CENTRO-DESTRA, CHE FARE? - BUTTAFUOCO: ''TICKET PER VINCERE? SALVINI AL NORD,

 NUNZIA DE GIROLAMO AL SUD E ALFIO MARCHINI COME FEDERATORE - NON CI SAREBBE GARA PER MATTEO RENZI. II PREMIER SAREBBE SVELATO NELLA SUA PIÙ VERA NATURA, QUELLA DI CAZZARO”

Antonio Rapisarda per Il Tempo 29 SET 2015 12:28

“Berlusconi è il leader naturale del centrodestra ed è anche, contemporaneamente, il padre nobile del renzismo. La sua figura di è una vicenda singolare, poetica, drammatica e potente di questa povera Italia. Resterà senza dubbio nella storia. Ma la destra, con lui, ne è uscita distrutta”…

«Ticket? Primarie? No. La destra deve ripartire dal '94, dallo schema però». Pietrangelo Buttafuoco - giornalista, scrittore e voce disorganica della destra culturale - fa il punto con II Tempo sul caos che vive la destra italiana. Ma soprattuto ha in tasca i nomi di chi potrebbe portare la «realtà» a sostituire lo storytelling renziano: «Matteo Salvini al Nord, Nunzia De Girolamo al Sud e, come ha detto Giampaolo Pansa, Alfio Marchini come federatore…».

Buttafuoco, che cosa c'è m fondo a destra?

«C'è tutto un ceto politico che eredita una tragedia: la disfatta culturale e politica dell'esperienza di governo da cui non ne se ricava più nulla».

Oltre al ceto politico?

«Esiste una vasta area elettorale, maggioritaria perfino, si sa: la maggioranza degli italiani non è di sinistra. E la cosa immediata da fare è lavorare a un progetto che però tenga conto di una necessità: quella di ricominciare con facce, esperienze e freschezze inedite. Non si possono vedere le immagini di tutti i tentativi, inevitabilmente abortiti, di far svegliare questa o quest'altra realtà della frammentata esperienza post-aennina».

Parla di facce nuove. Quali?

«Certamente non le vecchie. È mai possibile che si presenti in giro Alemanno, il responsabile numero uno della presenza di Ignazio Marino al Campidoglio? Tanto vale richiamare in servizio Fini, A perdere la faccia, e i voti. C'è sempre tempo».

Lei, sul Fatto Quotidiano, scrive: «La destra non è destra, quando nella pesca delle occasioni oggi diventa la spazzatura di tutti i populismi». Con chi ce l'ha?

«A destra non sanno decifrare la realtà. Se ci si mette a blaterare contro gli immigrati senza andare al nocciolo della questione, ossia che tutto ciò è stato determinato da una precisa volontà di seminare il caos nel Medioriente e nel Maghreb, non si fa altro che latrare per rallegrare gli interessi delle alleanze anti-europee e anti-italiane. La destra deve adoperarsi a un salto di qualità. Non può consentirsi di costruire un progetto politico con l'ideologia del " Bar Sport"».

 Sul tema immigrazione cosa dovrebbe fare ad esempio?

«Deve farsi carico di un progetto politico che sia avanguardia, avanti rispetto agli umori. Se giocano a fare i putiniani, allora andassero fino in fondo alle conseguenze dell'essere putiniani. Perché Vladimir Putin ha inaugurato, giusto tre giorni fa, la più grande moschea d'Europa: perché capisce che è fondamentale essere presenti in un fenomeno spirituale e culturale potentissimo che non può essere liquidato con gli argomenti beceri che si sentono in bocca ad esponenti della destra in Italia, che si proclama oltretutto putiniana».

 Ad Atreju, per mettere un po' d'ordine nel caos del centrodestra, Giorgia Meloni ha rilanciato le primarie.

Donna Assunta Almirante ha tuonato: a destra «mancano uomini capaci». Si salva, a suo avviso, solo Giorgia Meloni. È d’accordo?

«È una domanda troppo difficile. Non so rispondere...».

 Capitolo Fondazione An. C'è chi vorrebbe che il partito unico ripartisse in qualche modo da lì.

 «No. La Fondazione è una cosa, il partito un'altra. Anche il più analfabeta sa che i fondamenti giuridici sono diversi. L'escamotage è una trovata patetica. Tipica dell'idea-lista. Quello che ha solo l'idea della lista».

 Silvio Berlusconi si guarda allo specchio e vede solo lui come guida del centrodestra. È così?

 «Lui è il leader naturale del centrodestra ed è anche, contemporaneamente, il padre nobile del renzismo. La figura di Berlusconi è una vicenda singolare, poetica, drammatica e potente di questa povera Italia. Resterà senza dubbio nella storia. Ma la destra, con lui, ne è uscita distrutta».

Si paria tanto di ticket per questo centrodestra. Il suo quale sarebbe?

«Più che un ticket, uno schema. Come nel 1994. Ci vuole un federatore e due attori. Matteo Salvini deve presiedere il Nord, perché al Sud non riesce a penetrare. Per il Sud c'è bisogno di una figura che sia carismatica, popolare e che non abbia le uggie di frazionismo post-An. Ci vuole qualcuno che abbia l'istinto da Carmagnola, come l'inno dei sanfedisti, che sia tutto popolo: penso a una come NunziaDe Girolamo».

E il federatore?

«Lo ha già detto Giampaolo Pansa. E secondo me ha azzeccato: è Alfio Marchini. Non ci sarebbe gara per Matteo Renzi. II premier sarebbe svelato nella sua più vera natura, quella di cazzaro».

Chi è il leader della destra in Italia?

«La realtà. Quella che sta combattendo contro la narrazione. Matteo Salvini, ad esempio, ha gli imprenditori veri, quelli che si alzano alle cinque, non quelli che vanno solo ai convegni. E dall'altro lato ha gli emarginati. Ha una fetta importante di realtà addosso. Ecco, una come la De Girolamo dovrebbe affrancarsi dal berlusconismo - perché ormai questo non può più generare politica e dare voce al Sud che è assente nella narrazione renziana. Dopo di che, il federatore. Uno che sappia mettere insieme le tante Italie».

Categoria Italia

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