I sindacati, la rendita, la corruzione

Ipocrisie corporative nascoste dietro la battaglia sul codice appalti

di Redazione | 26 Marzo 2016 ore 06:18 Foglio

Ma i sindacati la corruzione la vogliono combattere sì o no? C’è una coda insieme velenosa ma anche gustosa che riguarda la legge sul nuovo codice appalti approvata qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri. La legge, come è noto, ha introdotto una piccola ma significativa modifica per i privati titolari di concessioni pubbliche come i concessionari stradali. La modifica prevede, in nome della trasparenza e della lotta alla corruzione, un nuovo rapporto nell’affidamento dei contratti superiori ai 150 mila euro. Prima della nuova legge il rapporto tra contratti in house e contratti affidati a terzi tramite procedura di evidenza pubblica era di 40 a 60. Il nuovo codice appalti ha portato il rapporto a 20 e 80. Tutto lineare e in sintonia con l’èra della trasparenza imposta da Cantone se non fosse che i sindacati, in blocco, si sonoopposti, evidenziando la presenza di “effetti negativi dell’occupazione” e chiedendo di rivedere le percentuali. La ragione degli effetti negativi dell’occupazione sembra un pretesto che nasconde qualcos’altro. In termini di occupazione complessiva il nuovo codice appalti non cambia nulla.

Categoria Italia

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