Paura e delirio nel webgiustizialismo di Grillo. Parla Fucksia, la senatrice M5s espulsa

L'onorevole è accusata dal comico di non aver ancora “restituito le eccedenze degli stipendi di aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre 2015". Il partito dello scontrino l'ha cacciata con voto online (92,6 per cento i favorevoli) qualche giorno dopo i complimenti rivolti dalla senatrice alla ministra Maria Elena Boschi

L'ex senatrice M5s Serenella Fucksia espulsa oggi dal Movimento (foto LaPresse)

di David Allegranti | 28 Dicembre 2015 ore 16:05

Roma. Il Movimento 5 stelle (M5s) chiude l’anno con una nuova espulsione via sacro blog. Stavolta tocca alla senatrice Serenella Fucksia, colpevole, secondo Beppe Grillo, di non aver ancora “restituito le eccedenze degli stipendi di aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre 2015, così come richiesto dallo Staff e nonostante i diversi solleciti inoltrati con scadenze in data 8, 21 e 26 dicembre”.

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Il partito dello scontrino ha dunque messo in votazione il suo allontanamento. Una consultazione online che arriva – coincidenza – qualche giorno dopo i complimenti rivolti dalla senatrice alla ministra Maria Elena Boschi per il suo intervento in Aula sul caso Banca Etruria (“Chapeau! Possiamo dire, al di là di tutto, che questo discorso merita gli applausi di tutti?”): il 92,6 per cento dei votanti ha deciso per la sua espulsione. La senatrice Fucksia, parlando con il Foglio, dice che la mancata restituzione delle eccedenze è solo un pretesto: “E’ un voto che ha colto alla sprovvista tutti, a opera del senatore Mario Giarrusso, con cui ho avuto diverse divergenze in passato. Ultimamente mi ha fatto un mobbing pazzesco, ma non è riuscito in altri modi a espellermi e adesso ha trovato la scusa della rendicontazione. Io stavo rendicontando, avrei finito oggi, domani al massimo”.

C’è però un aspetto positivo, dice la senatrice: “Questo è un modo per vedere che cosa sta diventando il M5s e come sta degenerando. Per evitare di affrontare nel merito le questioni, sfugge alle domande e se ne esce con queste scappatoie che non hanno nulla di etico, né di politico o di ragionevole”.

La senatrice confessa la sua delusione: “Il Movimento – dice al Foglio – era una speranza, perché l’idea della democrazia diretta piace a tutti; a tutti noi piace l’idea di partecipare alle decisioni, però per tutta una serie di motivi questo resta un sogno. Di fatto, a oggi, siamo lontani dalla democrazia diretta, nelle questioni importanti non c’è stata mai, a parte sulla legge costituzionale, ma anche lì… parliamone. Il voto partecipato ha senso nel momento in cui è pienamente consapevole. Oggi nel M5s ci sono tante cose che non vanno: la preparazione delle persone, il modo in cui si costruisce la linea e si danno le direttive, la non trasparenza. Noi siamo oscuri a noi stessi. Le persone non sapevano nulla di questa votazione, c’è sempre l’ingerenza di qualcuno che fa il ‘comandarone’ di turno. In tutto questo non c’è nulla di umano, non c’è raziocinio. Io sono sempre stata critica, dubbiosa, borderline e mi sono posta più volte il problema: ‘Sono del movimento o non lo sono?’. Però affrontare così la questione significa manifestare la propria debolezza. Cioè, non facciamo neanche un processo…”. Ecco: il giustizialismo, secondo la Fucksia, è uno dei problemi del M5s: “Io spero di vivere in uno stato di diritto. Non si condannano le persone prima che siano state processate”.

 

Alla fine il bilancio dell’esperienza a Cinque stelle è molto negativo: “Tante persone hanno aderito senza la consapevolezza di cosa fosse, vedendoci delle prospettive positive. Quindi, se dovessi fare una sintesi: il M5s da ultima speranza a sogno, a castello d’argilla. Ma la consistenza non c’è e un castello non lo possiamo fare; non lo possiamo improvvisare senza regole e senza sabbia”. Un castello pieno di complottisti, peraltro, che credono alle sirenette e alle scie chimiche, “nel quale c’è uno che prende un post, lo ripostano in cento e le persone commentano: così una non verità ripetuta cento volte diventa credibile o fa sorgere il dubbio che lo sia. C’è un problema di metodo: la rete è una grande opportunità, ma è un grande rischio se uno non ha strumenti adeguati a gestirli. Da fonte di informazione diventa fonte di disinformazione e arma di distrazione di massa, mentre se una persona ha coscienza il dubbio se lo deve far venire”.

Insomma, fallimento totale? “Diamo atto al Cinque stelle di aver smosso qualcosa. Diamogli atto però anche di essersi arenato presto. Quando si va troppo velocemente non si arriva con adeguate preparazione e consapevolezza. Il M5s era una grande opportunità, il cui successo però è dovuto agli errori altrui”

Categoria Italia

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