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strumenti sociali e culturali per un nuovo (?) modo di considerare il futuro del proprio Comune e area territoriale in cui si vive e lavora

Al Presidente dott. Finesso, da vecchio , oggi definito boomer, cittadino impegnato un tempo nel sociale, una mia riflessione con qualche richiamo storico, a posteriori del convegno dell’altro giorno.

-Bene la chiamata dell’altra sera al Dina Orsi per sensibilizzare, calare nella ’opinione pubblica la conoscenza di strumenti sociali e culturali per un nuovo (?) modo di considerare il futuro del proprio Comune e area territoriale in cui si vive e lavora (Conegliano.coneglianese ma anche Vittorio.vittoriese)

1-Avv: Barel, nome che ha attirato 300 persone curiose ad ascoltarlo.

L’avv. Barel non è nuovo a iniziative pubbliche sociali provocatorie e visionarie. A Vittorio nel mese di marzo con l’arch. Posocco, la nostra generazione politica, considerazione sui Borghi; a Conegliano assieme ad altri, con un piano per la città rivoluzionario, in occasione delle ultime elezioni comunali. Rimasto poi sulla carta. Per non dire della sua intervista a QDPN rilasciata il 20.12. 2021 e riportata nel marzo 2023 (archivio www. simofin.com/locali) : e la proposta a un convegno: “NEI COMUNI MANCA L’UFFICIO ‘QUI SI PENSA’”: LA RICETTA DI BRUNO BAREL PER VALORIZZARE LE COLLINE UNESCO E LE AREE DISMESSE INTERCETTANDO GLI INVESTIMENTI (QDPN.IT)

Oggi “ripropone” contando su novella fortuna e attenzione pubblica, la visione e attualità del concetto AREA VASTA che comprenda Conegliano e Vittorio e Comuni confinanti .

Ricordo la esistenza di leggi Regionali come la costituzione di AREE URBANE ex Area Vasta, assieme a quella datata per la “FUSIONE” fra Comuni e utilizzata con troppa modestia dalle potenziali Istituzioni interessate in questi 10 anni di sua vita, la seconda. Mentre la prima con scarse dotazioni finanziarie e finalità nebbiose.

Conegliano , ha nella sua storia.- ha battezzato- il concetto di “Area Vasta” da tempo a differenza di Vittorio Veneto più dedito alla politica locale di partecipazione popolare attraverso i CDQ ovvero Comitati di Quartiere con scarsi effetti pratici.

Era il 1977 quando il Consiglio Comunale su proposta DC PRI e PSI deliberava sulla costituzione Del Consiglio di Comprensorio (già area vasta e ora Area Urbana ). Poteva essere l’inizio di qualche cosa di nuovo, promettente di posti lavoro e benessere, una visione!

Contrario poi il PCI di allora alla opposizione (DC favorevole ma oggi penso con tante riserve mentali visto che era maggioranza in tutti i Comuni del territorio).  Persi 47 anni per un errore di visione politica sul futuro delle nostre Comunità, da parte della sinistra che abbiamo pagato come cittadini in termini di benessere e qualità della vita ( vedi archivio di www.simofin.com/locali 31.8.2023) Se poi andate a visionare i programmi dei partiti di centro e FI varie di questi ultimi 20 anni, ancora leggibili nell’archivio del mio simofin.com, , troverete sempre un capitoletto –richiamo alle esigenze di creare l’Area Vasta con sostegno di motivazioni però elitarie e generiche..

Sono poi arrivati nuovi attori politici, la Lega. più attenta , allo inizio - meglio un sindaco in più che in meno – al consolidamento di voti e presenze nelle Istituzioni pubbliche e così solidificare e cavalcare la nuova fortuna politica fatta di amministrazione ordinaria e addio alle visioni. Che oggi ritornano, però con più fortuna, si spera, visto l’interesse promozionale di élite culturali e operative che i relatori e moderatore rappresentano e un Circolo Culturale che può portare a un movimento.  

2- Funzioni territoriali nel contesto regionale. Altra osservazione più Politica.: portata alla attenzione dei presenti la situazione di Padova con 200mila abitanti e un territorio in area adeguata, atto a progettare il futuro economico e sociale disponendo di un unico Organo deliberante, un UNICO SINDACO e CONSIGLIO COMUNALE come gestore. Cosa che rende accordi più facile fra i vari partiti movimenti e gruppi sociali operanti.

Ben diversa la nostra struttura Istituzionale e nel CONEGLIANESE e VITTORIESE fatta di tanti centri deliberanti Comunali con altrettanti Consigli Comunali e Sindaci e tradizioni campanilistiche, gelosi della propria “autonomia” e visione del proprio futuro.

