Unioni civili, Pd-M5S: tutta la verità sull'anomalo patto

Sulle unioni civili si va avanti con l'anomala maggioranza Pd-M5S-Sel-Ala. Ma veramente i grillini danno il loro sostegno gratis? Non scherziamo. La contropartita è la legge elettorale, ovvero la chiusura ad ogni modifica dell'Italicum

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74) Affaritaliani Giovedì, 4 febbraio 2016 - 12:26:00

Sedici senatori del Partito Democratico escono allo scoperto e affermano senza mezzi termini che "ogni ulteriore arretramento, tanto sugli aspetti che regolano i rapporti nell'unione, quanto su quelli relativi alla stepchild adoption, segnerebbe per noi un'inaccettabile regresso rispetto al percorso sin qui compiuto". E' la conferma: Matteo Renzi non cede alle richieste di Angelino Alfano e tira dritto sul ddl Cirinnà. Negli stessi minuti esce una dichiarazione del senatore M5S Alberto Airola: "Il Movimento 5 Stelle voterà compatto per il ddl Cirinnà, se non ci saranno modifiche che stravolgano il testo".

Di fatto, sulle unioni civili, si va avanti con l'anomala maggioranza Pd-M5S-Sel-Ala. E il premier non potrebbe fare altrimenti, visto che un accordo con Area Popolare sarebbe pericolosissimo in quanto farebbe venir meno il sostegno dei grillini e lascerebbe molte trappole in Aula con le votazioni segrete. Renzi - spiegano i deputati dem - sa perfettamente che in questo modo deteriora i rapporti con il ministro dell'Interno ma è anche consapevole che Alfano non aprirà la crisi di governo anche se le unioni civili venissero approvate così come sono ora e con il voto determinante del M5S.

Ma veramente i grillini danno il loro sostegno gratis al Pd? Non scherziamo. La contropartita è la legge elettorale, ovvero la chiusura ad ogni modifica dell'Italicum. I verdiani hanno chiesto l'introduzione del premio di maggioranza alla coalizione e non più solo alla lista, ma il premier ha promesso ai 5 Stelle di tenere il punto e di lasciare l'Italicum così com'è. E' del tutto evidente che il premio alla lista fa comodo al M5S, che non si allea con nessuno, e mette in difficoltà soprattutto il Centrodestra.

In questo modo il premier inaugura una sorta di strategia a maggioranze variabili, a volte con Alfano e a volte con i 5 Stelle (come è accaduto per l'elezione dei giudici della Consulta). Con i verdiani, ormai arrivati a 19 al Senato e che potrebbero aumentare ulteriormente, sempre pronti a sostenere l'esecutivo. L'unico neo potrebbe essere costituito da qualche dissidente Ncd o Udc che potrebbe lasciare Area Popolare per passare con i ribelli di Quagliariello e Giovanardi.

Categoria Italia

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