Riforme, Grasso contro la Lega: "Non permetterò che blocchino il senato"

"Soltanto riordinare e valutare l'ammissibilità di questi emendamenti  richiederebbe anni e anni di lavoro”.

Italia Oggi 23.9.2015

"Milioni di emendamenti sono una offesa alla dignità delle istituzioni, che ho difeso da ogni attacco da qualunque parti provenisse". Lo ha dichiarato il presidente del Senato, Pietro Grasso, a proposito del ddl di riforma costituzionale. - "Ieri ho richiamato le parti politiche a non piegare la revisione della nostra Costituzione a logiche di bassa politica”, ha aggiunto Grasso: “ le regole della democrazia vanno riviste con serietà  e con la massima attenzione".  "Non permetterò  che il senato sia bloccato da iniziative irresponsabili di questa portata e assumerò tutte le misure necessarie per consentire almeno in Aula il dibattito nel merito", ha aggiunto Grasso, con riferimento agli 82 milioni di emendamenti  presentati dalla Lega.  "Soltanto riordinare e valutare l'ammissibilità di questi emendamenti  richiederebbe anni e anni di lavoro”.

Ma intanto la presentazione degli emendamenti al ddl riforme segna la riappacificazione, momentanea, tra maggioranza e minoranza Pd. La maggioranza ha presentato solo tre emendamenti alla riforma costituzionale firmati dalla presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro. Emendamenti che riguardano "le funzioni del nuovo Senato, l'articolo 2 sulla composizione e la Consulta". Certo, rimangono aperti i nodi del Titolo V e del Presidente della Repubblica che di intesa approfondiremo nei prossimi giorni". La notizia è l'intesa raggiunta con gli emendamenti. Ecco quello che ha riappacificato maggioranza e minoranza Pd. Si tratta di una modifica al comma 5 dell'articolo 57 della Costituzione che viene introdotto nell'articolo 2 del Ddl Boschi e fissa in Costituzione il principio che i senatori verrano eletti. L'emendamento aggiunge alla frase "la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti" questo periodo: "In conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge". Nello stesso articolo al comma successivo infatti si stabilisce che ci dovrà essere una legge "approvata da entrambe le Camere per regolare le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio".

E poi più poteri di controllo al nuovo Senato, al quale viene restituita anche la funzione di verificare "l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori" e viene data anche la "valutazione delle politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni", mentre nel testo votato dalla Camera il Senato si limitava a "concorrere" nella valutazione.    La nuova Camera delle Autonomie continuerà poi a concorrere, come prevede il testo licenziato da Montecitorio, all'espressione di "pareri sulle nomine di competenza del governo nei casi previsti dalla legge", in piu' dovrà concorrere a "verificare l'attuazione delle leggi dello Stato". Infine, il nuovo Senato "esercita funzioni di raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica". Tutto ciò lo prevede l'emendamento della maggioranza a firma Anna Finocchiaro, all'articolo 1 del ddl riforme, ovvero sulle funzioni del Senato.

Non soltanto. Uno dei tre emendamenti firmati da Anna Finocchiaro e frutto dell'accordo nella maggioranza di governo riconsegna al Senato il potere di eleggere due giudici della Corte costituzionale. Nel passaggio alla camera l'elezione dei cinque membri di nomina parlamentare doveva avvenire da parte del parlamento in seduta comune, ma vista la composizione del nuovo Senato, fatto di soli 100 membri, i senatori hanno giudicato questa ipotesi una diminutio.

"La Corte costituzionale è composta da quindici giudici - si legge nel testo dell'emendamento -, dei quali un terzo nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative, tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica". Inoltre "alla cessazione dalla carica dei giudici della Corte costituzionale nominati dal Parlamento in seduta comune, le nuove nomine sono attribuite alternativamente, nell'ordine, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica".

