È sulla politica estera che si gioca il futuro del nostro Paese

Matteo Renzi vanta i successi del suo governo, ma trascura di affrontare, almeno in pubblico, i temi sui quali i successi vantati prematuramente si sono dimostrati poi illusori alla prova dei fatti

 di Sergio Saviane italia Oggi 6.1.2016

Matteo Renzi vanta i successi del suo governo, ma trascura di affrontare, almeno in pubblico, i temi sui quali i successi vantati prematuramente si sono dimostrati poi illusori alla prova dei fatti. Aveva sostenuto che, grazie alla pressione italiana, l'Europa si avviava a una soluzione condivisa sulla questione dell'immigrazione di massa, ma l'accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asili non funziona affatto e si moltiplicano, invece, le scelte che vanno in direzione opposta, dalla Polonia alla Svezia. In realtà non è neppure superato il contrasto tra Italia e Francia che aveva portato al blocco di Ventimiglia, il che sottolinea che le divergenze di ordine strategico, come il rifiuto italiano di sostenere l'impegno militare francese contro l'Isis in Siria provoca una reazione egualmente tiepida della Francia su un'azione in qualche modo efficace in Libia.

La politica europea e internazionale non interessa molto i politici italiani, che preferiscono accapigliarsi sulle coalizioni da presentare per il rinnovo dei municipi, ma il deterioramento drammatico della situazione finirà per rendere decisivo proprio questo versante tanto trascurato. A quanto apre nei prossimi giorni si svolgerà una vista di Stato in Italia del presidente iraniano, proprio mentre la tensione tra Teheran e Rjad raggiunge livelli quasi bellici. Renzi, come primo responsabile politico europeo che deve prendere posizione su questo conflitto (che ha origini millenarie ma che si presenta oggi con caratteri peculiari) ha qualcosa da dire al suo interlocutore iraniano? Probabilmente non potrà far altro che ripetere le inutili giaculatorie sull'esigenza di trovare punti di incontro.

Nelle prossime riunioni europee e soprattutto nell'appuntamento richiesto da Angela Merkel, bisognerà prendere atto dell'impasse, per non dire del fallimento, delle impostazioni precedenti sull'immigrazione. Anche in questo caso, Renzi avrà qualcosa di nuovo da dire? Dopo aver sollevato in Europa varie questioni, spesso con ragione come sulla tolleranza per il gasdotto russo-tedesco che contrasta con il rigorismo adottato per quello a destinazione pugliese, Renzi deve ottenere qualche risultato concreto. Per farlo, non bastano le affermazioni rodomontesche di vittorie illusorie, serve una strategia che sappia fare i conti con la situazione nuova determinata dall'ambiguità nichilista dell'amministrazione americana.

È un problema arduo, che non presenta soluzioni facili o vie di fuga puramente fraseologiche, ma, se non sarà affrontato con la necessaria serietà e con collegamenti sufficientemente solidi, può provocare danni non solo all'immagine internazionale dell'Italia ma alla sua sicurezza e alle sue prospettive di crescita, peraltro tutt'altro che solide.

Categoria Italia

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