Il viavai di deputati dimostra che cambia la mappa politica

Quello che non è chiaro è quali siano i reali punti di aggregazione e come questi si rapportino a una base sociale potenzialmente permanente

 di Sergio Soave Italia Oggi 21.10.2015

Le tensioni all'interno del Nuovo centrodestra, con Gaetano Quagliariello che punta a rompere con Matteo Renzi e Fabrizio Cicchitto che, al contrario, vuole rendere organica l'alleanza o addirittura l'inclusione nel Partito democratico, segnalano qualcosa di più della crisi di una formazione politica che ha scelto una missione diversa da quella indicata dalla base elettorale originaria, che era berlusconiana. È in corso una ridefinizione del quadro politico, che riguarda, in un modo o nell'altro, tutte le aree e il cui esito è ancora indecifrabile. Quello che non è chiaro è quali siano i reali punti di aggregazione e come questi si rapportino a una base sociale potenzialmente permanente.

La sinistra egualitaria, che segue le indicazioni teoriche di Thomas Piketty diventato inaspettatamente il guru del Labour party, è divisa in tre filoni, il Movimento 5 stelle, Sel e la parte più rocciosa della sinistra del Pd. Il centrosinistra guidato da Renzi tende ad assorbire settori elettorali moderati e ha bisogno, per governare, dell'alleanza con esponenti di vertice di questa area, che però difficilmente trascinano con sé un seguito elettorale. Il centrodestra non riesce a trovare, se non in qualche episodio locale come quelli del Lombardo-Veneto e della Liguria, un elemento di coesione tra l'impostazione protestataria della Lega di Matteo Salvini e quella più responsabile di Forza Italia, il che rende difficile, ma non impraticabile, la funzione mediatrice esercitata dai presidenti delle regioni di quell'area.

Sembra di veder riproposto il meccanismo della prima repubblica, con una sinistra e una destra non fungibili in funzioni di governo e un partito centrale dedito alla costruzione di alleanze con formazioni sostanzialmente subalterne. Si tratta però di un paragone puramente suggestivo, perché trascura la fondamentale differenza rappresentata dal legame delle formazioni politiche di allora con una base sociale stabile in un quadro di movimenti elettorali impercettibili, mentre oggi quel legame si è attenuato e la variabilità elettorale è piuttosto consistente.

Nei punti di confine fra le tre grandi aree (la sinistra democratica ai confini tra sinistra e centrosinistra renziano e Ncd, verdiniani e altri gruppetti minori ai confini tra renzismo e area moderata) si avvertono le conseguenze laceranti di questa tendenziale ridislocazione dei rapporti di forza, ma per ora tutto ciò avviene solo al livello delle rappresentanze parlamentari. L'effervescenza talora ultimativa delle posizioni contrapposte sembrerebbe tipica di una fase preelettorale, che invece non è alle porte, il che conferisce alle complesse consultazioni amministrative di primavera il carattere di un test particolarmente significativo.

Categoria Italia

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