Conegliano ha tentato nel periodo del boom economico del dopoguerra di dare un indirizzo per il futuro all’area di competenza indicando  lanciando la funzione di “CONEGLIANO CITTA’ DI SERVIZI” per territorio. Finito il capitolo industriale e terziario, cosa resta, per che cosa dobbiamo impegnarci oggi? Ecco, nei nostri territori manca la Politica che indichi concordi e si impegni su di obiettivi comuni, su un piano da gestire con mentalità e con gli strumenti urbanistici nuovi indicati dai relatori.

Vogliamo che il nostro e Città siano dedicati al Turismo e allora scegliamo se “turismo lento e/o stanziale ? O altro vista la presenza di DBA Group ? Poi Bene ma allora testa bassa e avanti con più investimenti comuni in tecnologie, energia pulita strutture e posti di lavoro e altro necessario alla abbisogna. Insomma gli strumenti, pochi, ma ci sarebbero anche in nuce, manca la volontà di utilizzarli e irrobustirli di contenuti. La POLITICA che faccia il suo mestiere se ne è capace e ha idee. Dalle parole ai fatti. E qui può cascare, ci si può inciampare in belle ma inutili disquisizioni.

3-GIOVANI, abbandonare il refrain paternalistico “il mondo è dei giovani” Si ma preparati a gestire e la amministrazione ordinaria pubblica fatta di miliardi e politica visionaria che chi vota delega l’eletto a individuare obiettivi futuri e prospettarli, raccogliere poi, il suo parere attraverso le elezioni.

Mancano i PARTITI chiusi ora nella coltivazione del proprio orto e confini, Ai nostri tempi andavi a “governare” miliardi di bilancio, valori e visioni, dopo aver fatto la gavetta e imparato a gestire la cosa pubblica cosa molto diversa da quella privata ( un bravo imprenditore privato può essere un cattivo amministratore pubblico e viceversa). Oggi si propongono giovani e persone con poca arte e parte facendo poi danni ed errori evitabili . Patti generazionali e non cancel culture. Attenti alle mode che portano, evidenziano, alla democrazia diretta partecipativa e non delegata. L’unanimità in Politica è un falso problema, buonismo eccesso di egualitarismo. Cordialità e buon lavoro

Walter Cadorin www.opact.simofin.com sito sicuro, con archivio di 27mila articoli degli ultimi 20 anni, disponibile e gratuito.

Commenti   

#2 walter 2024-04-24 15:55
Visti sette giovani studenti con in mano un foglietto per prendere appunti e rispondere poi allo intervento del Relatore superiore. Sembravano dilettanti allo sbaraglio. Sulla politica e situazione coneglianese il solito giudizio non sostenuto da argomenti: negozi chiusi, pulizia delle strade e malavita. E così avanti che faremo una nuova Conegliano come non si sa oppure trovando chi vuole aprire un negozio. Boccuccia di rose
#1 walter 2024-04-24 15:46
ciao capo. Ho letto l’ottimo Barel. Sacrosanto ciò che dice sul c.d. patrimonio Unesco e l’esortazione a “pensare” fuori delle urgenze e magari anche fuori di un ufficio ad hoc. Dà giustamente alla politica un ruolo strategico ma non credo che da sola possa creare “l’attrattività imprenditoriale”. Sono gli imprenditori che devono saper camminare sulle gambe dei propri progetti, la politica può dare incentivi se si tratta di progetti socialmente utili. Barel conclude dicendo che gli investitori vanno dove c’è popolazione attiva e “tessuto economico vivace”: massa comodo! Il testo è pieno di spunti interessanti. P.es., mi piacerebbe approfondire le ragioni della crisi di Vittorio V., sorpassata demograficamente da Conegliano. Barel ne sa sicuramente tanto ma qui sorvola sulla crisi del tessile (a.70) e accenna enigmaticamente al passaggio di investimenti e viabilità (?) a Conegliano: ma qui c’è stato il boom, del tutto autoctono, della Zoppas. Tornando alla politica che deve essere visionaria e strategica, ho visto domenica sulla Tribuna il rendering sull’ex Tommasi: una torre che svetta da 12 piani (o 18?) e un auditorium da mille persone. Vogliamo ripetere in grande il flop dell’Accademia? Vogliamo incentivare le dimore per ricchi piuttosto che l’edilizia economica che dia ai giovani la possibilità di metter su famiglia? Se davvero vogliamo contrastare la denatalità. Ciao vecio. Beni

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