Carlo Calenda promosso a Bruxelles ma Scalfarotto non sa sostituirlo

che rilevazione oggettiva, del fatto che certi posti e certi ruoli non s'inventano

 di Sergio Luciano Italia Oggi, 1.4.2016

«Due mesi per la politica, un'eternità per la moda», è l'editoriale con cui Pambianco Magazine, una rivista di marketing della moda, bolla la scelta del premier Renzi di spostare Carlo Calenda, già viceministro allo sviluppo economico con delega all'internazionalizzazione, a Bruxelles come plenipotenziario diplomatico del governo. E soprattutto di lasciare che la sua sostituzione, difficile per chiunque, si accodasse alle altre pratiche burocratiche come se non fosse, al contrario, qualcosa di speciale e urgente. Dice in sostanza Pambianco: non vogliamo presumere nulla di negativo sul conto del sostituto di Calenda, Oscar Scalfarotto, ma sta di fatto che dopo due mesi dall'annuncio, e mentre Calenda ha iniziato a occuparsi d'altro, l'ufficio che occupava è ancora vuoto.

Metafora, questa, oltre che rilevazione oggettiva, del fatto che certi posti e certi ruoli non s'inventano. Scalfarotto, essendo uno dei pochi nel governo ad avere all'attivo un'esperienza professionale internazionale di alto livello (faceva il top-manager bancario) parla benissimo l'inglese e capisce di economia: bene! Ma Calenda era di più, assai di più, rispetto al ruolo che rivestiva: ci era proprio tagliato per quel ruolo, avendo fatto per anni il direttore marketing della Ferrari: e la Ferrari, si sa, all'estero vuol dire Italia. Un po' come «pizza» vuol dire cibo e 'O sole mio vuol dire musica. Vendere Ferrari nel mondo significa vendere il mito italiano. Calenda ci riusciva da manager privato e ci stava riuscendo da manager politico pubblico.

Ebbene: Renzi ha fatto quel che nessun allenatore avrebbe mai fatto, ha cambiato una squadra che stava vincendo. Pensando, ahilui, di coprire i problemi strategici e geopolitici dell'Italia oggi in Europa, che sono sue prerogative e incombenze essenziali, con la credibilità e il personale savoir-faire di un collaboratore. Macchè Il risultato per ora è stato l'esatto contrario di quello voluto. Scalfarotto non ha ancora potuto neanche prendere servizio: e quando potrà, vedremo in che tempi riuscirà a non far rimpiangere Calenda. Il quale a Bruxelles, con buona pace delle sue personali capacità, molto difficilmente riuscirà a spezzare l'anello incantato della burocrazia inconcludente e germanofila che tiene l'Italia alla frusta.

È il problema di Renzi: gli toccano troppe poltrone da coprire, rispetto alle persone che ha in squadra. E che vuole tutte fedelissime e manovrabili. Calenda non lo era: ma ovvio, non è un politico Ruolo in cui starà stretto. Scalfarotto è un politico acquisito, ma lo è. Saprà reinventarsi venditore?

Categoria Italia

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata