza dell’accusa sostenuta fino all’ultimo dalla procura di Milano e dal Banco di Bilbao che aveva lanciato l’Opa sulla Bnl, il quale è stato condannato al pagamento delle spese. In questo periodo, Fazio non ha mai parlato della vicenda, ha tenuto un atteggiamento di piena riservatezza, si è difeso nel processo, con l’assistenza autorevole di Franco Coppi e di Roberto Borgogno, si è dimostrato, qual è, “hombre vertical”. Il paese ha perso l’apporto di un profondo conoscitore dell’economia e della società. E’ una pagina tristissima della giustizia sulla quale riflettere, sia per l’azione della funzione inquirente, che esce completamente sconfitta, sia per la configurazione dei reati di questo tipo. Il Foglio ha sempre seguito con grande oggettività e correttezza questo caso. Ma sui “giornaloni” (la Repubblica, in specie) che, a partire dal 2005 dedicarono al caso tonnellate di pagine in cui già si comminavano sentenze conclusive, chi è capace di trovare oggi un solo rigo sulla definitiva assoluzione? E’ così che vanno il mondo e una certa stampa? Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

Lei lo sa: qualcuno usa i giornali come la buca delle lettere delle procure e qualcuno invece no. Grazie.

2-Al direttore - Ha ragione Giuliano Ferrara quando dice che l’aborto volontario è un male assoluto. Ma la cosa più assurda è che di fronte a quello che giustamente è stato definito un “genocidio di massa”, ancor più odioso perché riguarda i più indifesi di tutti, siamo arrivati a teorizzare l’aborto come un diritto, in una delle più luciferine epifanie di umano (troppo umano) egoismo. Ma a tutto c’è un limite, e non sarà certo un caso se Isaia ci ha lasciato queste parole: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti”. Anche per questo servono atti simbolici (e neanche tanto simbolici), che forse non produrranno effetti immediati ma che di sicuro non passano inosservati, soprattutto agli occhi di chi vive del consenso dei cittadini. Uno di questi è la Marcia per la Vita, che si svolgerà domani a Roma. Tra i sostenitori della manifestazione che l’anno scorso ha registrato 50.000 partecipanti, c’è don Wladimiro Bogoni, parroco guanelliano della parrocchia S. Giuseppe al Trionfale di Roma, che tra le altre cose ospita un Centro di aiuto alla vita che ha salvato tanti bambini dall’aborto: “E’ necessario anche sostenere gesti come quello della Marcia per la Vita – ha detto a Tempi – perché su alcuni principi come questo non possiamo scendere a compromessi a discapito degli innocenti”. C’è una crisi morale, prima ancora che economica, che attende di essere combattuta.

Luca Del Pozzo

3-Al direttore - Commentare la vittoria del conservatore Cameron in Inghilterra è fin troppo facile, anche se le previsioni lo davano per sconfitto. Il suo appello agli elettori è stato fin troppo semplice: chiedo di poter finire il lavoro iniziato e poi giudicatemi. E in tempo di crisi gli inglesi si sono fidati e affidati a lui per uscire definitivamente dalla crisi. In Italia siamo nelle mani del Pd e di Renzi, ma alternative di centrodestra non ve ne sono: mancano uomini e programmi! E allora speriamo, ieri in Grillo, oggi in Salvini! Forse il nome (Salvini-salviamo) incoraggia, ma sono i numeri che contano e, a oggi, con Salvini siamo lontani dal governare! Che fare non so, resta forse non votare, ma… chi se ne frega? I politici pensano a se stessi, vedi legge sul vitalizio: lo aboliamo, ma non troppo, non tutto, un po’ alla volta!

Leopoldo Chiappini

La supernova di cui parlavamo ieri alla fine c’è stata solo per la sinistra inglese, frantumata dai vari populismi scozzesi. In fondo il punto è semplice e gli elettori sono più furbi di come li disegnano e li raccontano i sondaggi: laddove c’è un partito che governa bene, e porta a casa qualche risultato, quel partito vince le elezioni. E che Miliband fosse unfit to lead, in Inghilterra, era chiaro persino ai giornali di sinistra (ricordate l’endorsement anti Labour dell’Independent). E comunque, su, che goduria Cameron. God Save the Austerity!

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