Laura Boldrini Channel

Non le basta Lerner. Lo strano caso della presidente, che più comunica e più si sente incomunicabile

di Salvatore Merlo | 04 Dicembre 2015 Foglio

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Quando tre mesi fa Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera con delega alla comunicazione, le ha ricordato che si sarebbe dovuto fare un bando pubblico per la nomina del nuovo capo ufficio stampa della Camera dei deputati, visto che l’attuale lascerà l’incarico il 31 dicembre, lei ha detto “sì, sì”, e poi si è voltata dall’altra parte. Quando poi lui, un mese fa, è ritornato alla carica, lei ha di nuovo detto, “ma certo, certo”, ed è scomparsa nell’ombra. Poi mercoledì scorso, Giachetti, caratterino scuola Pannella, si è spazientito e si è pure dimesso, con un siluro: “Sono tre mesi che la cerco per chiederle cosa fare e sono stato tenuto ‘appeso’”. Morale: non ci sarà nessun concorso. Ma perché?

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Fiero della sua opera, il portavoce Roberto Natale l’anno scorso ha sgranato i numeri del suo successo (suo e della social media manager Giovanna Pirrotta): “Con 170 mila ‘mi piace’ su Facebook e 224 mila followers su Twitter, Laura Boldrini è in entrambe le piattaforme – dopo appena 14 mesi di Presidenza – il sesto esponente politico più seguìto d’Italia, e la prima tra le donne”. Eppure, malgrado questo po’ po’ d’apparato che la circonda, la presidente pensa di non essere raccontata a sufficienza. E insomma più Boldrini comunica, più tuttavia avverte uno strano senso d’incomunicabilità: sarcasmo, ironia, e nel migliore dei casi indifferenza, secondo lei la circondano da ogni lato. “Ma perché scrivono solo di chi porto sull’aereo di stato e non dei miei successi all’estero?”. Persino quando viaggia si sente come un pacco sgradito. Tutte le sue iniziative, secondo lei, vengono punite da specialisti della vessazione giornalistica, televisiva, settimanale e quotidiana (compresi Repubblica e Corriere). Quei gretti dei giornalisti raccontano dei suoi fidanzati e delle sue uscite un po’ incongrue (“andrebbe cancellata la scritta DUX dall’obelisco del Foro Italico”), mentre lei in realtà spazia col pensiero sui continenti, vola misericordiosa sui campi di battaglia, soccorre idealmente i moribondi, i profughi, i famelici. E allora è per questo che ora turbina nei corridoi di Montecitorio, si lamenta, sfugge a Giachetti che le vorrebbe imporre un bando pubblico e chissà chi all’ufficio stampa della Camera: quel rompiscatole di Giachetti che le dice “bisognerebbe portare Montecitorio sui social”. Anche Boldrini vuole per la Camera una comunicazione social, ma che sia efficiente, sfrecciante, moderna, all’altezza dell’èra di Twitter, di Facebook e dei viaggi interstellari: insomma una comunicazione che si occupi di lei.

Categoria Italia 

COMMENTI

FRANCESCO DRESDA • 2 ore fa

Mi sta antipatica come pochi.

Non c'è nulla da valorizzare.

Mi consideravo di sinistra, votavo a sinistra (non certo SEl) e tra le cento e più cose che mi hanno fatto cambiare non ultima è la Boldrini Presidentessa (sic!) della Camera.

Non vedo l'ora di andare a votare, voterei tutti ma proprio tutti (a destra)

pur di togliermela di torno.

guido valota • 8 ore fa

Bellissimo squarcio di luce sulla verità. E io che la sottostimavo, convinto del suo ascetismo etico e comunicativo: non parole, ma fatti e Pravda.

Franco Bonavia • 9 ore fa

Chi è quel cattivone che ha scelto la foto? La Zanardo ha le sue responsabilità.

Reclutata dalla Divina (da non confondere con l’originale, la golden girl di Spinea) per curare look e corpo, la conclusione è che su quel terreno la battaglia è persa –non le rimane che chiedere conforto a Maurizio Crippa che sul corpo dei mortali ha espresso sul Foglio di oggi idee modernissime. Degli altri tutor di cui si circonda perché il mondo si avveda di lei, le consiglio di liberarsi subito del sessantottino demodé che dopo aver raggiunto i vertici Rai naviga a vista senza lasciare traccia alcuna. E poi, cos’è questa storia di Laura Boldrini Channel che nessuno guarda, se non quattro gatti spelacchiati. Mi dia ascolto, via il Channel e abbondi di Chanel. Sì, proprio quella cosa che l’ha resa così famosa nel mondo quando all’accasciamento dell’animo entravano zefiri olfattivi da respingere

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