Renzi si dimette o no? Tragicommedia nel Pd. Ecco cosa sta accadendo

Alla Bouvette e tra i corridoi del Parlamento si sprecano le battute ironiche sull'imminente sfida in Senato sulle riforme.

Venerdì, 11 settembre 2015 - 13:12:00 Affaritaliani Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74

Ma Renzi è davvero pronto a dimettersi? E se poi Mattarella "si inventa" il governo Delrio invece che sciogliere le Camere? Ecco che cosa sta accadendo nell'analisi di Affaritaliani.it

"Voglio proprio vederlo salire al Quirinale e dimettersi!", afferma un deputato dem di lungo corso. "Sono democristiani quelli che comandano al Nazareno...e fino all'ultimo cercheranno un compromesso", spiega un senatore Pd del Nord-Est. "Mattarella non scioglierà mai le Camera con due leggi elettorali diverse e questo Renzi lo sa benissimo", argomenta un big della sinistra interna. In Parlamento, tra i corridoi e le stanze del potere, si sprecano le battute ironiche sull'imminente sfida a Palazzo Madama sulle riforme costituzionali. Orfini, Rosato, Zanda e lo stesso Renzi, compresa la ministra Boschi, hanno sempre detto che sul Senato elettivo non si torna indietro, perché significherebbe snaturare l'intero provvedimento. E quindi? Che si fa? Questa volta la partita è davvero difficile e il premier lo sa perfettamente.

I numeri al Senato, prima della fronda nell'Ncd e guardando soltanto alle firme sugli emendamenti (atti ufficiali, quindi, e non indiscrezioni e rumor dei giornali) sono chiari: 167 a 157 contro il premier-segretario. Se poi ci mettiamo i 10-12 senatori di Area Popolare - compreso Giovanardi come ha annunciato apertamente ad Affaritaliani.it - si finisce almeno (e addirittura) a 177 contro 147 in favore dell'elezione diretta dei senatori da parte dei cittadini. Stanco così le cose e stando alle dichiarazioni ufficiali il presidente del Consiglio, un minuto dopo il voto in Aula contro la sua linea, dovrebbe recarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Già, dovrebbe. In molti tra i renziani spingono per le elezioni a febbraio, visti i problemi del Centrodestra, il dibattito nel M5S sulla leadership di Di Maio e la sinistra ancora frastagliata (come si è visto sui referendum di Civati).

La Boschi dalla Gruber ha detto serafica di essere certa che il Pd supererebbe il 40 per cento in caso di elezioni. Ma il cammino verso le urne è tutto in salita. Come può il Capo dello Stato sciogliere il Parlamento con la Legge di Stabilità in ballo e l'emergenza migranti da gestire? Senza contare il pastrocchio delle leggi elettorali, l'Italicum per la Camera che entra in vigore solo il primo luglio 2016 e il Consultellum per il Senato. Ma non se ne esce. O Renzi fa harakiri, difficile, o la minoranza dem e i riottosi dell'Ncd si rimangiano tutto, molto difficile. Ed ecco che le battute alla Bouvette e non solo si sprecano. Una specie di tragi-commedia democratica sta andando in scena, tra risultati incoraggianti dall'economia e sondaggi impazziti che un giorno danno il Pd in calo e l'altro in ripresa.

Fatto sta che Renzi teme fortemente che Mattarella non gli dia le elezioni e, considerando che molti senatori e deputati tengono alla poltrona e allo stipendio (certi che non verranno ricandidati), è facile immaginare che in caso di dimissioni del premier si vada a un nuovo esecutivo guidato dal ministro Graziano Delrio, pur sempre renziano ma più soft dell'ex sindaco di Firenze e ben visto sia dalla minoranza dem che da una parte di Forza Italia. Anche se, come sottolinea una deputato vicino al presidente del Consiglio, "anche se passa il Senato elettivo, sapendo bene come stanno le cose, Renzi farebbe molto rumore ma difficilmente si dimetterebbe". Un perfetto democristiano.

Categoria Italia

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