L'uomo che ha spaccato la testa alla suocera e il boom di prostitute per l'Expo

Delitti e amori

di Redazione | 25 Maggio 2015 ore 09:44 Foglio

DELITTI

Francesca Marchi, 52 anni, insegnante in una scuola elementare di Carpi, e sua madre Irene Tabarroni, 92 anni, pensionata. La signora Marchi era sposata con Francesco Grieco, 53 anni, ex guardia giurata e poi custode in un albergo, ora disoccupato. C’era tensione in casa e i vicini raccontano di aver sentito spesso le litigate anche da lontano. Fatto sta che la settimana scorsa, di pomeriggio, Grieco prese un asciugamano e lo annodò forte intorno al collo della moglie, lasciandola morta sul letto. Ci pensò su parecchie ore, poi la mattina dopo, stanco di sentire la suocera che dal suo letto nell’altra stanza continuava a chiedergli che fine avesse fatto la figlia, prese un martello e lo usò per sfondarle la testa. Quindi alzò il telefono e disse di essersi appena svegliato e di aver trovato tutto quel macello. Nell’interrogatorio, però, confessò: «Ho ucciso l’amore della mia vita». Avrebbe voluto ammazzarsi, ma non ne ebbe la forza.

Pomeriggio di sabato 16 e mattina di domenica 17 maggio. In una villetta in via Padella a Gorghetto di Bomporto, provincia di Modena.

Antonia D’Amico Mazza, 55 anni. Chiamata dagli amici Antonella, per quelli che la conoscevano solo di vista era «la signora del beagle», perché non era inusuale vederla passeggiare col suo cagnolino. Considerata da tutti una donna tranquilla e riservata, divorziata da 20 anni, era tuttavia rimasta in buoni rapporti con il suo ex, tanto da aver mantenuto il suo nome sul campanello di casa. Da cinque anni aveva una relazione con Hassane Moussad Attia Mohamed, 37 anni, egiziano. I litigi erano all’ordine del giorno e pure le botte, tanto che la signora lo aveva denunciato due volte. L’uomo, che aveva pure il passaporto scaduto, era stato perfino portato al Centro di identificazione ed espulsione di Bari, dal quale, non si sa come, riuscì ad andarsene. Tornò a Lodi dalla donna, che gli aprì la porta per l’ultima volta. Cominciò a urlare e nel colmo della rabbia la colpì più volte con tutto quel che gli capitava tra le mani: anche un bidoncino di alluminio. Infine, con qualcosa di molto appuntito, le spaccò lo sterno. La donna fu trovata dai due figli tutta nuda sul letto. L’egiziano fermato dopo un giorno all’aeroporto di Fiumicino mentre tentava di andarsene. I vestiti e la biancheria intima della donna sul tetto dei box confinanti con la palazzina.

Dopo le 21 di sabato 16 maggio, in un condominio al 76/c di corso Mazzini a Lodi.

Ionel Bebereche, 48 anni, romeno. Litigava di continuo con il vicino di casa, Raimondo Grilletto, 60 anni, palermitano d’origine, in libertà vigilata perché nel 1995 aveva ucciso a Tor Pignattara con un colpo di pistola alla testa il bulgaro Alekandrov Nucolay. Non contento, nel 2001 sulla spiaggia di Torvajanica aveva aizzato il suo pitbull contro un venditore ambulante marocchino, colpevole di volergli piazzare degli occhiali da sole. Anche quella volta fu arrestato, con l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante del razzismo. Le discussioni di Berbereche con Grilletto erano per motivi di convivenza tra vicini: i panni stessi, lo sgocciolamento delle piante appena innaffiate, il volume della tv troppo alto. L’altra settimana ci fu l’ennesima lite nell’androne del palazzo: a dare fastidio stavolta erano i gatti del romeno. A un certo punto volarono anche calci e schiaffi, ma ognuno tornò a casa sua. Intorno alla mezzanotte, però, Berbereche sentì il campanello suonare: alla porta si trovò davanti Grilletto, che gli infilzò un coltello in petto, poi, prima di rientrare in casa, glielo sfilò dal cuore. Alla scena assistette anche la moglie della vittima. Una volta nel suo appartamento, Grilletto lavò bene l’arma e si sedette sul divano a vedere la tv. Berbereche morì mentre l’ambulanza lo portava in ospedale.

Notte di lunedì 18 maggio. Sul pianerottolo al secondo piano della palazzina D, in un comprensorio di via Padre Damiano de Veuster 46, quartiere Centro Serena lungo la via Prenestina. Roma.

SUICIDI - Paolo Gargantini, 50 anni. Imprenditore del settore tessile, ex assessore al Commercio del Comune di Monza, ex presidente dei giovani di Confindustria di Monza, molto conosciuto dalle parti sue. Sposato, tre figli. Nel 2013 aveva provato, senza successo, a realizzare un residence di super lusso di fronte all’oceano a Fortaleza, in Brasile. Forse questo investimento sbagliato gli aveva lasciato in testa qualche rovello di troppo. La settimana scorsa da Monza, dove abitava, arrivò al suo ufficio di Cernusco puntuale alle otto, come sempre. Si prese un caffè con gli amici in un piccolo bar del centro e poi andò a lavorare. Una volta seduto alla sua scrivania, dopo aver atteso che la sua segretaria e il collaboratore lo lasciassero solo un attimo, tirò fuori una pistola regolarmente detenuta e si sparò alla tempia.

Poco prima delle 10 di lunedì 18 maggio, in un ufficio di via Napo Torriani 30, Cernusco, Milano.