Minoranza Pd: raggiunta una mediazione degna

La minoranza festeggia. Gli emendamenti hanno il sapore di una vittoria. "Gli emendamenti presentati sulla eleggibilità dei senatori, sulle funzioni e competenze del Senato, frutto di un confronto e lavoro comune nel Pd, sono positivi. Esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell'azione di governo", afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. "Sono soddisfatto che si sia raggiunta una mediazione degna", aggiunge l'esponente dem: "i senatori saranno sindaci e consiglieri regionali, ma saranno i cittadini a sceglierli. Tornano nella competenza del Senato funzioni di rilievo relative al controllo delle nomine pubbliche, alle nomine dei giudici della Corte Costituzionale, al ruolo nelle politiche europee e nei confronti del sistema delle autonomie, che rendono il nuovo Senato un'istituzione non irrilevante. Come si vede, il bicameralismo paritario si puo' superare salvaguardando pienamente il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni". Ed è lo stesso Chiti a dichiarare nel corso della mattinata che la minoranza Pd voterà a favore dei tre emendamenti a firma Finocchiaro e capigruppo della maggioranza. "Abbiamo fatto un incontro stamattina e c'è stata condivisione su questi aspetti, ma ho sempre detto che sulla Costituzione e sulla legge elettorale c'è un ruolo del singolo parlamentare". Sono emendamenti, aggiunge, su "cui ci siamo confrontati, che "abbiamo costruito insieme" e su cui siamo "d'accordo", sottolinea.

La minoranza Pd, comunque, non ha assolutamente fatto marcia indietro sulla presentazione di propri emendamenti, così come aveva chiesto il ministro Maria Elena Boschi.  In attesa che il presidente del Senato, Pietro Grasso, si pronunci sulla ammissibilità degli emendamenti, la minoranza Pd, infatti, come del resto già preannunciato ieri, conferma per l'Aula tutte e 17 le proposte di modifica depositate in commissione: tre di queste riguardano l'articolo 2 del ddl Boschi e toccano il 'nodo' dell'elettività diretta del Senato, nonché la riduzione del numero dei deputati da 630 a 500. La minoranza, tuttavia, giudica "degna" l'intesa raggiunta con la maggioranza e il governo, quindi una volta che sarà stabilita l'ammissibilità degli emendamenti, potrebbe ritirare le sue proposte di modifica e convergere su quelle a firma Anna Finocchiaro, come si augura l'esecutivo, che con Maria Elena Boschi ha spiegato che "gli emendamenti si presentano e si ritirano".

Ma che cosa accdrà ora, come si procederà? Intanto stasera si concluderà la discussione generale sulla riforma costituzionale nell'Aula del Senato. Domattina, poi, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, svolgerà la sua replica e subito dopo si terrà un primo delicato voto sul 'non passaggio agli articoli', una richiesta che spesso viene avanzata dalle opposizioni quando non sono d'accordo su un provvedimento. A quel punto, si apprende da fonti parlamentari, si dovrebbe riunire una conferenza dei capigruppo per fissare il calendario per i prossimi giorni. L'inizio delle votazioni sugli emendamenti, infatti, potrà avvenire soltanto quando il presidente del Senato avrà espresso il suo parere sull'ammissibilità, e vista la mole di quelli presentati, difficilmente si potrà iniziare già domani.

Calderoli (Lega), record di emendamenti. Fi più "contenuta"

"Ho consegnato oggi 82.730.460 emendamenti alla riforma Costituzionale in esame dell'aula del Senato della Repubblica: per salvare la democrazia di un Paese e' consentito qualunque mezzo, quindi anche questo", rivendica Roberto Calderoli. "Sono quasi certo di aver battuto tutti i record, italiani e mondiali di emendamenti depositati. E' giusto, pero', ora ringraziare anche le persone che mi hanno supportato, riconoscendone capacità e professionalità, a partire dal dottor Penna e tutto lo staff dell'ufficio legislativo del Gruppo Lega Nord e Autonomie del Senato", aggiunge il vicepresidente leghista del Senato.Non è da record, ma comunque considerevole il numero di emendamenti presentati da Forza Italia. Sono, infatti, 1.173 quelli depositati. Anche dalle altre forze di opposizione arrivano richieste di modifica al testo: Sel ne ha presentate intorno alle 60mila, mentre il numero degli emendamenti del Movimento 5 Stelle si aggira intorno ai 200. Richieste di modifica (160) anche dai fittiani e alcuni emendamenti sono stati presentati anche da Mario Mauro, leader dei Popolari per l'Italia.

Categoria Italia

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