I nipoti di Cossutta: gli eredi del comunismo italiano

Con Cossutta crolla un altro pezzo del fu Pci. Dopo la Bolognina, mille partitini. Trotzkisti, marxisti, leninisti. Tra appoggi e sgambetti ai governi. Una mappa.

(© Ansa)

di Francesca Buonfiglioli | 15 Dicembre 2015 lettera43

Dasvidania Tovarish Armando. Arrivederci compagno.

Con Cossutta, scomparso il 15 dicembre 2015 a 89 anni, se ne è andato un pezzo importante della storia del Partito comunista, la sua anima più 'sovietica'.

L'ex partigiano è sempre rimasto fedele alla 'falce e martello': si rifiutò di entrare nel Pds di Achille Occhetto; co-fondò Rifondazione comunista nel 1991, poi il Partito dei comunisti italiani insieme con Marco Rizzo e Oliviero Diliberto, contro la decisione dell'allora segretario Fausto Bertinotti di ritirare l'appoggio al governo Prodi.

METAFORA DELLA SINISTRA. Una vita politica che può essere letta come metafora della sinistra italiana: una storia di scissioni, divisioni, correnti, nuove formazioni spesso sotto l'1% e unioni tanto temporanee quanto fallimentari.

Perché, dalla Bolognina in poi, c'è stato un moltiplicarsi di falci e martelli disorientante.

CIVATI E FASSINA NEW ENTRY. Ecco allora una mappa per districarsi nella rete di partiti, che in un modo o nell'altro si richiamano al Pci.

A cui si devono aggiungere, a parte Sinistra ecologia e libertà di Nichi Vendola, le due recenti formazioni: Possibile di Pippo Civati e Sinistra italiana di Stefano Fassina, entrambe alla sinistra del Pd.

1. Rifondazione comunista: appoggi e sgambetti a Prodi

Nel 1991, in seguito allo scioglimento del Pci, nacque Rifondazione comunista grazie anche all'apporto di Cossutta e Bertinotti.

Il partito raccolse ciò che rimaneva di Democrazia proletaria (nata nel 1975 e scioltasi nel 1991, Dp ebbe come segretari Mario Capanna e Giovanni Russo Spena).

PANTHEON ROTTAMATO. Fondato con l'idea di «rifondare il comunismo nel nuovo millennio», il partito rottamò il proprio Pantheon: prima mollando Stalin e Fidel Castro, poi - svolta che nel 2005 costò al Prc il mancato invito a Cuba all'«incontro internazionale contro il terrorismo, per la verità e la giustizia» denunciato dall'allora responsabile Esteri, quel Gennario Migliore che dopo essere passato a Sel è salito sul carro renziano - Rifondazione appoggiò però le coalizioni di centrosinistra come l'Ulivo e L'Unione.

Nel 1996 garantì l'appoggio esterno al Prodi I provocandone poi la caduta due anni dopo. Archiviato il fattaccio, appoggiò anche il Prodi II del 2006.

SVOLTA CON FERRERO. Dal 2008, però, il dialogo si interruppe e Rifondazione, guidata dal nuovo segretario Paolo Ferrero, virò ancora a sinistra, proponendosi come alternativa al neonato Pd.

Come da tradizione, però, la germinazione a sinistra era solo all'inizio.

La decisione di Bertinotti nel 1998 di sfiduciare l'esecutivo, che ribaltò la dichiarazione del capogruppo alla Camera Oliviero Diliberto, portò infatti allo strappo dei cossuttiani che abbandonarono la nave di Rifondazione per fondare il Partito dei comunisti italiani. Il quale appoggiò, contrariamente a Bertinotti & Co, i governi D'Alema e Amato.

2. Partito dei comunisti italiani: vita breve, pochi iscritti

L'11 ottobre del 1998 nacque così, da una scissione di Rifondazione, il Partito dei comunisti italiani che nel 2014 si è trasformato nel rinato Partito comunista d'Italia.

Tra gli obiettivi: il superamento del capitalismo, la lotta all'imperialismo, la pace mondiale e l'affermazione del socialismo in piena tradizione marxista. Insomma nulla di nuovo sotto il sole (dell'avvenire).

Alle urne i risultati non sono stati sempre soddisfacenti: dall'1,7% del 2001 si passò al 2,4% delle Europee del 2004 e al 2,3% al proporzionale del 2006.

