Conegliano politica e potere. Guerra “no stop” nel Pd: la segreteria lancia un “aut aut” a Francesca Di Gaspero,

Patto o non patto far PD e FI per Chies Sindaco ? Feltre ex Pd conferma esistere. Intanto scontro personale ma non politico di cui da anni si rende di pubblico dominio.

30.3.2024 ARIANNA CESCHIN, qdpn.it lettura5’

“Se ritieni il Pd ancora casa tua, ti rinnovo l’invito al dialogo. Se tuttavia continuerai a vedere in Lega e Fratelli d’Italia i tuoi punti di riferimento, credo sia giusto che le nostre strade si dividano“: con queste parole il segretario del circolo coneglianese del Pd, Michele Matera, ha di fatto dato un “aut aut” a Francesca Di Gaspero, capogruppo in consiglio comunale a Conegliano di “Noi democratici”.

Continua, quindi, la guerra in “casa Pd”, a suon di post lanciati sui social.

La crisi è iniziata con la discussione in consiglio dell’interpellanza presentata dalla stessa Di Gaspero, in riferimento alla mostra “Da Weimar al Terzo Reich”. In quell’occasione il circolo del Pd non aveva apprezzato sia il testo dell’interpellanza, poiché prendeva in causa anche il presidente del consiglio comunale Isabella Gianelloni, sia quanto detto dalla capogruppo in aula.

Da lì hanno iniziato a volare letteralmente i coltelli, tra note stampa da parte del circolo e le parole di risposta pronunciate da Di Gaspero (anche sui social), la quale ha tirato in ballo il famoso patto stipulato con l’attuale sindaco Fabio Chies, in fase di ballottaggio alle ultime amministrative.

Patto, che secondo Di Gaspero, politicamente non sarebbe servito a nulla.

Ora, a rincarare la dose, è il segretario del Pd coneglianese Michele Matera, il quale ha dedicato proprio a Francesca Di Gaspero una lunga lettera, affidata ai social.

“Cara Francesca, da uomo di partito avrei voluto dirti queste parole di persona. Mi vedo tuttavia costretto a farlo pubblicamente, non incontrandoti mai a nessun appuntamento – la premessa fatta – Sono profondamente convinto che, attraverso il dialogo, anche nella contrapposizione di idee e visioni diverse, sia possibile trovare una sintesi. Per questa ragione, appena eletto segretario, anche per appianare le tensioni e iniziare un nuovo percorso, ho chiesto un incontro con le due consigliere comunali iscritte al Pd. Da te non ho mai ricevuto una risposta“.

“Sei componente del direttivo del Partito democratico a Conegliano, non hai mai ritenuto di partecipare alle riunioni per condividere la tua idea di città e le tue attività di consigliera comunale – ha proseguito – Tuttavia è difficile non notare che hai voluto condividerle con i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia, due partiti che hanno una visione di Conegliano che è diametralmente opposta alla nostra e che, infatti, con tutte le nostre forze ci siamo impegnati affinché non governassero la città”.

“Per amore della verità, ho l’obbligo di ricordare che alle elezioni del 2021 tu eri a capo della coalizione di centrosinistra e ci hai condotti alla peggiore sconfitta della storia del centrosinistra di Conegliano: con il centrodestra diviso siamo arrivati terzi – ha aggiunto – È anche per questa ragione, l’ho ricordato nei giorni scorsi, il Partito democratico non è parte della maggioranza di governo della città. Sono le regole della democrazia”.

“Abbiamo avviato, in quell’occasione, un dialogo con l’amministrazione per portare, in modo costruttivo, il nostro punto di vista a cui tu non sei, evidentemente, interessata a contribuire, preferendo iniziative personali e altre in accordo con Lega e Fratelli d’Italia”, ha rincarato, prima di arrivare al cosiddetto “aut aut” già menzionato.

La replica di Francesca Di Gaspero

Immediata la replica di Francesca Di Gaspero, la quale ha rimandato al mittente le parole ricevute.

“Il capogruppo in consiglio comunale ha autonomia politica, non è soggetto a giudizio del partito. Tanto più se è il candidato di una coalizione. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che i 2.500 voti che ha preso la lista ‘Noi democratici’ non sono patrimonio esclusivo del Pd. Ma sono espressione importante della società civile – ha scritto in una nota stampa – Posto che io il Pd non lo lascio di sicuro, mi dispiace che Matera mediti di uscire visto che paventa una divisione delle nostre strade. All’interno del Partito democratico coesistono diverse anime, non è il salotto di nessuno ma la casa di tutti. Altrimenti non sarebbe democratico”.

“Non capisco l’accusa di vicinanza con il centrodestra. Ci risiamo con gli attacchi personali. Non ha alcun senso quello che mi viene detto. Giusto per chiarire: un conto è condividere con altri partiti gli atti ispettivi che riguardano semplicemente la trasparenza e il rispetto della legge, lo stesso vale per alcune mozioni che riguardano temi specifici, ad esempio i tavoli di lavoro per l’ex area Zanussi, che ha avuto il benestare dell’intera aula consiliare – ha continuato – Tutt’altra cosa sono gli atti propriamente politici come i miei due interventi sulla mostra del Terzo Reich, il cui significato è stato stravolto da Chies, per attaccarmi personalmente e per non rispondere nel merito”.

“Tutta questa energia che usano ad attaccare me, dovrebbe essere utilizzata verso vere politiche di centrosinistra a favore della città. Offrendo ai cittadini un’alternativa al centrodestra, nel quale è compreso anche Forza Italia. Non commento nemmeno queste falsità perché, come al solito, servono a spostare l’attenzione dalla vera questione che è propriamente politica. In attesa che passi il momento, la gente si dimentichi e tutto torni come prima – ha osservato – Mi aspettavo che il segretario convocasse un’assemblea pubblica, dove confrontare le nostre posizioni e sottoporle al giudizio insindacabile di iscritti e simpatizzanti. Rileggendo assieme la lista del 25 punti. Ricordiamo che stiamo parlando dell’accordo con il sindaco, perché lui stesso nell’ultimo consiglio ha dichiarato pubblicamente la sua inesistenza“.

Nel frattempo, non sono mancate le parole di solidarietà verso la consigliera, a partire da un nome noto del Pd, poi dimessosi dal partito, proprio a seguito del tanto citato patto con Chies: si tratta di Carlo Feltre.

“Hai avuto il coraggio di sollevare il lenzuolo che copriva la miseria politica fatta, che è stata la causa (anche) delle mie dimissioni dal direttivo e dal partito che non riconoscevo più. Poi, nel corso dei mesi, ho avuto la conferma che eravamo stati ‘venduti’ per un piatto di lenticchie, da dei nani politici, che non erano stati nemmeno in grado di valutare il costo del piatto – le parole affidate ai social da Carlo Feltre – Spiace, perché questa città ha un bisogno enorme di politica e di cambiare percorso, ma questo lo si fa col lavoro duro e con le persone. In questi due anni sono mancati sia questo che quelle“.

“Non possiamo fare a meno di sostenere Francesca che, in coerenza con il programma di coalizione, ha sempre dato voce in consiglio comunale ai nostri temi dalla difesa dell’ambiente al consumo di suolo – quanto scritto sui social da Europa Verde-Verdi Sinistra Piave, che ha citato varie interpellanze fatte dal consigliere – Grazie Francesca per il lavoro che stai facendo e per quello che insieme ancora faremo, fino alla fine di questo mandato. Da un’opposizione efficace potrà nascere un’alternativa e una prospettiva migliore per Conegliano”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).

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