Coop compra il latte all'estero: così pugnala i nostri allevatori

1-Il grande distributore sostiene la campagna in favore dei prodotti italiani in crisi. Ma va a comprare il latte all'estero 2- Condizioni di mercato dovrebbero consentire l'operazione" di aumento di capitale di Veneto Banca senza l'intervento del fondo Atlante.

1- Giulia Bonaudi - Mer, 20/04/2016 - 10:37 Il Giornale Nonstante la richiesta di latte in Italia sia di molto superiore alla produzione nazionale, ci sono 32.000 i posti di lavoro persi dall’inizio della crisi.

E ogni giorno chiudono 4 stalle. La risposta va cercata oltre il confine italiano: Coldiretti, infatti, denuncia l’invasione di prodotti esteri e molte stalle sono costrette a chiudere.

Di fronte a questo scenario sconfortante, è partita una gara di solidarietà in cui i campioni della tavola tricolore si sono offerti di aiutare gli allevatori del nord Italia rimasti senza clienti a cui vendere l'alimento bianco. La grande distribuzione ha annunciato una campagna per sensibilizzare i consumatori all'acquisto del prodotto nazionale. Ieri a Milano sono stati distribuiti i primi 1000 cartoni del "latte della solidarietà". Nella battaglia in difesa dell'italianità del prodotto, si sono schierati anche Coop Italia e il Ministero dell’agricoltura che hanno siglato un’intesa a sostegno del settore, in grave difficoltà dopo la fine del regime europeo delle quote. Via quindi al nuovo logo “100% italiano”.

Dietro quel logo, però, si nasconde un inghippo: l'origine del prodotto, infatti, non sempre è italiana. Ad una rapida scansione del codice a barre, l'amara scoperta: Il latte intero Uht a marchio Coop può avere la seguente provenienza: Italia, Austria, Germania, Francia e Slovenia. Il confezionamento può avvenire in Italia o in Austria. Gli scaffali dei supermercati sono pieni di latte non italiano, anche quando viene spacciato per italiano.

2 Italia Oggi 20.4.2016-Veneto Banca, Gros-Pietro: aumento di capitale senza l'intervento del fondo Atlante

"Noi pensiamo che le condizioni di mercato dovrebbero consentire l'operazione" di aumento di capitale di Veneto Banca senza l'intervento del fondo Atlante.

Lo ha detto il presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del comitato esecutivo dell'Abi.

"Il fondo Atlante c'è, noi ci crediamo molto, abbiamo contribuito a costituirlo e a finanziarlo", ha proseguito Gros-Pietro, "crediamo che la missione del fondo Atlante sia di ristabilire le condizioni di mercato corrette, in particolare per quanto riguarda gli Npl".

Secondo il banchiere, "questo è fondamentale perché una volta ristabilito il corretto valore degli Npl anche gli aumenti di capitale saranno più facilmente eseguibili. In sostanza, bisogna riportare il mercato al suo funzionamento normale".

Possibile influsso dalla ricapitalizzazione di B.P.Vicenza? "Non faccio commenti", ha risposto Gros-Pietro, secondo il quale, infine, lo slittamento del decreto che dovrebbe accelerare il recupero delle sofferenze non preoccupa: "è una parte fondamentale, certo, ma spetta al Governo e al legislatore".

Categoria Italia

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