SOTTO LA SOGLIA NEL 2013. Dopo l'addio amaro di Cossutta nel 2007, il disastro della Sinistra arcobaleno che ottenne un deludente 3%, la cacciata di Marco Rizzo in polemica con Diliberto e l'ennesima scissione dell'ala Unire la sinistra di Nichi Vendola nel 2009, il Pdci prese una nuova brutta batosta alle urne.

Nel 2013 corse con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia insieme con Italia dei valori, Rifondazione comunista, Federazione dei Verdi e Movimento arancione raggiungendo il 2,2% alla Camera e il 1,8% al Senato.

Soglia di sbarramento non superata e ancora nessun parlamentare eletto.

L'USATO GARANTITO. Anche il PdCi ha avuto vita breve: il 23 novembre 2014 viene sciolto e costituito il Partito comunista d'Italia il cui segretario è Cesare Procaccini.

«I componenti del comitato centrale», era scritto nel documento varato da Procaccini, «consapevoli della necessità del contributo dei Comunisti italiani, ma anche della sua insufficienza, hanno assunto la decisione di partecipare a tale processo dando vita al Partito comunista d’Italia, quale evoluzione dell’esperienza del Pdci e scelta a ciò funzionale».

A sciogliersi però fu anche la base: dal record dei 43 mila iscritti del 2006 si è passati a poco meno di 10 mila.

3. Partito comunista: l'ammirazione per la Corea del Nord

Altro giro, altra scissione.

Nel 2009 Rizzo, dopo l'espulsione dal Pdci con alcuni compagni ha dato il via al movimento politico Comunisti sinistra popolare, diventato nel 2012 Comunisti sinistra popolare - Partito comunista, e infine, dal gennaio 2014, solo Partito comunista. Un ritorno alle origini, in piena regola.

TELEGRAMMA PER KIM. Ortodosso, Rizzo fece molto partare di sé per aver inviato nel 2011 un telegramma di condoglianze a Pyongyang per la morte di Kim Jong Il.

E in un'intervista a La Stampa dichiarò: «Corea, come Cuba, è uno dei pochi Paesi al mondo che resiste al modello dominante. All’imperialismo capitalista».

IL WEB COME «MINACCIA». Tra le migliori uscite di Rizzo, però, resta la pubblicazione nel giugno del 2015 delle regole per l'uso di Facebook e «ogni altro social network», visto che la Rete è una minaccia all'ortodossia marxista-leninista. Una spinta sovversiva all'«individualismo», macchiata da smanie di «protagonismo».

IN CORSA PER ROMA. Ma veniamo alle nuove sfide: Il Partito comunista ha confermato la sua corsa alle Comunali di Roma.

«Un gesto atteso e necessario», si legge sul sito, «di fronte alla crisi che oggi lascia una città devastata dalle politiche di compatibilità con i diktat europei, dagli scandali e la corruzione di una classe politica di centrosinistra e centrodestra che di quelle politiche si è fatta portatrice e che oggi appare del tutto delegittimata agli occhi dei lavoratori e delle classi popolari».

4. Partito comunista dei lavoratori: corrente trotzkista di Ferrando

Da Rifondazione i germogli sono stati parecchi.

Nel 2006, la corrente trotzkista di Marco Ferrando - da sempre contraria al dialogo col centrosinistra - ha dato vita al Partito comunista dei lavoratori, sezione italiana del Coordinamento per la Rifondazione della quarta Internazionale.

SOLO LO ZERO VIRGOLA. Alle ultime Politiche Ferrando si è presentato solo in alcune Regioni italiane.

Il risultato? Lo 0,26% alla Camera e lo 0,37% al Senato. Rispettivamente 89.970 e 113.936 voti.

5. Sinistra critica: tra i membri anche Turigliatto

Sempre da Rifondazione, nel 2007 è nata Sinista critica ecologista comunista femminista, tra i cui membri contava Franco Turigliatto - tra i senatori che votarono no alla fiducia nei confronti del governo Prodi II, nel 2008 -, ma anche Luigi Malabarba e Salvatore Cannavò.

Alle Politiche del 2008, nonostante gli appelli al voto di global thinker come Noam Chomsky e Ken Loach, è arrivata allo 0,46% alla Camera e allo 0,42% al Senato.

Mentre nel 2009, a causa di rotture interne, non ha partecipato alle Europee con la Lista anticapitalista.

PIÙ SUCCESSO ALLE AMMINISTRATIVE. Alle Comunali, però, ha avuto più successo: a essere eletti due consiglieri con una propria lista a Casoria e Misano Adriatico e altri due con liste civiche a Bagnara di Romagna e Calcinaia, in provincia di Pisa.

Scioltosi nel 2013, dopo la mancata partecipazione alle elezioni, dal movimento sono però nate due organizzazioni: Solidarietà internazionalista a cui aderisce Malabarba e Sinistra anticapitalista di Turigliatto

6. Partito marxista-leninista italiano: la creatura di Scuderi dal 1977

Nato a Firenze nel 1977, raggruppava i militanti del Partito comunista d'Italia (marxista-leninista) che nel 1969 fondarono l'Organizzazione comunista bolscevica italiana marxista-leninista, da cui a sua volta nacque il Pmli.

UN UNICO SEGRETARIO. Per farla breve, l'obiettivo è la realizzazione del comunismo, ma senza cedere alla visione trotzkista del marxismo.

Il segretario, l'unico, è Giovanni Scuderi - autori di diversi scritti su Mao - in carica dal 77.

7. Partito comunista d'Italia marxista-leninista: Savio la guida

«In attesa dell'apertura musicale del sito (Bandiera rossa, ça va sans dire), potete leggere alcuni SOMMI PRINCIPI enunciati dai nostri Maestri Marx-Engels-Lenin-Stalin». Così si apre il sito del Pcd'iml con sede a Forio d'Ischia e guidato da Domenico Savio.

STOP ALLO SFRUTTAMENTO. Di cosa si tratta? È presto detto: «Il Partito comunista italiano marxista-leninista è l'organizzazione politica d'avanguardia della classe operaia e di tutti i lavoratori, i quali, nello spirito della gloriosa Rivoluzione d'ottobre, della Resistenza e dell'internazionalismo proletario e nella realtà della lotta di classe», è scritto sempre nel preambolo dello Statuto, «lottano per l'indipendenza e la libertà del Paese, per l'eliminazione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e per la costruzione del socialismo in Italia e nel mondo intero».

8. Proletari comunisti italiani: sciolti «contro la frantumazione»

Falce, martello e stella caratterizzano anche la formazione politica Proletari comunisti italiani-Pci.

Nata nel 2011 dalle ceneri di Iniziativa comunista (già, c'era pure Iniziativa comunista), auto-scioltasi nel 2008 per dare - e qui viene il bello - «un forte segnale contro la frantumazione della sinistra», come se ce ne fosse bisogno.

BASTA «INTELLETTUALINI». Contro, come si legge nel comunicato, i «carrieristi settari e inconcludenti, gli intellettualini borghesi, i vecchi figuranti attaccati alla poltrona che ancora dominano la sinistra, hanno dimostrato che non era possibile contare su di loro», tornano i proletari.

«La lotta per la ricostituzione del paritito comunista italiano non si è mai fermata e continuerà ancora in Proletari comunisti italiani – Pci in questa formazione politica», si assicura.

«I gruppi dirigenti saranno composti per il 90% da proletari e in maggioranza assoluta da operai in produzione. Ora basta coi politicanti e con gli intellettuali!»

9. Alternativa comunista: pagina Facebook da quasi 5 mila like

Partito comunista di ispirazione bolscevico-leninista, almeno così è scritto sulla pagina Facebook (4.919 like) e «sezione italiana della Lega internazionale dei lavoratori - quarta Internazionale».

La fondazione risale al 2007. A Rimini, il portavoce Francesco Ricci elencò gli obiettivi del neo partito nel quale si ritrovarono (parole sue), «moltissimi dirigenti e militanti delusi dal Prc, ex Giovani comunisti e numerosi esponenti dei sindacati».

IN DIFESA DELLE PENSIONI. «Cominciamo creando comitati in difesa delle pensioni», disse convinto Ricci, espulso da Rifondazione, «manifesti e cortei. Poi in primavera un convegno internazionale per ricordare la Rivoluzione d'ottobre. E alle prossime elezioni correremo con i nostri candidati».

Tentando di riassumere: Alternativa comunista è nata da una costola dei trozkisti di Ferrando, che nel 2012 non esitava a definirla «una setta». A sua volta Ferrando si era separato da Bertinotti, considerato troppo di destra.

E così il cerchio si chiude. O quasi.

Categoria Italia

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