AMORI

VASCHE Il nuotatore Amaury Leveaux ha scritto un’autobiografia (Sex, drogue et natation) in cui racconta la vita dissoluta dei suoi colleghi: «I nostri corpi non hanno segreti ed è tutto più facile quando sei giovane, muscoloso, abbronzato. E quasi sempre seminudo. I tabù impari a perderli da subito, così come quel costume da bagno che lascia davvero poco all’immaginazione. Maschi e femmine che frequentano le vasche imparano a conoscersi e guardarsi nei dettagli fin da subito». A sostegno di questa idea, riferisce le sue esperienze, come quella avvenuta su una terrazza ateniese alle Olimpiadi del 2004: «Ebbi un rapporto con una tipa, poi gli altri a turno fecero lo stesso. All’alba ci trovammo in un locale di striptease dove qualcuno finì per rifare sesso nella backroom». Era abituale «tornare in hotel in compagnia. O riuscire ad adescare per strada e fare sesso dietro un cassonetto della spazzatura». Sintetizza Leveaux: «Tra noi scatta una competizione a chi fa più conquiste. Anche le ragazze, da parte loro, sono disinibite e disponibili».

Giovanni N. Ciullo, D - la Repubblica 16/5

SPORT Secondo uno studio della British Heart Foundation i nuotatori sono gli amanti migliori. Riassume David Lewis, neuropsicologo: «Felici del proprio corpo e sicuri, generosi a letto come nessun altro». Quasi cento anni il Nobel per la medicina Archibald V. Hill aveva parlato per primo del rapporto fra capacità funzionali e sport, osservando picchi di performance proprio fra i nuotatori. Un dato confermato di recente da un altro studio dei ricercatori di Harvard: 30 minuti di esercizio al giorno riducono del 50% i rischi di disfunzione erettile negli uomini, ma il nuoto addirittura aumenta la resistenza sessuale

ibidem

INSERZIONI Il sito escortforum.xxx ha una sezione dedicata all’Expo: cliccando sul marchio della manifestazione si aprono due pagine con 74 inserzioni di prostitute operative a Milano. Non mancano caratteristiche fisiche, tariffario, contatti e recensioni dei clienti.

Antonio Armano, il Fatto Quotidiano 22/5

GRAND TOUR Gli stranieri che viaggiavano per l’Italia per i loro Grand Tour si lasciavano andare a esperienze che nei loro Paesi non si concedevano. Daniel Defoe osservava che «la lussuria ha scelto la torrida terra d’Italia/ dove il sangue fermenta generando stupri e sodomia». James Boswell sentiva che qui tutto gli era permesso e poteva osare (gli pareva che i mariti italiani non si preoccupassero troppo se i forestieri andavano con le loro mogli). A Roma, invece, Goethe si dedica all’amore per Faustina, incantevole figlia di un locandiere.

Ernesto Ferrero, Sette 22/5

SELFIE Secondo dati elaborati dal Ceis “Don Picchi” su un campione di 3mila studenti romani di età compresa tra sette e vent’anni, il 30% dei ragazzi posta su Facebook e Twitter selfie che li ritraggono in espliciti comportamenti sessuali. Finora le scuole impegnate nella ricerca sono state 14 in 6 quartieri della città posti (Torre Angela, Tor Bella Monaca, San Basilio, Tiburtino, Corviale e Magliana). Tuttavia, l’incidenza dell’uso distorto di internet e dei cellulari non invade soltanto le zone in cui le condizioni socio-economiche sono maggiormente sfavorevoli. Patrizia Saraceno, vicepresidente del Ceis: «Molti professori denunciano casi analoghi anche in quartieri centrali, a dimostrazione di quanto il fenomeno sia trasversale e generalizzato»

Camilla Mozzetti, Il Messaggero 21/5

VIDEO La madre di Rovigo che ha mandato all’ospedale il figlio tredicenne dopo averlo picchiato. Motivo: lui l’aveva ripresa di nascosto mentre faceva sesso col compagno e poi si era rifiutato di consegnarle il filmato.

Ivan Francese, il Giornale 21/5

CECENIA Hanno fatto il giro del mondo le foto di Kheda Goilabieva, 17 anni, in abito bianco e occhi bassi prima di andare in sposa, nonostante avesse opposto netto rifiuto, a un uomo molto più grande di lei. I fatti sono avvenuti a Grozny: lo sposo è Nazhud Guchigov, 46 anni, colonnello di polizia, già sposato. Alla famiglia della ragazza, scelta già da tempo, aveva detto: «Consegnatemi Kheda o ve ne pentirete». Alla giornalista Elena Milashina, che nelle scorse settimane sulla Novaya Gazeta aveva rivelato la storia, invece, ha mandato una pattuglia di suoi uomini come avvertimento: «Sei osservata speciale». Il matrimonio sarebbe illegale, perché l’uomo è già sposato e padre: la poligamia non è consentita dalla legge, ma non è punita. Eppure il matrimonio è diventato possibile grazie all’intervento di Ramzan Kadyrov, il potente e discusso leader ceceno, prediletto del presidente Putin. Alla cerimonia era invitata anche Kheda Saratova del Consiglio diritti umani della Repubblica caucasica che ha rivolto «i migliori auguri agli sposini», mentre dalla Russia il difensore dei diritti dei minori Pavel Astakhov commentava: «Emancipazione e maturità sessuale nel Caucaso arrivano prima».

Maria Serena Natale, Corriere della Sera 21/5

Categoria Italia

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